Avveduta, coraggiosa, ambiziosa. Maria Kolesnikova è una delle più temibili avversarie politiche del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, al potere da 25 anni e di recente rieletto per un nuovo mandato. Nonostante le opposizioni abbiano parlato di gravi brogli e nonostante le centinaia di migliaia di persone scese in piazza per protestare. Nella mattinata di lunedì 7 settembre, Maria Kolesnikova è improvvisamente scomparsa.
Belarus leading opposition figure, Maria Kolesnikova, 'detained by masked men' https://t.co/gewjlGPQiD
Rapiti anche due collaboratori di Maria Kolesnikova
La 38enne bielorussa è stata prelevata nei pressi del museo dell’arte di Minsk da un commando di uomini incappucciati, che l’avrebbero caricata su un furgone, secondo quanto riferito dal sito d’informazione Tut.by, che cita un testimone oculare. La stessa sorte è toccata anche a due suoi collaboratori, Anton Rodnenkov e Ivan Kravtsov. I tre sono membri del Consiglio di coordinamento, organismo creato con l’obiettivo di guidare una transizione pacifica del potere, al fine di sollevare Lukashenko dal proprio incarico.
Da quel momento, di Maria Kolesnikova non si sa nulla. La polizia di Minsk ha negato di aver prelevato la donna e i due colleghi. La stampa internazionale sospetta tuttavia un’implicazione dei servizi segreti. Ad esporsi è stato poi il ministro degli Esteri della Lituania Linas Linkevicius, nazione nella quale si è rifugiata Svetlana Tikhanovskaya, candidata alle elezioni contro Lukashenko.
Il timore di scontri in piazza in Bielorussia
Secondo il capo della diplomazia della repubblica baltica, “anziché parlare al popolo, il leader bielorusso cerca di eliminare cinicamente, uno per uno, i suoi oppositori. Il rapimento di Maria Kolesnikova in pieno centro nella capitale è una vergogna. Si applicano, nell’Europa del Ventunesimo secolo, metodi stalinisti. Deve essere immediatamente liberata”.
Belarus opposition leader Maria Kolesnikova 'snatched from street' in Minsk https://t.co/l4sVEWArXp
Allo stesso modo, Josep Borrel, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, ha parlato di “inaccettabili arresti arbitrari e rapimenti dettati da motivazioni politiche”. Il timore è che la scomparsa della donna possa provocare inasprire gli animi dei manifestanti e che possano registrarsi violenze nelle strade delle città bielorusse. C’è chi teme si tratti addirittura di una strategia da parte di Lukashenko: provocare scontri che possano giustificare la repressione.
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