Tracciabilità della filiera ed energie rinnovabili nel quinto bilancio di sostenibilità di Ritter Sport

Ritter Sport presenta il suo ultimo bilancio di sostenibilità, testimoniando il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale.

Ritter Sport, l’azienda tedesca avviata da Alfred Ritter nel 1912, celebre per le sue irresistibili tavolette quadrate di cioccolato, ha recentemente condiviso il suo quinto bilancio di sostenibilità, riguardante il biennio 2021-2022. Questo resoconto volontario, pubblicato a partire dal 2014, offre un’esaustiva visione dei progressi compiuti dall’azienda nelle sfere ambientale, sociale ed economica.

“Con #discoverthegood abbiamo voluto rendere chiari i risultati raggiunti e quelli ancora da conseguire, comunicando in modo semplice, trasparente e costruttivo con i nostri stakeholder” afferma Thomas Straub, amministratore delegato di Ritter Sport Italia. L’azienda, tra i principali produttori europei di cioccolato con un fatturato di 538 milioni di euro nel 2022, ha da sempre posto un’enfasi sulla qualità del prodotto e sull’attenzione alla sostenibilità.

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Ritter Sport ha pubblicato il suo quinto bilancio di sostenibilità © Ritter Sport

Obiettivo cacao certificato, sostenibile e tracciabile

Un passo significativo compiuto da Ritter Sport è il suo impegno verso il concetto di “cacao sostenibile”. Dal 2018 l’azienda si rifornisce esclusivamente di cacao certificato seguendo programmi come Rainforest Alliance e Fairtrade. Nel biennio 2021-2022 ha intensificato i programmi di partnership con cooperative e organizzazioni di produttori in diverse regioni, promuovendo la sostenibilità a lungo termine nella coltivazione del cacao e concentrandosi sul miglioramento delle condizioni di vita delle comunità coinvolte.

L’obiettivo che Ritter Sport si è proposta di centrare entro il 2025 è duplice: estendere la tracciabilità del cacao sino alla singola azienda agricola e portare al 100 per cento la quota del fabbisogno annuo di massa e burro di cacao soddisfatta dalle forniture provenienti dai programmi di partnership. Peraltro un traguardo della tracciabilità totale, fino alla singola organizzazione, è stato raggiunto a fine 2022, in anticipo di oltre due anni rispetto all’obiettivo prefissato.

Non solo il cacao, ma anche le altre materie prime devono essere certificate. Dal 2020 Ritter Sport utilizza grasso di palma certificato Rspo (da Roundtable on sustainable palm oil, associazione non profit che ha l’obiettivo di promuovere la coltivazione e l’utilizzo di olio di palma sostenibile) e coltivato rispettando l’ambiente e le persone. Inoltre, nel 2030 fino al 20 per cento delle nocciole necessarie proverrà da coltivazioni proprie di Ritter Sport.

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La piantagione di proprietà di Ritter in Nicaragua © Ritter Sport

El Cacao, la piantagione di proprietà di Ritter Sport

Un concetto, quello di essere proprietari diretti di un prodotto ampiamente impiegato nei propri prodotti, che Ritter Sport applica naturalmente anche al cacao. Andando oltre i confini europei: in Nicaragua l’azienda è attiva da oltre tre decenni con il programma Cacao-Nica a cui si è aggiunta, dal 2012, la piantagione di proprietà aziendale El Cacao di 2.500 ettari. Questo progetto dimostra come le competenze agronomiche avanzate di un’azienda possano essere impiegate per sostenere la crescita produttiva locale, creando nuove opportunità di occupazione e reddito per le comunità rurali.

Attualmente, ricoprendo un totale di 2.500 ettari, El Cacao è una delle più estese coltivazioni di cacao esistenti appartenenti a un produttore di cioccolato. Meno della metà dell’area, però, viene utilizzata per la coltivazione del cacao. Infatti, oltre 1.200 ettari sono ricoperti da boschi, foreste, fiumi e paludi con lo scopo di favorire e proteggere la biodiversità del luogo. Ora a El Cacao si producono 200 tonnellate all’anno di fave di cacao, ma l’obiettivo è quello di arrivare a 2.500, che corrispondono al fabbisogno del 20-30 per cento dell’azienda.

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Nel 2022, l’azienda ha inaugurato il più grande impianto solare termico della Germania © Ritter Sport

Il ruolo delle energie rinnovabili, verso la completa neutralità climatica

Dal 1980, la famiglia Ritter ha adottato una posizione chiara sull’energia, impegnandosi nella transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Nel 2022, l’azienda ha inaugurato il più grande impianto solare termico della Germania, generando energia termica condivisa con la rete di teleriscaldamento del comune di Dettenhausen. Seguendo la strategia aziendale di ottimizzare i consumi e ridurre le emissioni – dirette e indirette – di gas climalteranti, è stato adottato un nuovo sistema di raffreddamento commissionato nel 2022 per il sito di Waldenbuch. Una volta operativo, consentirà non solo di ridurre del 95 per cento i consumi di acqua connessi al ciclo produttivo, ma anche di consumare il 75 per cento di energia elettrica in meno rispetto al sistema precedente.

Dal 2020, Ritter Sport è neutrale dal punto di vista climatico grazie al sistema delle compensazioni. Tuttavia l’azienda, in collaborazione con i suoi fornitori di materie prime, intende raggiungere entro il 2025 l’obiettivo della completa neutralità climatica includendo le emissioni Scope 3 su cui può esercitare un’influenza diretta. Inoltre, è in corso il complesso passaggio dalle compensazioni affidate a organizzazioni esterne al calcolo della riduzione dell’impronta carbonica derivante dal ripristino della selva pluviale e dalla piantagione di El Cacao, in cui crescono più di un milione di alberi di cacao insieme a 30mila alberi da ombra autoctoni o piantati dai coltivatori locali.

Ma è la stessa Ritter Sport ad ammettere che le compensazioni non sono sufficienti. Così, entro il 2030, l’obiettivo è ridurre del 42 per cento le emissioni di gas serra delle emissioni classificate Scope 1 e Scope 3, in allineamento con la Science-based target initiative, per arrivare al 2050 con zero emissioni come richiesto dall’iniziativa Race to zero dell’Onu. Il calcolo include le emissioni Scope 3, quelle cioè di cui non è direttamente responsabile ma sulle quali può avere un’influenza positiva. Parliamo della catena dei fornitori che, in quest’ottica, saranno scelti in base al livello di impatto ambientale.

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