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Come la biodinamica aumenta la biodiversità, il racconto fotografico
Dalla lucciola che si ciba di una chiocciola alle ife dei funghi del sottobosco: in un libro con gli scatti di Renato Cottalasso raccontano la biodiversità all’interno dell’azienda agricola biodinamica La Raia.
Si parla tanto di biodiversità, ma come si può raccontare davvero questo concetto così bello e complesso? Il libro Alla scoperta della biodiversità (Fondazione la Raia – arte cultura territorio) lo fa attraverso gli scatti di Renato Cottalasso, fotografo naturalista ed esperto ornitologo genovese, che ha immortalato le piante, gli animali e i paesaggi dell’azienda agricola biodinamica La Raia, immersa nelle colline del Gavi, in Piemonte. Il volume nasce proprio dalla consapevolezza maturata in questi anni a La Raia in seguito alla scelta biodinamica, che ha generato una moltitudine di ambienti vegetali, di presenze animali che convivono con l’opera dell’uomo. La biodiversità è indagata nelle scelte quotidiane che hanno determinato appunto un ecosistema unico, ma – questa la tesi del libro – riproducibile altrove, nelle città, nel giardino di casa, ovunque ci sia la volontà (e la responsabilità) di mantenere la vitalità della Terra.
Un libro per chi ama la natura e la sua biodiversità
Il volume, con oltre 200 fotografie, è dedicato a chi ama la natura in tutte le sue forme: semplici, complesse, spesso misteriose: una lucciola che si ciba di una chiocciola, mamma codirosso che imbocca un cuculo, una sfinge del tiglio appena sfarfallata, una femmina di ragno lupo con i suoi piccoli, la lotta tra il biacco e il ramarro, la deposizione delle uova del dettico fronte gialla, le invisibili reti delle ife dei funghi per la vita del sottobosco e degli alberi e, ancora, volpi, cinciallegre, lepri e caprioli. Una ricchezza e una diversità dove ogni singola presenza vitale è connessa, nel suo crescere, alle altre, e mette in atto strategie per riprodursi e difendersi, una bellezza che dobbiamo preservare e favorire proprio come scrive Fabio Brescacin, della Libera fondazione antroposofica Rudolf Steiner di Conegliano, nella prefazione del volume: “Oggi la Terra non va solo coltivata, va curata. La terra è un essere vivente e vive e soffre come tutti gli esseri viventi. Noi uomini per la terra possiamo essere fonte di profondo dolore, ma anche fonte di profondo risanamento.”
La Raia e la conversione al biodinamico
Questa è dunque la missione de La Raia, che dicevamo, è un’azienda agricola biodinamica (certificata Demeter) che si trova nei comuni di Novi Ligure e Gavi (provincia di Alessandria), una zona a tradizione vinicola, e che comprende nella sua estensione vigneti, campi, prati, pascoli, paludi, boschi di castagno, acacia e sambuco che proteggono numerose specie di animali selvatici. Il progetto di recupero e valorizzazione dell’ecosistema originale è iniziato nel 2002, dopo l’acquisizione dell’azienda da parte della famiglia Rossi Cairo: “Ho visto La Raia per la prima volta nel 2001- si legge nell’introduzione di Giorgio Rossi Cairo, Presidente Fondazione La Raia – Mi ha colpito per l’armonia e la varietà del paesaggio, un’isola non raggiunta dall’urbanizzazione forzata di buona parte del nostro territorio. Sono stati i miei figli più grandi a suggerirmi di convertire le colture da convenzionali a biodinamiche, a cui è seguita la ricerca di un’armonia complessiva tra la natura spontanea, le attività agricole, la vita degli animali e la presenza dell’uomo”.
La produzione di vino e miele in armonia con la natura
A La Raia i terreni e le viti sono stati convertiti da convenzionali a biologici (con l’utilizzo del sovescio tra i filari, la concimazione con stallatico per favorire la fertilità, la potatura che segue le fasi lunari); è stata costruita una nuova cantina in materiali naturali; è stata ripristinata la rotazione dei terreni e sono state recuperate coltivazioni antiche di cereali come il farro monococco; infine, è stato reintrodotto l’allevamento del bestiame a pascolo (come i bovini di razza Fassona). Oltre al vino (Gavi e Barbera), l’azienda produce anche tre mieli biologici: l’ambiente è infatti una vera oasi di biodiversità per api e altri insetti impollinatori che trovano una tale varietà di nettari e pollini da garantire agli alveari salute e produttività tutto l’anno.
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