Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Biodiversità. Con la Citizen Science i cittadini diventano scienziati
Parte in Italia il primo progetto nazionale di “scienza dei cittadini”. Per monitorare e proteggere parte del nostro patrimonio naturale e diventare ricercatori, anche solo per un giorno.
Siamo il Paese con la più alta diversità animale e vegetale d’Europa. Uno scrigno di ricchezze, non solo dal valore ambientale, ma economico e sociale. Ospitiamo il 43 per cento di tutte le specie descritte in Europa e il 4 per cento dell’intero pianeta.
Ma i dati sulla perdita di habitat rimane allarmante: in tutta Europa un terzo delle specie è minacciato. Per questo nel 2011 la Commissione Europea ha la Strategia sulla Biodiversità 2020: un piano d’azione che prevede la salvaguardia degli habitat e delle specie più importanti dell’Unione.
Da questo obiettivo, nasce CSMON-LIFE (Citizen Science MONitoring), progetto italiano che si propone di promuovere una stretta collaborazione tra le istituzioni, i ricercatori sul campo e i cittadini: non più solo gli scienziati saranno impegnati nella scoperta, monitoraggio e protezione della biodiversità. Tutti i cittadini sono chiamati a partecipare.
Un progetto sicuramente ambizioso che vede coinvolti l’Università degli Studi di Trieste, l’Agenzia dei Parchi del Lazio, Comunità Ambiente, il Cts, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Divulgando, il Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università La Sapienza e quello di Zoologia dell’Università Tor Vergata.
Condivisione delle informazioni e delle nuove conoscenze, sviluppo di politiche di protezione condivise, unione delle forze. Solo così si potranno raggiungere risultati soddisfacenti. “L’idea di presentare un progetto di Citizen Science nasce dall’analisi di esperienze di successo nel Nord Europa, come il progetto Inglese Open Air Laboratories e negli Stati Uniti”, ha dichiarato Stefano Martellos del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Trieste e coordinatore del progetto.
Anche in Italia le campagne di Citizen Science non sono nuove. Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche ed Ambientali dell’Università di Bologna fondato nel 1997, studia le relazioni tra l’ambiente e le dinamiche della biodiversità nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, con il progetto Marine Science Group. Si tratta di un mezzo eccellente per la raccolta di dati potenzialmente di elevato valore scientifico, e al contempo un canale innovativo ed efficace per fornire informazioni scientificamente corrette al grande pubblico, coinvolgendolo in modo attivo e consapevole nelle attività di conservazione della biodiversità.
Cambiamenti climatici, specie aliene, tutela specie minacciate. I cittadini si trasformeranno in ricercatori sul campo, raccogliendo dati, campioni, immagini e quant’altro possa essere utile alla ricerca. Tutto utilizzando le potenzialità delle moderne piattaforme digitali mobili – quali smartphone e tablet – al fine di facilitare la raccolta di dati in campo, e di aumentare la visibilità del progetto. A questo scopo, verranno fornite ai cittadini informazioni adeguate a coinvolgerli nella raccolta di dati su alcune specie guida rappresentative di specifici problemi ambientali. I cittadini acquisiranno nel corso del progetto conoscenze e competenze tali da portarli a diventare, nel corso del progetto, una sorta di “citizen expert”, figure a metà tra il semplice curioso e il ricercatore.
“Con CSMON-LIFE vorremmo dare un contributo alla diffusione della Citizen Science in Italia, anche in collaborazione con tutti quelli – e sono molti – che stanno applicando da anni questo approccio in iniziative sia locali che nazionali. Con il contributo dei cittadini, riusciremo a contribuire alla scoperta ed alla tutela della nostra ricchissima biodiversità”, conclude Martellos.
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