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Biologico, a breve la proposta di riforma Ue

Le intenzioni di Bruxelles in tema di riforma del biologico sono ambiziose: l’obiettivo, secondo quanto riportato alle agenzie di stampa, è di eliminare gli ostacoli allo sviluppo dell’agricoltura biologica in Europa attraverso regole più chiare e meno deroghe. Questo, anche in virtù del fatto che quello del bio è l’unico settore dove la domanda supera

Le intenzioni di Bruxelles in tema di riforma del biologico sono ambiziose: l’obiettivo, secondo quanto riportato alle agenzie di stampa, è di eliminare gli ostacoli allo sviluppo dell’agricoltura biologica in Europa attraverso regole più chiare e meno deroghe. Questo, anche in virtù del fatto che quello del bio è l’unico settore dove la domanda supera di gran lunga l’offerta nonostante, dal 2008, registri una crescita in valore di produzione: in Italia, secondo le ultime rilevazioni Aiab, in controtendenza con il calo del 3,7 per cento dei consumi alimentari convenzionali, i prodotti privi di pesticidi hanno registrato un aumento di poco inferiore al 9 per cento.

 

Tra gli scopi dell’Ue c’é anche quello di rendere più eque le regole di concorrenza, armonizzando il più possibile le norme di produzione, in modo da semplificare e aumentare la severità degli standard europei. Ad esempio, regolamentando la trasformazione dei prodotti bio, per i quali solo in Italia esiste già una normativa.

 

hummus bio

 

Infine, il progetto punta a rafforzare la fiducia dei consumatori nel bio, con più controlli mirati, in particolare sulle importazioni dai Paesi extraeuropei.

 

“Si tratta principalmente di un ammodernamento del quadro normativo esistente, nel solco già avviato nel 2007 con la riforma completa del quadro normativo datato 1991. L’aspetto più rilevante è la maggiore integrazione del sistema di controllo per il settore biologico con quello europeo per la sicurezza degli alimenti, anche questo un intervento già avviato nel 2007 ma fino a ora di fatto non esplicitato e con troppi margini di ambiguità. E’ indubbio che le recenti frodi che hanno riguardato non solo l’Italia abbiano condizionato alcune scelte, nel tentativo di rafforzare l’integrazione dei sistemi di sorveglianza sul mercato e migliorare l’efficacia del sistema di controllo. Sarà comunque l’attuazione a livello nazionale quella che realmente potrà modificare lo status quo e in tal senso ora il Governo e il Parlamento non hanno davvero più alibi per rimandare la riforma della legislazione nazionale di settore, ferma al 1995.” Questo il commento di Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica.

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