Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
Il biologico vola nelle mense scolastiche
Il buon andamento del settore bio e il sostegno pubblico trainano anche il canale delle mense scolastiche, che ha una funzione cruciale nell’educazione alimentare delle nuove generazioni. Ma il tema dei costi e l’efficienza di filiera restano cruciali.
La fiera Sana è terminata, archiviando un altro anno molto positivo per il biologico. I dati dell’Osservatorio 2018, infatti, confermano che gli alimenti organic sono ormai una presenza fissa sulle tavole degli italiani, con un 42 per cento di acquirenti frequenti (heavy user, la cui spesa è composta almeno all’80 per cento da prodotti biologici) e con almeno un acquisto annuale da parte di 8 italiani su 10. Ma per quanto riguarda le scuole? Qual è la situazione del biologico nelle mense scolastiche italiane?
Cosa rivela il Rapporto Bio Bank
A fare il punto è stato il Rapporto Bio Bank, che ha voluto fotografare la situazione all’indomani dell’entrata in vigore del decreto ministeriale sulle mense bio – nato proprio quest’anno con l’obiettivo di incentivare la ristorazione scolastica biologica, passando per la certificazione. Una scelta che rafforza il legame a filo doppio tra biologico e bambini, visto che il ritratto dell’acquirente tipo uscito dall’Osservatorio Sana è: donna (79 per cento degli intervistati), di un’età compresa tra i 35 e i 45 anni (50 per cento), con figli di meno di 12 anni (43 per cento).
Le mense possono quindi giocare un ruolo strategico, affiancandosi a un percorso di educazione alimentare voluto anche dalle famiglie. Questa scelta è inoltre un investimento sulla salute dei bambini e dell’ambiente. Senza trascurare il fatto che le scuole, per i produttori di biologico, restano uno dei principali sbocchi commerciali.
Il tema dei costi
Il Ministero delle Politiche agricole ha istituito (e fino al 2021 gestirà) un fondo di 44 milioni di euro per realizzare iniziative di informazione e promozione nelle scuole, ma soprattutto per ridurre il costo del servizio a carico degli utenti. Un tema cruciale, quello dei costi, perché proprio mentre cresce l’interesse per i prodotti biologici, calano le risorse pubbliche e quelle delle famiglie. Per le mense che passano al bio, il costo del pasto finale aumenta in media del 20 per cento ed è qui che si gioca la sfida di rendere efficiente la filiera. Nonostante l’influenza della crisi economica sui bilanci comunali, chi ha scelto di introdurre il bio nelle mense scolastiche difficilmente torna indietro. L’onda lunga della crisi agisce però da freno per chi vorrebbe iniziare.
Cosa emerge dai dati Bio Bank sulle mense scolastiche
Il mercato della ristorazione biologica è stimato in 377 milioni di euro nel 2016, con una crescita del 135 per cento rispetto al 2007, quando valeva 160 milioni di euro. Le mense scolastiche che utilizzano prodotti bio rientrano in questo macroinsieme: nel 2017, BioBank ne ha censite 1.311 (erano 1.288 del 2016). Una mensa su quattro del campione analizzato utilizza dal 70 al 100 per cento di alimenti biologici. In particolare, sul totale di 1.311 mense censite, sono 129 quelle che utilizzano dal 70 all’89 per cento di ingredienti bio e 111 quelle che ne utilizzano dal 90 al 100 per cento. A beneficiare della certificazione e dei contributi previsti dal Fondo per le mense scolastiche bio, saranno appunto le mense con una quota di biologico molto elevata, tra il 70 e il 100 per cento. I pasti quotidiani con materie prime bio serviti nelle scuole hanno raggiunto quota 1.274.889, contro 1.250.369 nel 2016, con una crescita tutto sommato modesta (2 per cento). Fra il 2013 – anno della prima rilevazione BioBank – e il 2017, la crescita è stata invece del 3,7 per cento. Considerando il calendario scolastico medio di 200 giorni, i pasti bio serviti complessivamente lo scorso anno toccano quindi i 255 milioni, soprattutto in nidi, scuole materne e primarie.
Regioni e operatori sul podio
La regione leader per numero assoluto si conferma la Lombardia con 245 mense bio, seguita a ruota dal Veneto con 215, mentre l’Emilia-Romagna ne conta 163. Per densità delle mense rispetto al numero di abitanti, spiccano invece Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto. All’Emilia Romagna appartengono anche le aziende più virtuose delle 14 imprese ristorative analizzate da BioBank: la cooperativa CIRFOOD – per numero di pasti serviti e percentuale di materie prime bio utilizzate – si aggiudica la medaglia d’argento, posizionandosi al secondo posto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Sana 2023 torna a Bologna con un’edizione interamente B2B che accoglierà i professionisti del settore del biologico e del naturale. Novità i focus sui prodotti veg e free from.
In tutto il mondo crescono superfici agricole coltivate a biologico e produttori, ma serve una spinta ai consumi verso la transizione agroalimentare.
Andiamo in Sicilia per conoscere il lavoro e la filosofia di Firriato, la prima cantina carbon neutral in Italia. Ne parliamo con Federico Lombardo di Monte Iato, Coo dell’azienda.
Dal valore del mercato globale alla superficie coltivata nel mondo, tutti i numeri del settore biologico, in continua crescita.
Nei giorni della Cop26, l’attivista indiana Vandana Shiva torna a parlare di agricoltura rigenerativa e tutela del suolo e della biodiversità come antidoto alla crisi climatica.
Un report ha fotografato i numeri del vino biologico nel nostro Paese che è il primo per incidenza della superficie vitata biologica sul totale coltivato.
È il risultato di uno studio che ha valutato l’esposizione globale dei bambini, in utero e nell’infanzia, a diversi fattori riguardanti l’alimentazione e l’inquinamento.
Facciamo chiarezza con Maria Chiara Gadda, la parlamentare prima firmataria del testo, e Maria Grazia Mammuccini, presidente della Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica.