Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Cos’è la biorisonanza e come funziona sugli animali, per una diagnosi dolce
La biorisonanza è un metodo non invasivo che aiuta nella diagnosi di malesseri e malattie dei nostri amici cani e gatti, e altri animali. Capiamo di cosa si tratta con l’aiuto dell’esperta veterinaria.
La biorisonanza (o moraterapia, acronimo dei suoi inventori, Morell e Rasche) è un metodo energetico considerato appartenente alla medicina olistica che vede la persona nel suo insieme e non come semplice somma dei singoli organi.
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La terapia della biorisonanza sfrutta a scopo terapeutico le energie, o meglio le oscillazioni – cioè le frequenze elettromagnetiche – del paziente generate dalle cellule del corpo. La biorisonanza funziona stimolando il corpo ad autoregolarsi e ritrovare il proprio equilibrio energetico, favorendo l’auto-guarigione da malattie o disturbi funzionali relativi ai diversi organi.
Questo processo è possibile grazie al fatto di eliminare le interferenze provenienti sia da fattori esterni che da squilibri interni. Grazie a questo procedimento è possibile eliminare i campi di disturbo e rafforzare le forze di auto-guarigione dell’organismo, in modo tale che esso sia in grado di avviare processi di disintossicazione e risanamento. Ogni singola cellula del corpo – sia umano che animale è doveroso aggiungere – è circondata da un campo magnetico che interagisce con i campi magnetici circostanti.
Si potrebbe, infatti, considerare le cellule come “generatori di energia” che tendono ad assorbire o rigenerare determinate sostanze. Questo funzionamento viene influenzato da molti fattori: stress, inquinamento, intolleranze alimentari, ansia. La carica energetica delle cellule, quindi, si altera e si indebolisce. E, se non si interviene annullando il fattore dissonante, si arriva alla malattia.
La biorisonanza e gli animali
La biorisonanza applicata al campo degli animali da compagnia – come cani e gatti, ma anche a cavalli, mucche, etc. – sta iniziando a fare i primi passi anche in Italia, sulla scorta delle esperienze in nazioni più aperte nel campo delle terapie olistiche come la Germania e i paesi nordici.
Come funziona la biorisonanza per i nostri amici a quattro zampe? “Si usano degli elettrodi che, posti su determinate zone del corpo, captano le vibrazioni elettromagnetiche dell’organismo e le inviano a uno speciale apparecchio”, spiega Maria Cuteri, medico veterinario che da anni si è avvicinata a questo tipo di terapia.
Bisogna calcolare che le vibrazioni di un animale sano sono diverse da quelle emesse da un soggetto malato o con qualche deficienza organica. “Le cellule in piena salute – nota Cuteri – emettono vibrazioni armoniose. Quelle malate o compromesse no”.
In questo modo il terapeuta può iniziare a stabilire quali funzioni organiche stanno svolgendo bene il loro compito e quali, invece, presentano difficoltà o deficit di qualche tipo. “Attraverso la biorisonanza – aggiunge la dottoressa Cuteri – è possibile individuare velocemente e in modo preciso la diagnosi”.
Intolleranze alimentari, ma anche intossicazioni e malattie della pelle
Durante una seduta di biorisonanza il piccolo paziente – a cui è stato applicato un morbido collare contenente gli elettrodi che si collegano alla macchina che “legge il tracciato – si rilassa sempre notevolmente, arrivando spesso anche ad addormentarsi. La biorisonanza, infatti, è un metodo non invasivo ed estremamente rispettoso dell’animale, che non prova paure o ansie nei confronti del terapeuta.
“Questo metodo serve moltissimo in campo veterinario per identificare intolleranze alimentari, problemi cutanei, dermatosi, malattie del metabolismo”, dice Maria Cuteri. Nella valutazione vengono presi in considerazione non solo tutti gli apparati, ma anche la presenza di intossicazioni dovute a sostanze estranee all’organismo, come i metalli pesanti, i pesticidi, alcune sostanze chimiche.
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Nel suo libro Allergie nei cani e nei gatti, la dottoressa Cuteri spiega che gli apparecchi di biorisonanza riescono a rilevare un’alterazione frequenziale aiutandoci nella diagnosi in una fase anteriore al disturbo funzionale. Vale a dire che questo metodo può identificare uno stato di squilibrio nel paziente a quattro zampe, facendo in modo che il terapeuta intervenga in prima battuta per sanare il danno e impedire che intervenga la malattia vera e propria.
“A grandi linee – prosegue Cuteri – il lavoro che spetta alla biorisonanza in campo animale è quello di accordare e rimettere a registro le frequenze alterate, riportando armonia cellulare e quindi benessere all’organismo”. E se ciò avviene senza arrecare stress o disagio ai nostri amici a quattro zampe è davvero il caso di accogliere questo nuovo metodo terapeutico nell’universo prezioso dei pet di casa.
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