Dopo tre anni di carcerazione, Aung San Suu Kyi è stata trasferita ai domiciliari a causa del caldo torrido che sta colpendo il Myanmar.
Birmania, il nuovo presidente ha liberato centinaia di prigionieri politici
Il nuovo governo democratico della Birmania ha liberato 200 prigionieri politici, iniziando il proprio mandato con un atto di giustizia e umanità.
Il nuovo presidente della Birmania, U Htin Kyaw, ha rilasciato più di 200 prigionieri politici. L’ordine è arrivato qualche settimana dopo la nomina del nuovo governo e pochi giorni dall’inizio, il 4 aprile, del suo mandato.
All’inizio di aprile Aung San Suu Kyi, che è di fatto guida attiva del governo, aveva annunciato che la nuova Birmania avrebbe considerato il rilascio dei prigionieri politici come una priorità e che avrebbe liberato, non appena possibile, tutti i prigionieri politici e attivisti ancora in carcere arrestati dalla giunta militare del paese. La premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è consigliera di stato, nomina creata appositamente per lei ed equivalente a quella di primo ministro. Questa posizione rappresenta la sua leadership de facto della Birmania.
Anche Suu Kyi è stata prigioniera politica per 15 anni durante l’ex governo militare del paese, così come lo sono stati diversi esponenti del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (Nld).
Tra quelli appena rilasciati ci sono studenti, attivisti e giornalisti. Secondo le organizzazioni per i diritti umani al momento della nomina del nuovo governo, avvenuta un mese fa, c’erano circa 100 detenuti politici e altri 400 in attesa di giudizio.
Il presidente U Htin Kyaw ha annunciato che il rilascio ha l’obiettivo di promuovere la riconciliazione e la tranquillità nazionale come parte dei festeggiamenti dell’anno nuovo: “Per rispondere alla maggior parte della popolazione continueremo a provare a rilasciare prigionieri politici, attivisti politici e studenti con processi legati alla politica”, ha detto rivolgendosi al paese in occasione delle celebrazioni nazionali. “Dobbiamo anche far sì che in futuro non si effettuino più questi tipi di arresti”, ha concluso il presidente.
Perché questo avvenga il paese deve attuare dei cambiamenti nel suo quadro normativo vigente. Infatti, se da una parte il rilascio dei prigionieri è stato accolto con grande approvazione, dall’altra i gruppi per i diritti umani hanno sottolineato che il governo deve ancora abrogare e modificare tante leggi ancora in vigore che non consentono alla popolazione di esercitare appieno i propri diritti di base.
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