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Black Friday, per l’ambiente un venerdì veramente nero
Sono 429 mila le tonnellate di CO2 emesse all’anno a causa del Black Friday. Per questo sono sempre più le iniziative di protesta e boicottaggio.
429 mila tonnellate di CO2. Tante sono state le emissioni prodotte nel 2020 in occasione del Black Friday e tracciate nel report Dirty delivery del sito money.co.uk. Per mettere questo dato in prospettiva, gli acquisti fatti durante questa giornata inquinano quanto 435 voli andata e ritorno tra Londra e New York.
Il problema maggiore di questa giornata di sconti folli, come evidenzia il report, sta nella logistica. Gli acquisti del Black Friday avvengono per la maggior parte online, presupponendo un massiccio impiego di trasporto su strada. Ogni consegna di pacchi di medie dimensioni di Asos ad esempio, che utilizza Dpd ed Hermes come principali società di consegna, genera circa 3,68 kg di CO2.
Sempre stando ai dati raccolti in Dirty delivery, nel 2019 Amazon ha elaborato 4,4 milioni di transazioni durante il Black Friday e le previsioni per lo stesso giorno del 2022 sono in crescita. Oltre a questo, un altro enorme problema è rappresentato dagli imballaggi, il cui utilizzo aumenta a dismisura a novembre generando il più alto volume di rifiuti dell’anno secondo Greenpeace.
ma non solo, visto che ormai il Black Friday e il suo fratello minore Cyber Monday, sono diventati eventi globali, la sola previsione dell’aumento degli acquisti comporta un incremento importante di produzione in qualsiasi settore.
La trappola del Black Friday
Secondo lo psicologo clinico Dr Jonathan Pointer questa giornata e la comunicazione che vi è creata intorno, sono deliberatamente orchestrate per gettare nel panico le persone che rischiano di perdersi degli “affari” se non agiscono in fretta. Lo spiega bene Lauren Sharkey nel suo articolo uscito su Bustle “Il problema del Black Friday, in accordo con gli esperti ambientali“.
Il numero delle offerte veramente vantaggiose è infatti limitato, quindi in fin dei conti sono poche le persone che fanno degli affari veri, in compenso però il circuito mediatico fa sì che le persone comunque programmino di fare acquisti durante questa giornata.
Per il 2022 in Italia la spesa media stimata per il Black Friday sarà di 182 euro a persona, anche se il 54 per cento del campione preso in esame potrebbe arrivare a spendere fino a 300 euro. A svelarlo un’indagine condotta dal quotidiano Repubblica, secondo cui per tre intervistati su cinque il Black Friday rappresenta un’occasione importante. Un intervistato su tre invece ipotizza di comprare di più rispetto al 2021.
Il cortocircuito che si è creato negli ultimi anni intorno al Black Friday fa sì che molti brand decidano di produrre di più in vista di questa giornata. E il problema è che lo fanno non solo limitandosi ad ampliare il catalogo ordinario, ma creando dei prodotti ad hoc che non sempre rispettano gli standard qualitativi che siamo soliti riconoscere a quello stesso brand.
Nel campo della tecnologia la maggior parte dei prodotti messi in vendita durante l’ultimo venerdì di novembre sono delle edizioni limitate realizzate con materiali più scadenti, secondo un’inchiesta dell’emittente NBC News. Senza contare poi che il marchio che le mette in vendita, rivendica un prezzo all’origine molto alto, in modo da poter strillare uno sconto stellare.
Elettronica e tessile sono infatti i settori in cui si compra di più durante il Black Friday. Una ricerca di Fit Small Business indica infatti che il 77 per cento delle donne indirizzeranno i loro acquisti su abiti e accessori, mentre il 78 per cento degli uomini sull’elettronica.
Abbiamo già a lungo parlato di quanto la sovrapproduzione sia il problema più grande del mondo della moda. Iniziative come il Black Friday e il Cyber Monday portano a un incremento tale dei consumi che, nell’80 per cento dei casi, gli abiti acquistati con questi sconti finisconoin discarica senza neanche essere stati mai indossati.
Chiaramente non tutti gli sconti stimolano un consumo insensato, qui si apre anche un tema di accessibilità. Molti potrebbero aspettare una svendita prima di acquistare un prodotto essenziale, come un nuovo materasso ad esempio. Nel tessile il confine è sempre molto labile: un report di Fashion Revolution rende noto che il 29 per cento degli acquirenti nel Regno Unito prevede di spendere di più in abbigliamento e scarpe durante il Black Friday rischiando di fare compere non per l’essenziale, ma per il superfluo.
Il Black Friday esiste dagli anni Venti
Prima che diventasse l’evento globale e catastrofico dal punto di vista ambientale che è oggi, il Black Friday ha avuto una vita relativamente circoscritta agli Stati Uniti prima e all’universo anglosassone poi.
Nel 1924, pur essendo a cinque anni prima della crollo di Wall Street e dalla Grande depressione, gli Usa vivono uno dei periodi più floridi della loro storia, i Roaring twenties, in cui inizia a plasmarsi l’idea di consumismo. Data la vicinanza con il Natale i grandi magazzini Macy’s pensarono di dare un’ulteriore boost agli affari con questa giornata di sconti, destinata a inaugurare il periodo dello shopping natalizio.
Sul perché questa giornata si chiami Black Friday circolano varie teorie, dalla più poetica e meno accreditata, a quella più macabra e probabile. Nella prima si attribuisce la dicitura al colore utilizzato per segnare gli utili nei libri contabili dei negozi: il rosso per il passivo, e il nero per l’attivo. L’ultimo venerdì di novembre segnava per i negozi il momento in cui poter finalmente utilizzare la penna nera.
In realtà l’ipotesi più probabile è la seconda: quando ancora non esisteva l’e-commerce, l’unico modo per accaparrarsi gli sconti era quello di recarsi fisicamente in negozio creando comprensibili disagi per il traffico e la mobilità, se non veri e propri scontri. Pare infatti che “Black Friday” sia stato detto in relazione a questa giornata per la prima volta negli anni Sessanta da parte di alcuni poliziotti di Philadelphia, mentre escogitavano un piano d’azione per prepararsi al “venerdì nero”.
Negli anni Ottanta il fenomeno del Black Friday ha assunto contorni e dimensioni sempre più grandi e globali per poi sfociare in quello che conosciamo oggi: un evento cavalcato in maniera importante da qualsiasi tipo di impresa. Il fenomeno ha assunto una portata tale che oggi in molti casi si parla di Black Week, ovvero di una settimana intera dedicata agli sconti.
Dal 2005 inoltre esiste anche il Cyber Monday. Quest’ultima data creata è stata creata a tavolino dalla divisione online della National retail federation (NRF), la più grande associazione dei commercianti al dettaglio al mondo, per dare un impulso all’e-commerce dei prodotti di elettronica.
Dal Green Friday al Blue Friday, le iniziative di boicottaggio
In Europa, fortunatamente, stiamo iniziando a preferire il Green Friday al Black Friday. Già da qualche anno infatti la consapevolezza in fatto di sostenibilità ha sollevato più di un dubbio su questa ricorrenza iper consumistica tanto che, nel 2017, in Francia è nato un movimento di esplicito boicottaggio, il Green Friday appunto.
Il collettivo, come si legge sul sito, ha l’obiettivo di far diventare l’ultimo venerdì di novembre un giorno di riferimento per aumentare la consapevolezza, tramite azioni concrete e campagne a favore di un consumo responsabile.
Sono infatti sempre più i brand, appartenenti al mondo della moda e non, che decidono di intraprendere azioni in aperto contrasto con la scontistica selvaggia. Da chi chiude l’e-commerce nei giorni del Black Friday, a chi produce materiale informativo e divulgativo o organizza in store iniziative per riparare gli abiti usati.
Non solo, a Venezia il 25 e il 26 novembre si tiene il Blue friday, una due giorni organizzata dallo Ioc-Unesco, l’ente che si occupa del Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (2021 – 2030). Una serie di incontri per aziende, istituzioni e cittadini per trasformare questo periodo di novembre in un momento di riflessione e salvaguardia del Mediterraneo.
Tra le iniziative messe in campo dalle aziende, l’Orange Friday di Save The Duck che, dal 25 al 28 novembre, in concomitanza con la giornata contro la violenza sulle donne, devolverà il 20 per cento dei suoi ricavi al progetto Emergenza Afghanistan di Pangea, a supporto dell’emancipazione sociale ed economica delle donne afghane.
Patagonia inaugura una repair station fissa nel negozio di Milano, una vera e propria postazione per riparare capi del brand in qualsiasi momento, che nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 sarà aperta anche per la riparazione di indumenti di altri marchi.
Ecoalf, brand d’abbigliamento dall’anima sostenibile, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #recyclingBlackFriday; mentre Artknit Studios ha inviato una newsletter a tutti i suoi clienti e iscritti dal titolo “Think Twice”, invitando a non comprare durante questi giorni, ma ad amare di più quello che già abbiamo.
Per incentivare un consumo consapevole e responsabile Cortilia promuove realtà d’eccellenza che impiegano pratiche produttive orientate al basso impatto ambientale, alla tutela della biodiversità e alle iniziative sociali; mentre ULTRASOUNDtech, marchio di prodotti repellenti a ultrasuoni, boicotta il Black Friday con l’iniziativa Black out che prevede la totale chiusura dello shop online dal 21 al 28 novembre.
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