Abbandonare il carbone: era la promessa del gigante finanziario BlackRock. Dopo un anno dall’annuncio, gli attivisti sono andati a verificare i numeri.
Greenwashing. La tanto decantata svolta green di BlackRock, che a gennaio 2020 aveva promesso di allontanarsi dal carbone, non sarebbe altro che una manovra di marketing. O almeno, questa è la pesante accusa che due gruppi di attivisti, Reclaim Finance e Urgewald, rivolgono al fondo d’investimento più grande al mondo.
I numeri della più grande società di investimento al mondo
Con 7.800 miliardi di dollari di asset in gestione, un colosso finanziario del calibro di BlackRock può davvero spostare gli equilibri. È azionista di peso di aziende del calibro di Apple, Google, Amazon, Facebook, Pfizer, e di banche come JPMorgan Chase e Bank of America. Ultimamente il suo nome è comparso a più riprese nel dibattito politico d’Oltreoceano perché, secondo fonti giornalistiche, il presidente eletto Joe Biden avrebbe preso in squadra ben tre suoi dirigenti (in carica o ex): Michael Pyle, Brian Deese e Wally Adeyemo.
Gli impegni di BlackRock per il clima
Da qualche anno BlackRock ha promesso di mettere sempre più i cambiamenti climatici al centro delle proprie politiche di investimento. I mercati sono stati lenti nel recepire i rischi legati al clima, ma ormai “siamo sull’orlo di una completa trasformazione della finanza”, ha scritto il fondatore e amministratore delegato Larry Fink nella sua lettera agli azionisti del 14 gennaio 2020.
Tra le altre cose, il fondo si è impegnato a dismettere dai propri portafogli i titoli delle società che generano più del 25 per cento dei loro ricavi dalla produzione di carbone termico e a non fare più investimenti diretti in futuro. Un proposito da realizzare entro la metà del 2020. Ha anche promesso di “monitorare da vicino altre imprese che fanno abbondante uso di carbone termico nei loro processi produttivi, per comprendere se stiano effettivamente preparandosi alla transizione ad altre fonti”.
Più in generale, ha paventato apertamente di “votare contro i dirigenti e i consiglieri di amministrazione quando le società non svolgeranno progressi sufficienti in materia di informativa sulla sostenibilità e non predisporranno linee guida e piani aziendali ad essa connessi”. Come ha fatto nel 2017 per chiedere maggiore trasparenza alla società petrolifera ExxonMobil.
I punti deboli degli impegni ambientali di BlackRock
Questa strategia rischia però di fare acqua da tutte le parti, denuncia un report pubblicato da Reclaim Finance e Urgewald a un anno esatto di distanza dall’annuncio di BlackRock. Anche applicando la nuova policy, infatti, almeno 85 miliardi di dollari di asset risultano ancora investiti in società carbonifere. Oltre 24 miliardi di dollari vanno a finanziare aziende – come Sumitomo e Kepco – attualmente impegnate in progetti espansivi. Compresa la costruzione di nuove centrali termoelettriche con una capacità complessiva di 241 GW (il triplo di quella generata attualmente da Germania e Polonia messe insieme).
Ma com’è possibile? Innanzitutto, le società più grandi diversificano i propri asset e si mantengono così entro la soglia del 25 per cento di ricavi derivanti dal carbone. Ciò significa che BlackRock detiene ancora titoli di Glencore, produttrice di circa 123 tonnellate di carbone l’anno (per la precisione, 806 milioni di dollari in azioni e 100 milioni in obbligazioni). Con 2,5 miliardi di dollari in azioni, è anche un rilevante investitore della compagnia elettrica tedesca Rwe, al primo posto in Europa per emissioni di CO2, intenzionata a chiudere le proprie centrali termoelettriche solo a partire dal 2028.
Fattore ancora più rilevante, oltre i due terzi degli asset totali di BlackRock sono gestiti passivamente: ciò significa che il fondo non va a selezionare i titoli ma acquisisce tutti quelli che costituiscono un determinato indice (come per esempio il Ftse 100, costituito dalle cento società a maggiore capitalizzazione quotate alla Borsa di Londra). Impossibile applicare la politica di esclusione del carbone a questo immenso volume di investimenti.
Durissimo il commento di Lara Cuvelier, attivista di Reclaim Finance. “Dopo un anno, è difficile non vedere altro che greenwashing negli impegni per la sostenibilità di Larry Fink. Se vuole che BlackRock sia un leader nell’azione per il clima invece che un reietto, deve iniziare ad allineare le parole alle azioni, e dirigere l’imponente potere finanziario di BlackRock verso un futuro sostenibile. Dopo l’anno più caldo di sempre, il minimo indispensabile per la società è liberarsi dal carbone una volta per tutte”.
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