La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
La svolta di Bnp Paribas: niente più soldi all’industria del tabacco
Bnp Paribas, una delle più grandi banche in Europa, ha detto basta: i colossi del tabacco dovranno cercare finanziamenti altrove.
Bnp Paribas smetterà di finanziare e di fornire servizi di consulenza a tutte quelle industrie che ottengono la maggior parte dei loro ricavi dal tabacco. La banca ha annunciato la decisione a fine novembre, tramite una nota in cui chiarisce che rispetterà gli accordi contrattuali in essere, ma d’ora in poi bloccherà transazioni e investimenti nel settore e scioglierà progressivamente i propri legami con Big Tobacco. Bnp Paribas – precisa Bloomberg – non ha reso nota la propria esposizione attuale, né l’impatto previsto di questa scelta sui suoi ricavi. In passato, rivelano a Bloomberg alcune fonti che preferiscono rimanere anonime, l’istituto di credito avrebbe lavorato con British American Tobacco, Impersial Brands e Philip Morris.
The Union applauds @BNPParibas for its decision to cease all tobacco-related financing and investment https://t.co/4roDZHvE6v #tobaccofree pic.twitter.com/O5LmfVX2il
— tobaccofreeunion (@TheUnion_TC) 27 novembre 2017
Tutte le banche che hanno detto addio al tabacco
La decisione di Bnp Paribas farà parlare di sé, ma fortunatamente il colosso bancario francese non è il primo ad aver detto addio a un settore che ha un impatto così drammatico e pesante sulla nostra salute. Nel corso dell’ultimo anno, secondo il Financial Times, Big Tobacco ha già “perso” investimenti pari a 4 miliardi di dollari. La compagnia assicurativa Axa a maggio 2016 era stata la prima in Europa ad aderire all’appello della Global Taskforce for Tobacco Free Portfolios (Task force globale per gli investimenti liberi dal tabacco), promettendo di disfarsi di azioni (pari a circa 200 milioni di euro) e obbligazioni (valgono circa 1,6 miliardi di euro e verranno dismesse nei prossimi anni). Anche Bank of New Zealand ha preso la stessa decisione nella primavera del 2017: oltre al tabacco, non investirà più in munizioni a grappolo, mine antiuomo e armi nucleari.
Certo, si potrebbe obiettare che è ancora troppo poco. Che è inspiegabile il fatto che, salvo queste eccezioni, molti grandi nomi della finanza globale continuino a fare affari con un settore così controverso. Ma una spiegazione c’è, ed è fin troppo banale. Nonostante tutte le considerazioni etiche, e nonostante il suo futuro sia tutt’altro che scritto, il tabacco per ora rimane un business redditizio.
Un anno di cambiamenti per Bnp Paribas
Bnp Paribas si è fatta notare nel mondo della finanza responsabile quando, a ottobre 2017, ha annunciato lo stop a qualsiasi finanziamento a gas e petrolio da scisto e sabbie bituminose, oleodotti e trivellazioni nell’Artico. Parallelamente si è impegnata a sostenere le rinnovabili e le startup specializzate nell’efficienza energetica, ma anche a essere più ambiziosa in materia di green bond. Per il futuro la banca ha promesso di ritirare i finanziamenti per miniere e centrali a carbone. Bnp Paribas, fa notare Bloomberg, ad oggi rimane esposta su settori delicati a livello etico, come la difesa, il nucleare e l’olio di palma, che sono regolati da policy interne specifiche.
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