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Non abbiamo bisogno di essere degli illuminati per poter essere di aiuto agli altri nella vita quotidiana. Il percorso di crescita spirituale può essere accompagnato da azioni concrete.
Bodhicitta, nella filosofia e pratica buddista, è la
mente altruistica dell’illuminazione,
uno stato mentale infuso di chiarezza, semplicità e
tolleranza, dotato di serena saggezza e di profonda
compassione.
Alcuni, quando sentono parlare per la prima volta di bodhicitta,
la confondono con un atteggiamento sentimentale e molto emotivo:
“Oh, come vorrei che la gente fosse felice! Non riesco a sopportare
il pensiero della loro sofferenza.” Si sentono così
sconvolti dalle miserie altrui che la loro mente si deprime. Ma la
vera bodhicitta non ha niente a che
fare con uno stato mentale così bloccato e turbato. Al
contrario, è uno stato mentale infuso di chiarezza, di
semplicità e tolleranza, dotato di serena saggezza e di
profonda compassione. Consiste nell’aprire totalmente il nostro
cuore, mantenendolo tale il più possibile.
Molti si fanno un’altra idea sbagliata quando ascoltano per la
prima volta gli insegnamenti su bodhicitta. Poiché è
necessario sviluppare appieno il proprio potenziale
interiore per beneficiare gli altri in modo più
profondo e completo, pensano di non poter fare niente per gli altri
fino a quando non saranno diventati dei buddha, degli illuminati.
“Prima devo studiare seriamente per molti anni” pensano ” e poi
potrò iniziare la pratica dell’addestramento mentale.
Dopo molto tempo potrò sviluppare la rinuncia e bodhicitta e
dopo, in un lontano futuro, quando diventerò illuminato,
potrò cominciare a fare del bene agli altri.”
Un simile atteggiamento è completamente sbagliato; ci
stiamo solo reprimendo, adottando un concetto estremamente rigido
dello sviluppo della nostra vita spirituale. È solo un
ulteriore freno, un’altra fantasia; se crediamo troppo seriamente
di riuscire a programmare la vita in questo modo, prima di saperlo,
moriremo senza neanche avere iniziato!
In realtà, mentre coltiviamo l’amore, la compassione, la
saggezza e tutte le altre qualità interiori che conducono
all’illuminazione, possiamo anche contemporaneamente essere di
aiuto agli
altri.
Prima di tutto, anche solo vivendo una vita semplice e
impegnandoci seriamente a sconfiggere l’atteggiamento egoistico,
saremo automaticamente di beneficio. E secondariamente, dato che
ogni stadio dello sviluppo spirituale dall’inizio alla fine ha una
sua particolare funzione ed efficacia, saremo in grado di aiutare
gli altri in base al livello di comprensione che abbiamo
raggiunto.
Realisticamente parlando, dobbiamo aiutare gli altri sfruttando
al massimo le
nostre capacità. Pensare di non poter essere
d’aiuto finché non saremo illuminati è solo egoismo e
ignoranza: tutto ciò riflette una comprensione completamente
sbagliata di ciò che significa addestramento spirituale.
[…]
È importante comprendere che la vera pratica è
qualcosa che si fa di momento in momento, di giorno in giorno.
Facciamo ciò che possiamo, con il livello di saggezza
acquisita e dedicando tutto al bene degli altri.
Viviamo semplicemente la nostra vita al meglio delle nostre
capacità: questo di per sé sarà di grande
beneficio agli altri. Non c’è bisogno di diventare un buddha
prima di cominciare
ad agire.
Lama Thubten Yesce
Tratto da Siddhi,
periodico di Buddhismo Mahayana.
Estratto da Lama Yesce, La via del
Tantra, Chiara Luce
Edizioni 1992.
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