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Bokken: l’arte della spada di legno
In giapponese Bo significa legno e Ken spada. Bokken
La tradizioni delle armi in legno in Giappone era decaduta con
l’avanzare delle tecniche di fusione dei metalli e la costruzione
delle prime spade, in cui presto i maestri artigiani giapponesi
erano diventati molto abili e raffinati. Fu il diffondersi delle
scuole (kenjitsu ryu) che permise al bokken una prima importante
rivalutazione. Negli allenamenti era pericoloso impugnare una vera
spada e spesso anche nelle simulazioni rallentate c’era il rischio
di rovinare l’arma o di farsi male. L’alternativa era l’uso di una
spada di legno modellata e sagomata, che aveva le stesse
caratteristiche di maneggevolezza e somiglianza. Tra i vari tipi di
legno a principio si preferì usare la quercia rossa e
bianca, un legno ottimale per la durezza e il peso. Furono sempre
le scuole a differenziarlo sempre di più, ogni Ryu aveva i
suoi metodi e i suoi stili che incidevano anche nella forma e nella
fabbricazione dei Bokken.
Nel periodo dello Shogun le varie scuole di Kenjitsu verificavano
l’efficacia delle loro tecniche in veri e propri duelli con le
spade vere (Shinken Shobu). Questa pratica comportava la morte del
perdente o, talvolta, di entrambi i contendenti. Furono quindi
emanati editti che proibirono lo Shinken Shobu. Fu così che
il Bokken rimpiazzò la spada in questi duelli fra le varie
scuole. Tuttavia quest’arma, in apparenza non letale e priva di
taglio, poteva procurare gravi ferite e in alcuni casi anche la
morte. Col tempo il bokken migliorò la sua efficacia fino a
diventare un’arma vera e propria, tanto che alcuni samurai finirono
col preferirla alla vera spada. Tra questi Myamoto Muschi, noto per
aver vinto più di 60 duelli, in alcuni casi affrontò
l’avversario usando il bokken anche contro armi reali. La tendenza
produsse un’ulteriore irrigidimento delle leggi e anche quest’arma
fu vietata e il suo uso ristretto ai Kata (forme di apprendimento
figurato).
Nei duelli tra scuole fu introdotta una spada fatta da strisce di
bambù tenute insieme da legacci di cuoio (shinai), usato
anche dal Kendo moderno, che consentiva un certo margine di
incolumità. Strumento ideale per la pratica sportiva lo
shinai, tuttavia non dà la piena sensazione di una spada
vera, per cui i kata di Kendo e la pratica delle armi in Aikido
sono ancor oggi eseguiti con il bokken.
Il praticante di oggi acquista un bokken commerciale fatto con
legni comuni, ma procurarsi o fare un buon bokken è
difficile. Conoscenza della tecnica, utilizzo di un ottimo legno,
una buona levigatura e una concentrazione di tipo spirituale sono
le condizioni indispensabili per la costruzione di un bokken degno
di questo nome. E ormai anche in Giappone questa antica arte vive
un inesorabile declino e gran parte della produzione è di
tipo industriale.
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