Dopo quattro giorni nelle mani dei rapitori, quasi 300 studentesse nigeriane sono state liberate grazie alla trattativa di pace avviata dalle autorità locali.
Le stragi di Boko haram nel 2015 in vista delle elezioni in Nigeria
“L’uso di donne in attentati suicidi è la strategia più drammatica che un’organizzazione terrorista possa usare. È più facile raggiungere gli obiettivi perché si è meno sospettosi quando si tratta di donne”. Queste parole sono state pronunciate da Martin Ewi, un ricercatore dell’Institute for security studies (Iss), l’istituto che si occupa di studiare le società
“L’uso di donne in attentati suicidi è la strategia più drammatica che un’organizzazione terrorista possa usare. È più facile raggiungere gli obiettivi perché si è meno sospettosi quando si tratta di donne”. Queste parole sono state pronunciate da Martin Ewi, un ricercatore dell’Institute for security studies (Iss), l’istituto che si occupa di studiare le società africane, durante un’intervista rilasciata alla Bbc per commentare la scelta di sfruttare donne e bambine per condurre attacchi ai civili da parte di Boko haram, il gruppo estremista islamico attivo in Nigeria.
© Joe Raedle/Getty Images
Gli attentati del 2015. Dall’inizio dell’anno sarebbero già due gli attentati condotti da Boko haram sfruttando ragazze, o meglio bambine, di poco più di 10 anni di età. Una strategia inaugurata l’8 giugno dello scorso anno quando una donna a cavallo di una motocicletta si è fatta esplodere vicino a una caserma militare nella città di Gombe, causando la morte di un soldato.
Tra il 9 e l’11 gennaio tre bambine si sono fatte esplodere nei mercati di due diverse città nigeriane. Il primo attentato è stato condotto da una bambina a Maiduguri, capitale dello stato di Borno, nel quale sarebbero morte almeno venti persone. Il secondo attentato è stato causato da due bambine che si sono fatte esplodere in un mercato di telefoni cellulari a Potiskum, nello stato di Yobe. In questo caso le vittime sarebbero almeno sei.
Sono in molti a credere che il rapimento delle 200 studentesse avvenuto ad aprile 2014 fosse finalizzato a questo, alla trasformazione delle ragazze in combattenti, ma questa teoria è stata smentita dal governo nigeriano. Secondo Ewi, l’uso di donne e bambine kamikaze è un segno di disperazione “l’ultima carta a disposizione di un’organizzazione. Ma non sappiamo se Boko haram ha già raggiunto questo stadio, o se ha deciso di giocare questa carta in anticipo.”
Il massacro di Baga. Oltre a questi attentati, l’8 gennaio Boko haram ha condotto un attacco nella città di Baga che l’organizzazione umanitaria Amnesty International ha definito forse “il più letale” nella storia del gruppo terrorista. L’agenzia di stampa Associated Press ha scritto che i morti sono troppi per essere contati, mentre alcuni testimoni locali hanno addirittura parlato di duemila vittime per le strade della città e centinaia di persone in fuga verso Camerun e Ciad. I terroristi avrebbero raso al suolo la città e preso il controllo di 16 villaggi vicini.
L’obiettivo finale del gruppo è creare un califfato islamico simile allo Stato Islamico proclamato tra Iraq e Siria dai combattenti. La Nigeria si trova in un momento estremamente delicato perché il 14 febbraio si terranno le elezioni legislative e presidenziali e l’aumento del numero di attentati e l’avanzamento dei ribelli potrebbe mettere a rischio seriamente la democrazia nel paese più popoloso del continente africano.
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