
L’attacco israeliano è avvenuto il 23 marzo ma è venuto allo scoperto solo nei giorni scorsi. Secondo fonti locali è stata un’esecuzione.
Un gruppo di ragazze, delle 270 rapite nel 2014, sono state liberate dal gruppo islamista Boko haram, in cambio della liberazione di alcuni jihadisti.
Il 6 maggio ha segnato la fine di un incubo per 82 delle liceali rapite nell’aprile del 2014 in Nigeria dal gruppo radicale islamista Boko haram. I guerriglieri jihadisti hanno infatti accettato di porre fine al rapimento delle ragazze, durato più di tre anni, in cambio della liberazione di alcuni membri dell’organizzazione.
A renderlo noto è stato il governo della nazione africana: “Siamo felici di poter annunciare che i negoziati per la liberazione di altre liceali di Chibok hanno portato i loro frutti”, ha dichiarato Garba Shehu, portavoce del presidente. L’esecutivo nigeriano ha colto l’occasione per ringraziare “le agenzia di sicurezza, l’esercito, la Croce Rossa e le ong locali e internazionali” per il supporto fornito.
“Sembrano stare bene, ma sono molto magre”, ha dichiarato una fonte locale all’agenzia Afp, senza poter fornire ulteriori informazioni circa lo stato di salute delle ragazze. Si sa che una di loro ha perso una gamba in seguito ad un bombardamento dell’esercito della Nigeria contro Boko haram, mentre ad un’altra è stata amputata una mano per via di un’infezione contratta nel corso della detenzione.
Nel mese di ottobre del 2016, altre 21 liceali erano state liberate, alcune delle quali con dei bambini nati nel corso del periodo passato nelle mani del gruppo islamista. Quest’ultimo detiene ancora 113 ragazze, secondo le informazioni fornite dalla stampa internazionale, sulle 270 rapite nel 2014.
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