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La Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro, a Bologna i grandi fotografi scattano le fabbriche e i lavoratori
A Bologna si svolge la Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro: 14 grandi mostre gratuite per raccontare luoghi e persone del mondo del lavoro. Ecco quelle da non perdere, fino al 19 novembre.
La Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro racconta gli operai, le macchine e le strutture con stili, tecniche e sensibilità diverse attraverso 14 mostre e altrettanti artisti della fotocamera. Grandi fotografi internazionali per un appuntamento diffuso in tutta la città di Bologna. L’arte a ingresso gratuito, sino al 19 novembre.
Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro, info
Soggetti insoliti forse ma sicuramente capaci di raccontare la realtà del lavoro, italiana e internazionale, del passato sino ai giorni nostri. Sguardi diversi su un mondo che interessa tutti, come lavoratori, come imprenditori o come semplici spettatori. La Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro è giunta alla sua terza edizione e offre in tutta la città 14 sedi espositive e altrettante mostre di grandi autori internazionali. Un modo per parlare dell’attualità e dell’economia attraverso l’arte.
I giorni di apertura delle sedi espositive saranno inoltre accompagnati da un ricco programma di eventi che si terranno prevalentemente al Mast (a ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria): incontri e visite guidate con gli artisti, tavole rotonde con grandi personaggi dell’attualità come il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz e del mondo della fotografia contemporanea, performance teatrali e concerti, e anche workshop per i più piccoli.
Un appuntamento che tocca vari aspetti del mondo del lavoro, come dice il titolo dell’edizione di quest’anno – Etica ed estetica del lavoro – e ancor più apprezzabile perché libera a tutti. Per accedere facilmente alla Biennale e a tutti gli eventi in programma la cosa più semplice è registrarsi sul sito e richiedere il badge; in questo modo sarà possibile anche assistere alle proiezioni organizzate in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Si tratta di film e docufilm su celebri fotografi tra i quali vi segnaliamo quelli dedicati a Robert Doisneau e Saul Leiter che saranno proiettati l’11 e il 12 novembre.
14 mostre in tutta la città, quelle da non perdere
Oltre alle esposizioni al Mast, tutto il centro storico di Bologna e i suoi luoghi simbolo ospitano mostre sul tema del “lavorare” nelle sue molteplici espressioni. Esposta una selezione originale di opere dal Museo di arte multimediale di Mosca del russo Alexander Rodchenko (Fondazione cassa di risparmio in Bologna – Casa Saraceni); una eccezionale mostra di paesaggi industriali fotografati nell’arco di trent’anni del ceco Josef Koudelka (Museo civico archeologico) e le migliori immagini realizzate per l’impresa nel corso della sua carriera dall’americano Lee Friedlander (Fondazione del Monte – Palazzo Paltroni).
Due invece le serie provenienti dalla Collezione Walther (Pinacoteca nazionale): un corpus di fotografie anonime del primo Novecento su una città americana costruita per lo sfruttamento del carbone e il ciclo American Power di Mitch Epstein che documenta, un secolo dopo, come la produzione di energia sia onnipresente nello stesso paesaggio. Il francese Mathieu Bernard-Reymond (Spazio Carbonesi) trasforma in composizioni astratte fotografie di siti di produzione energetica mentre il connazionale Vincent Fournier (MAMbo) mostra con imponenti immagini l’addestramento degli astronauti e i robot umanoidi.
Il catalano Joan Fontcuberta (Palazzo Boncompagni) presenta le sconvolgenti prove fotografiche sul cosmonauta sovietico che avrebbe dovuto essere il primo uomo sulla luna; lo svedese Mårten Lange (Teatro San Leonardo) racconta la solitudine degli impiegati negli spazi di lavoro di oggi e la complessità delle più sofisticate apparecchiature da laboratorio mentre il giapponese Yukichi Watabe (Museo di Palazzo Poggi), con un’ambientazione da film noir, segue sul campo un ispettore di polizia in un’indagine criminale nel Giappone appena uscito dalla Seconda guerra mondiale. L’inglese John Meyers (Museo internazionale e biblioteca della musica) è autore di un lirico reportage sugli stabilimenti industriali dismessi che attendono la riconversione in uffici, mentre gli italiani guardano alla realtà del nostro paese tra passato e presente. Michele Borzoni (Palazzo Pepoli Campogrande), con immagini di sconfinati spazi di lavoro nelle società di servizi di oggi e Mimmo Jodice (Santa Maria della Vita) con le inedite immagini dei bambini al lavoro nelle vie di Napoli, testimoni del suo impegno civile negli anni Settanta.
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