L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro incriminato per riciclaggio di gioielli dall’Arabia Saudita

Il rapporto sullo scandalo “O Caso das Joias” accusa l’ex presidente di appropriazione indebita di gioielli ricevuti da leader stranieri, in particolare dall’Arabia Saudita

Nuovi guai giudiziari per l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Dopo la condanna arrivata lo scorso marzo per associazione a delinquere e inserimento di dati falsi nel sistema del inistero della Salute nell’ambito dell’inchiesta sulla falsificazione dei certificati Covid-19, e il procedimento per il tentato golpe dopo aver perso le elezioni contro Lula, la polizia federale brasiliana ha accusato Bolsonaro di aver sottratto gioielli per un valore di 6,8 milioni di real brasiliani (circa 1,1 milioni di euro) durante il suo mandato presidenziale.

Le nuove affermazioni sono arrivate lunedì 8 luglio, tre giorni dopo le accuse formali nei confronti dell’ex presidente di appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e associazione a delinquere. Bolsonaro rischia una condanna a 25 anni di reclusione.

Oltre a Bolsonaro, sono state incriminate altre undici persone dell’entourage dell’ex presidente tra Bento Albuquerque, ex ministro delle Miniere e dell’Energia, Mauro Cesar Barbosa Cid e suo padre Mauro Cesar Lourena Cid, generale della riserva dell’esercito, Fabio Wajngarten, avvocato di Bolsonaro ed ex segretario alla comunicazione e l’avvocato Frederick Wassef. I mezzi d’informazione brasiliani hanno soprannominato lo scandalo O Caso das Joias, scoppiato dopo il sequestro di parte dei gioielli all’aeroporto di San Paolo nell’ottobre del 2021.

Il caso dei gioielli sauditi

Durante la presidenza Bolsonaro è stata messa in atto una grande operazione per eludere la registrazione dei regali provenienti dalle delegazioni straniere, secondo il rapporto inviato dalla procura generale, in modo da poterli vendere sotto l’egida dell’ex presidente. Il denaro ottenuto dalla vendita illecita di questi regali potrebbe aver superato un milione di real brasiliani (circa 167mila euro) indebitamente acquisito da coloro che procedevano alla vendita.

Tra i monili venduti illegalmente, oltre a gioielli sauditi del valore di circa tre milioni di euro, ci sarebbe stato anche un orologio Patek Philippe regalato al Brasile dalle autorità del Bahrein e una pistola donata dagli Emirati Arabi Uniti. Gli investigatori hanno affermato che è possibile che i frutti del presunto schema criminale siano stati utilizzati per finanziare le attività di Bolsonaro negli Stati Uniti quando ha lasciato il Brasile nelle ultime ore dei suoi quattro anni di presidenza, il 30 dicembre 2022.

Il caso giudiziario è scoppiato nel marzo del 2023, quando la Corte Federale dei Conti del Brasile, che controlla le casse del governo, aveva ordinato alla polizia di interrogare l’ex presidente e l’ex ministro delle Miniere e dell’Energia Bento Albuquerque e la restituzione dei gioielli.

Le reazioni al caso Bolsonaro

Le reazioni da parte dei fedeli di Bolsonaro non hanno tardato ad arrivare. Il figlio maggiore dell’ex presidente, il senatore Flávio Bolsonaro, ha dichiarato che “la persecuzione di Bolsonaro è evidente e spudorata” e che le azioni messe in discussione dalla Polizia federale “non hanno causato alcun danno al Tesoro”.

Anche Fábio Wajngarten, l’avvocato dell’ex presidente ha scritto su X che l’azione della Polizia federale è stata “arbitraria, ingiusta e persecutoria” oltre a pubblicare le dichiarazioni difensive di Bolsonaro sul caso dei gioielli.

Dopo un iniziale silenzio, Bolsonaro ha dichiarato di essere a disposizione della polizia federale per rispondere alle accuse che gli sono state mosse. L’ex presidente ha anche accusato la stampa di censurarlo e si è dato disponibile per una lunga intervista.
Ad oggi, esattamente come in seguito allo scoppio dello scandalo lo scorso anno, non sono arrivate dichiarazioni da parte della monarchia saudita.

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