Una violenta bomba d’acqua ha colpito la città di Palermo il 15 luglio, provocando ingenti danni a strade, vetture e abitazioni. Si cercano due dispersi.
Un fortissimo nubifragio ha colpito la città di Palermo, in Sicilia, nel pomeriggio di mercoledì 15 luglio. Le piogge torrenziali hanno allagato varie zone del capoluogo siciliano, con una situazione particolarmente critica sulla circonvallazione, travolgendo automobili, rendendo inagibili molti sottopassaggi e danneggiando svariate abitazioni, tanto da rendere necessario, in alcuni casi, lo sgombero delle stesse. I vigili del fuoco hanno portato a termine più di 300 interventi, riporta l’agenzia di stampa Ansa, e hanno fatto evacuare diverse palazzine a rischio di crollo tra via Marabitti e via Spedalieri. I sommozzatori hanno salvato una donna che era rimasta intrappolata nella sua auto, completamente sommersa dall’acqua, in via Imera.
Un camionista ha invece testimoniato di aver visto due persone a bordo della loro auto venire travolte dalla furia del temporale in un sottopassaggio di viale della Regione siciliana, all’altezza di piazza Albert Einstein. I soccorritori non hanno ancora trovato i due dispersi, la cui scomparsa non è stata denunciata; si saprà qualcosa in più nelle prossime ore, quando il sottopasso verrà completamente dragato. Si segnala, inoltre, che due bambini sono stati ricoverati in stato di ipotermia.
Come ha dichiarato Edoardo Ferrara di 3Bmeteo.com al Giornale di Sicilia, si è trattato di un temporale “autorigenerante” che, anziché transitare rapidamente, “ha continuato ad alimentarsi in loco, scaricando impressionanti accumuli di pioggia sempre sulle stesse zone. Ha preso vita grazie al passaggio di una modesta, ma insidiosa, saccatura atlantica sulla Sicilia, e ha trovato energia anche grazie alla presenza di aria calda e umida al suolo”.
Fenomeni come questo sono destinati a diventare sempre più intensi e frequenti per colpa del riscaldamento globale che, come nel caso degli uragani, provoca una maggiore evaporazione dell’acqua dalla superficie del mare, caricando l’aria di umidità.
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