Mancano 3.700 GW per centrare l’obiettivo di triplicare le rinnovabili, secondo Ember. Ma ora c’è chi teme un rallentamento della crescita solare dopo anni.
Il grande boom dell’energia solare. La rivoluzione energetica è oggi più vicina
Lo confermano i progetti in Paesi come il Marocco, gli studi pubblicati su riviste scientifiche, le proiezioni dell’Agenzia internazionale dell’energia. È boom per il solare e per le rinnovabili.
Nel 2020 più di un quarto (26 per cento) dell’energia mondiale proverrà da fonti rinnovabili. Lo ha rilevato l’ultimo rapporto dell’Aie (Agenzia internazionale dell’energia), che riporta come solo nel 2014, il 22 per cento di tutta l’energia utilizzata a livello globale provenisse da fonti rinnovabili, come solare, eolico, idroelettrico.
Una crescita esponenziale, grazie agli investimenti nel settore, alla riduzione dei costi delle tecnologie e agli investimenti in particolare di Paesi come la Cina. O come accade in Marocco, dove sorgerà uno degli impianti fotovoltaici a concentrazione più grandi al mondo, capace di produrre una volta ultimato, 580 MW di energia elettrica. Un terzo di tutta l’energia necessaria al Paese nordafricano.
Un vero e proprio boom quello del solare. Come confermato dallo studio “The great solar boom: a global perspective into the far reaching impact of an unexpected energy revolution” e pubblicato su Energy Science and Engineering. “Lo studio spiega come l’energia solare sia un’alternativa ormai pronta per una grande transizione energetica che consenta di conciliare crescita dell’economia globale e risanamento ambientale, di risolvere il dilemma fra possibile carenza di petrolio, aumento dei costi di estrazione degli idrocarburi e crescita della popolazione, che in passato aveva portato i prezzi su livelli insopportabili per molte economie”, racconta Francesco Meneguzzo autore dello studio e ricercatore dell’Ibimet Cnr di Firenze.
Solo il fotovoltaico varrebbe 200 gigawatt, potenza sufficiente a soddisfare la richiesta energetica dell’Italia, conferma lo studio. “Il fotovoltaico conviene perché, a seconda dei materiali utilizzati, restituisce da 10 a 50 volte l’energia impiegata nella sua costruzione. Mentre le diffuse perplessità rispetto all’occupazione di territorio paiono superate dalla valutazione che una superficie inferiore allo 0,6 per cento del territorio europeo sarebbe sufficiente per garantire con i pannelli fotovoltaici la copertura completa del fabbisogno elettrico dell’Unione europea”.
Una questione di costi naturalmente, ormai in linea con quelli dell’energia prodotta da fonti fossili. “La disponibilità crescente di elettricità ottenuta dalla luce solare durante le ore di punta – spiega Mario Pagliaro dell’Ismn Cnr di Palermo – ha fatto crollare il prezzo del kWh nei Paesi più solarizzati come Germania (dai 51 Euro/MWh del 2006 a 33 Euro/MWh del 2014) e Italia (dai 75 euro/MWh del 2006 ai 52 Euro/MWh del 2014)”.
Ma lo scenario non si ferma a questo, anzi. Secondo il rapporto di Greenpeace “Energy Revolution 2015 – 100% renewable energy”, entro il 2050 potremmo soddisfare l’intera domanda di energia globale con le rinnovabili, grazie ad investimenti che verrebbero ampiamente ripagati dall’abbandono delle fossili, sia in termini economici che ambientali. “Per un futuro 100 per cento rinnovabile al 2050 – scrive l’associazione ambientalista – l’investimento aggiuntivo medio nelle rinnovabili sarebbe di circa 1000 miliardi di dollari l’anno. Il risparmio medio legato al mancato uso di combustibili fossili rispetto allo stesso periodo sarebbe invece di 1070 miliardi di dollari l’anno, quindi più degli investimenti necessari per la completa transizione verso le rinnovabili”.
Un bilancio positivo, in tutti i termini, siano essi economici, sociali ed ambientali. Nel frattempo, la rivoluzione è già cominciata.
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