Grazie alla tecnologia lidar sono state scoperte migliaia di strutture maya in Messico. Ci sono ancora molte rovine sepolte nella giungla.
Bosnia-Erzegovina, un’impresa belga costringe a processo per diffamazione due attiviste
Sunčica Kovačević e Sara Tuševljak, due attiviste per l’ambiente della Bosnia ed Erzegovina, vanno a processo a Sarajevo con l’accusa di diffamazione. L’editoriale del portavoce di Amnesty International Italia.
Siamo ancora una volta di fronte a una Slapp (l’acronimo, che ricorda il suono di uno schiaffo, sta per Strategic lawsuit against public participation), un’azione legale che tende a bloccare la partecipazione alla vita pubblica attraverso cause per diffamazione in cui si richiede un risarcimento esorbitante. Sunčica e Sara hanno espresso pubblicamente la loro preoccupazione per il potenziale impatto di una centrale idroelettrica sul fiume Kasindolska e sull’ecosistema locale. A citarle in giudizio per diffamazione è l’impresa idroelettrica Buk, di proprietà della belga Green invest. Non è la prima denuncia, bensì la terza, nel giro di pochi mesi, con tanto di richiesta di 7.500 euro di risarcimento danni.
Il processo per diffamazione
Sunčica e Sara fanno parte di un attivismo giovanile sempre più vivace che cerca di contrastare la prassi della concessione indiscriminata di licenze, da parte del governo bosniaco-erzegovese, per lo sfruttamento di risorse naturali a vantaggio di imprese multinazionali. Alla vigilia del processo, Sunčica ha pubblicato questo commento: “Questa infondata denuncia per diffamazione proviene da un’impresa che ha sede in Belgio e che non ha alcuna voce in capitolo sull’ambiente della Bosnia ed Erzegovina. Non conosce il nostro fiume, la sua bellezza né tanto meno i danni che la centrale idroelettrica causerebbe all’ambiente e alla foresta. È come se pretendesse di avere più diritti sul fiume rispetto a noi che ci siamo nate e vissute”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per molte minoranze il dritto a scegliere tra Harris e Trump alle elezioni presidenziali Usa resta un percorso a ostacoli.
Il partito Sogno georgiano confermato con il 53,9 per cento dei voti. Ma piovono accuse di brogli e interferenze. L’Ue chiede di indagare. Intanto la presidente del Paese invita alla protesta. I vincitori: “Questo è un colpo di Stato”.
Due leggi approvate da Israele a larga maggioranza renderanno di fatto impossibile per l’Unrwa operare a Gaza e in Cisgiordania. La comunità internazionale insorge.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.
Continua l’assedio israeliano su Gaza nord, dove per l’Onu l’intera popolazione è a rischio morte. Nuovi missili contro l’Iran, mentre in Libano uccisi tre giornalisti.
Nel bacino di Kariba, in Zambia, c’è poca acqua a causa della siccità. Questo non permette di produrre elettricità e il paese è in balia dei blackout.
Dopo tredici anni di conflitto, la crisi umanitaria in Siria è una delle più gravi. Grazie anche al lavoro di WeWorld insieme alla cooperazione italiana, si cerca di dare strumenti agli studenti con disabilità per professionalizzarsi.
María Corina Machado ed Edmundo González Urrutia premiati “per la loro lotta per libertà e democrazia in Venezuela” e contro il regime di Maduro.