Per l’estate Empethy ha attivato la sfida per diffondere la cultura delle adozioni responsabili anche nelle aziende. Vediamo come funziona.
A Boston non verranno più venduti animali nei negozi
L’obiettivo dell’iniziativa è contrastare il sorgere di negozi che vendono animali allevati per scopi commerciali e favorire le adozioni dai canili.
Da Boston arriva un’importante lezione di civiltà, la città statunitense ha infatti deciso di vietare la vendita di animali domestici, come cani, gatti e conigli nei negozi di animali, negli allevamenti commerciali e nei mercati. Lo scopo dell’ordinanza, chiamata “Puppy Bill Mill” e approvata all’unanimità dall’amministrazione comunale, è quello di contrastare la mercificazione degli animali, troppo spesso considerati una mera fonte di guadagno, e favorire le adozioni di tutti quegli animali che vivono nel limbo di canili, gattili e rifugi.
Boston non è la prima città degli Stati Uniti a vietare la vendita di animali nei negozi, sono infatti oltre centoventi le città in cui il divieto è stato emanato, tra cui Chicago, Los Angeles e San Francisco.
“Siamo davvero contenti di vedere come Boston continui ad essere leader nel campo della protezione degli animali” ha dichiarato Kara Holmquist, direttrice dell’associazione animalista Massachusetts Society for the Prevention of Cruelty to Animals. Il provvedimento, che entrerà in vigore nel 2017, consentirà comunque ai negozianti di lavorare a stretto contatto con i rifugi e i canili, aiutando le associazioni preposte nelle adozioni. Si tratta di una scelta etica e lungimirante e a guadagnarne saranno sia gli animali che la città.
Dietro al commercio di animali domestici si celano pratiche crudeli, i cuccioli giungono nei negozi dopo viaggi estenuanti e provengono spesso da allevamenti dove i cani sono tenuti in condizioni igieniche e sanitarie inadeguate, e che violano la loro etologia, strappandoli prematuramente alle madri e privandoli del processo di socializzazione. Il divieto favorirà invece le adozioni di animali nei canili e nei gattili, alleviando la condizione di questi animali e riducendo i costi di gestione sostenuti dalle città e quindi dai cittadini.
In attesa di un provvedimento simile nel nostro Paese ricordiamo che possiamo contribuire noi stessi alla fine di questo commercio, prediligendo l’adozione di animali bisognosi, di cui traboccano le strutture sparse in tutta la penisola, e che cercano solo una famiglia, perché gli amici non si comprano.
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