Due designer di fama mondiale, Marcel Wanders e Ross Lovegrove, a confronto sul rapporto tra plastica e design. A stimolare il dibattito è stata una mostra alla scorsa Milano Design Week in cui 29 designer sono stati invitati a ripensare il loro approccio a questo materiale (ormai) demonizzato.
Da quest’anno le bottiglie usa e getta devono contenere una percentuale di plastica riciclata
Entra in vigore un’altra disposizione della direttiva europea sulla plastica monouso: quella sul contenuto di Pet riciclato delle bottiglie.
- Da gennaio del 2025, sul peso totale delle bottiglie in Pet per bevande, il 25 per cento dev’essere costituito da plastica riciclata.
- Questa è una delle misure previste dalla direttiva europea sulla plastica monouso.
- In Italia il consumo di bottiglie usa e getta è imponente, anche per una diffusa sfiducia nei confronti dell’acqua di rubinetto.
La direttiva europea sulla plastica monouso (nota come Sup, dall’inglese single-use plastics) è stata salutata come una rivoluzione. Ma è una di quelle rivoluzioni che non sono fatte di strappi improvvisi quanto, piuttosto, di tanti passi che convergono tutti nella stessa direzione. L’ultimo in ordine di tempo è scattato all’inizio di gennaio 2025: in tutti i paesi dell’Unione europea, Italia compresa, i produttori di bottiglie di Pet dovranno obbligatoriamente usare una certa percentuale di plastica riciclata.
Quanta plastica riciclata devono contenere le bottiglie di Pet
Solo pochi mesi fa, a luglio 2024, era scattato l’obbligo di mettere in commercio soltanto tappi di plastica che restano attaccati ai contenitori (vale a dire bottiglie di plastica, ma anche cartoni di latte e succhi di frutta in Tetra Pak). Una modifica apparentemente piccola che ha grandi ripercussioni positive, perché così diventa molto più raro che i tappi finiscano dispersi nell’ambiente.
Il nuovo requisito in vigore dal 2025 invece si applica alle bottiglie per bevande con una capacità massima di tre litri che hanno come componente principale il Pet, polietilene tereftalato. Insomma, alle comuni bottiglie e bottigliette d’acqua o altre bibite che si acquistano al supermercato, al bar o ai distributori automatici. A partire dal 2025 devono contenere almeno il 25 per cento di plastica riciclata, una percentuale che sale al 30 per cento a partire dal 2030. Attenzione però, perché questa quota va calcolata sul peso totale della bottiglia, incluso il tappo e l’etichetta. Inoltre, come si legge nella direttiva, va intesa “come media per tutte le bottiglie in Pet immesse sul mercato nel territorio dello Stato membro in questione”.
Sempre entro il 2025, ciascuno stato membro deve assicurare la raccolta differenziata di almeno il 77 per cento, in peso, delle bottiglie di plastica monouso immesse sul mercato durante l’anno. Entro il 2029 bisognerà arrivare al 90 per cento.
A che punto è l’Italia, primo paese europeo per consumo di acqua in bottiglia
Per cittadini e cittadine non cambierà pressoché nulla. Da tempo vari produttori di acqua e bibite mettono in commercio bottiglie realizzate anche in plastica riciclata, in percentuali variabili. L’unica differenza può essere semmai nell’aspetto, con un colore leggermente diverso rispetto a quello abituale. Dal punto di vista delle aziende, lo sforzo richiesto è più consistente. Perché impone di adeguare gli impianti e approvvigionarsi di quantitativi sufficienti di plastica riciclata che rispetti rigorosi parametri qualitativi e di sicurezza e sia disponibile a un prezzo competitivo.
In Italia, il consorzio volontario che si occupa di raccogliere le bottiglie di Pet usate, avviarle a riciclo e consegnare la plastica riciclata ai produttori è Coripet. Oggi conta 63 imprese, più della metà del settore, e ottiene il Pet da riciclare in due modi: attraverso la raccolta tradizionale o gli eco-compattatori dedicati esclusivamente alle bottiglie. Leggendo il suo rapporto di sostenibilità si scopre che nel 2023 il tasso di raccolta differenziata delle bottiglie monouso in Pet ha raggiunto il 68,6 per cento e che le bottiglie dei consorziati, in media, contengono il 20 per cento di Pet riciclato.
I numeri restano imponenti, anche perché l’Italia è il primo paese in Europa per consumo di acqua minerale in bottiglia. Secondo i dati The European House – Ambrosetti, la media è di 249 litri pro capite, 159 in più rispetto alla media di Unione europea e Regno Unito. Questo nonostante l’acqua di rubinetto sia conforme ai parametri di legge in oltre il 99 per cento dei casi.
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