Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Il bracconaggio di cactus sta svuotando i deserti americani
Il commercio illegale di cactus è in crescita e rischia di provocare l’estinzione delle specie più minacciate.
Il bracconaggio genera un enorme giro di affari e, con oltre quindici miliardi di euro annui, è il quarto mercato illegale più redditizio dopo il traffico di armi e di droga e la tratta di esseri umani. Quando parliamo di bracconaggio pensiamo subito ai crimini commessi contro la fauna selvatica, come elefanti e rinoceronti, ma questa piaga non risparmia neppure gli esseri viventi appartenenti all’altro regno, quello vegetale. È infatti in aumento il prelievo illegale di cactus in natura, soprattutto in alcune aree degli Stati Uniti, come il deserto dell’Arizona.
La razzia dei saguaro
Nell’Arizona meridionale si trova il parco nazionale dei Saguaro, caratterizzato dai cactus saguaro (Carnegiea gigantea), enormi piante il cui fiore è il simbolo dello stato e che possono raggiungere i venti metri di altezza. Questi giganteschi cactus, dal profilo vagamente antropomorfo, crescono solo nel deserto di Sonora, tra Stati Uniti e Messico, e sono una specie protetta. C’è però chi non si accontenta di ammirarli nel loro habitat naturale e vuole un saguaro nel proprio giardino, questa crescente domanda sta alimentando il furto di saguari e il commercio illegale di cactus.
Cactus a rischio
Il bracconaggio di cactus non riguarda solo i saguari ma numerose altre specie che vengono prelevate nel sud-ovest degli Stati Uniti, alimentando un oscuro commercio sotterraneo di cui non si conosce la reale entità. Secondo gli esperti questo fenomeno rischia di provocare la definitiva estinzione delle specie più minacciate. Uno studio pubblicato nel 2015 e condotto dal Global Species Programme della Iucn, sosteneva che quasi un terzo delle specie di cactus esistenti è a rischio estinzione. Il commercio illegale ha fatto sì che i cactus divenissero la quinta specie più minacciata inserita nella Lista Rossa Iucn della fauna e della flora in via di estinzione.
Leggi anche
- I cactus sono più minacciati dei panda, uno su tre rischia l’estinzione
- Storie di condanne esemplari ai bracconieri. Non sempre il crimine (sugli animali) paga
Come proteggere i cactus
Per proteggere i loro iconici cactus, i funzionari del parco nazionale dei Saguaro hanno iniziato a inserire microchip nei tronchi. Circa 700 piante sono state dotate di microchip da quando è stato avviato il programma. Il provvedimento sembra aver lievemente arginato il problema, che però, per essere risolto, necessita di interventi più radicali.
Tutti pazzi per i cactus
Da un decennio a questa parte i cactus, loro malgrado, stanno vivendo un’ondata di popolarità e sono diventati un ambito elemento di arredo in tutto il mondo, dalle case della classe media in Cina ai locali hipster d’Europa. Negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal Guardian, le vendite di cactus e piante grasse sono aumentate del 64 per cento tra il 2012 e il 2017, generando un mercato del valore di decine di milioni di dollari.
Perché si rubano i cactus
La bulimica civiltà del consumo che caratterizza la nostra epoca non ha però la pazienza di aspettare i lenti tempi di maturazione di queste piante (alcune specie impiegano decenni per crescere dal seme alla piena maturità, al saguaro occorrono circa quaranta anni per la prima fioritura). Per ottenere cactus maturi e pronti per essere esibiti si ricorre dunque all’illegale prelievo in natura. L’86 per cento dei cactus minacciati di estinzione utilizzati nel giardinaggio proviene infatti da popolazioni selvatiche.
Leggi anche
- California, cosa è successo nel parco nazionale del Joshua Tree durante lo shutdown
- Grazie ai cactus, le auto a idrogeno saranno più leggere ed efficienti
- Lanzarote, il Jardín de cactus vince il premio Carlo Scarpa per il giardino
Il bracconaggio ai tempi dei social media
La diffusione dei social media e l’ascesa dei siti dei e-commerce avrebbero esacerbato il problema, accelerando il furto di specie rare di cactus a crescita lenta nell’ultimo decennio. “Ci sono stati casi di collezionisti austriaci, tedeschi e italiani che hanno espresso un forte interesse sui social media per queste piante e condiviso le coordinate Gps dei cactus – ha dichiarato al Guardian Wendell Minnich, ex presidente della Cactus and succulent society of America. – Alcuni di questi collezionisti vengono nei nostri parchi per rubare i cactus, specialmente quando viene identificata una nuova specie, nascondono le piante in valigia e le riportano nella loro serra in Europa”.
Che futuro per i cactus
Il furto di cactus sta mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose specie, in particolare quelle più rare, molto richieste sul mercato, come l’Ariocarpus fissuratus. Tra pochi anni alcune specie potranno essere definitivamente scomparse in natura, e ammirate solo in serre e giardini privati. Per evitare questo scenario, oltre ad intensificare la protezione dei cactus, c’è anche un’altra strada, ovvero immettere legalmente sul mercato le specie più richieste. È quello che fa Gene Joseph, proprietario di un vivaio di Tucson, che coltiva alcune delle specie più rare e a crescita lenta. “Quando i vivai producono piante rare dai semi il furto delle piante in natura diminuisce”, ha affermato.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.