La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Era un uccello esperto Tara. Aveva 5 anni e di migrazioni ne aveva già viste. Lo scorso 8 ottobre stava aiutando nella migrazione autunnale il giovane Enno da Salisburgo verso Orbetello, oasi del Wwf dove i rarissimi ibis eremita vanno a svernare, quando è stato raggiunto da una raffica di pallini e da un colpo
Era un uccello esperto Tara. Aveva 5 anni e di migrazioni ne aveva già viste. Lo scorso 8 ottobre stava aiutando nella migrazione autunnale il giovane Enno da Salisburgo verso Orbetello, oasi del Wwf dove i rarissimi ibis eremita vanno a svernare, quando è stato raggiunto da una raffica di pallini e da un colpo di arma ad aria compressa.
Tara è stato ritrovato morto nei pressi di un torrente vicino all’aeroporto di Thiene, in provincia di Vicenza. Lo fa sapere il Parco Natura Viva di Bussolengo, partner italiano del progetto di reintroduzione “Reason for hope”, che sta tentando da anni di reintrodurre nei nostri cieli la rarissima specie, ormai scomparsa in Europa.
“Urliamo l’appello affinché non si spari agli ibis eremita! Si tratta di una specie estinta in Europa da 400 anni, che il progetto europeo LIFE+ 12-BIO_AT_000143 ‘Reason for hope’ sta tentando di riportare nei nostri cieli”, sottolinea Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva. Anzi: “se avvistate ibis in difficoltà, contattate il Parco Natura Viva allo 045.7170113: in questo momento stanno volando nei cieli italiani altri 17 ibis che compiono il viaggio migratorio verso Orbetello, mentre 20 sono già arrivati a destinazione e se gli esemplari adulti, che hanno già imparato la rotta di svernamento dall’Austria alla Toscana, continueranno ad essere abbattuti, non ci sarà nessuna speranza nemmeno per i giovani”.
Gli spari si sentono, tutte le mattine. Basta abitare in zone di campagna e la sveglia è assicurata, non solo per le specie selvatiche. E sembrano vicini, molto vicini. E probabilmente i due bracconieri che hanno sparato a Tara si erano accorti della rarità di quell’uccello: “Le radiografie di Tara evidenziano numerosi pallini in tutto il corpo. Lo sparo probabilmente è partito da una distanza piuttosto ridotta. Pensiamo perciò che il colpevole si debba essere accorto che si trattava di una specie insolita e non cacciabile”, scrive su Facebook Johannes Fritz, capo-progetto del Waldrappteam. “Ma quello che colpisce maggiormente è la presenza del proiettile di un’arma ad aria compressa. Secondo noi questo fattore potrebbe aumentare le possibilità di individuare i bracconieri (che a questo punto riteniamo essere due)”.
Il gruppo di studio chiede quindi aiuto per arrivare ad identificare i responsabili, per denunciarli alle forze di polizia. “L’uccisione per mano dei bracconieri di due esemplari nel giro di 8 giorni e a stagione venatoria appena iniziata compromette seriamente tutto il lavoro che abbiamo svolto negli anni per riportare l’Ibis eremita a vivere in Europa”, spiega Fritz.
“Chiediamo alle associazioni venatorie nostre partner di agire in maniera decisa per contrastare la piaga della caccia illegale, che danneggia la reputazione internazionale dell’Italia e della sua comunità venatoria”. Prima di Kato e Tara infatti, c’è stata l’uccisione di Goja e Jedi, per i quali il cacciatore è stato condannato meno di un mese fa alla sospensione della licenza di caccia e ad una sanzione pecuniaria.
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