Il governo brasiliano ha dichiarato l’emergenza sanitaria nel territorio degli indigeni Yanomami.
Il motivo scatenante è l’invasione di cercatori d’oro avvenuta negli ultimi anni, illegale e rimasta impunita.
Il presidente Lula ha esplicitamente accusato il suo predecessore, Jair Bolsonaro.
Da qualche mese circolano immagini agghiaccianti di bambini in evidente stato di malnutrizione, adulti ridotti a pelle e ossa. Sono indigeni del popolo Yanomami e vivono nel nord del Brasile, nello stato del Roraima, ai confini col Venezuela. Dopo molteplici segnali d’allarme, è arrivata la conferma ufficiale: il ministero della Salute brasiliano ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria.
Cosa succede nel territorio degli indigeni Yanomami
Il popolo Yanomami conta circa 38mila persone, tra Brasile e Venezuela. Già negli anni Ottanta 40mila cercatori d’oro (garimpeiros) avevano invaso il loro territorio, distruggendo i loro villaggi, diffondendo malattie e sparando a persone inermi. Nel 1992 la terra è stata demarcata come parco Yanomami, con l’espulsione dei cercatori d’oro e l’emanazione di cinque condanne per genocidio. Il problema delle intrusioni illecite però non è mai stato completamente risolto e, anzi, è tornato ad aggravarsi durante l’amministrazione di Jair Bolsonaro.
Approfittando della pandemia e dell’inazione del governo Bolsonaro, che anzi aveva incoraggiato una maggiore apertura delle terre indigene alle iniziative economiche, circa 20mila garimpeiros sono tornati nelle terre Yanomami. Illegalmente. Hanno inquinato i fiumi con il mercurio, abbattuto gli alberi, messo in fuga gli animali che gli indigeni erano abituati a cacciare, costretto le donne a prostituirsi. Hanno portato la malaria e altre malattie, potenzialmente letali per chi fino ad allora era vissuto in una condizione di semi isolamento. Tutto questo mentre i servizi sanitari in loco venivano pressoché smantellati.
Le conseguenze sono gravissime. I bambini Yanomami muoiono di malnutrizione a un ritmo 191 volte superiore rispetto alla media nazionale. Facendo riferimento ai bambini al di sotto dei cinque anni, i decessi per malattie evitabili sono 13 volte la media nazionale; nelle regioni di Auaris e Maturacá, otto su dieci soffrono di malnutrizione cronica. Da qui la scelta del governo di dichiarare formalmente l’emergenza sanitaria.
Lula accusa Bolsonaro di genocidio
Il presidente brasiliano Lula è andato di persona nel Roraima per accertarsi della situazione, accompagnato dalla ministra per i Popoli indigeni Sonia Guajajara e dal ministro della Giustizia e della pubblica sicurezza Flavio Dino. Al termine della visita, ha espresso accuse durissime nei confronti del suo predecessore Jair Bolsonaro. “Più che una crisi umanitaria, quello che ho visto a Roraima è stato un genocidio. Un crimine premeditato contro gli Yanomami, commesso da un governo insensibile alle sofferenze del popolo brasiliano”, ha dichiarato. “Adulti che pesano come bambini, bambini che muoiono di malnutrizione, malaria, diarrea e altre malattie. I pochi dati disponibili indicano che almeno 570 bambini sotto i 5 anni hanno perso la vita nel territorio Yanomami negli ultimi 4 anni, a causa di malattie che potevano essere evitate”.
Adultos com peso de crianças, crianças morrendo por desnutrição, malária, diarréia e outras doenças. Os poucos dados disponíveis apontam que ao menos 570 crianças menores de 5 anos perderam a vida no território Yanomami nos últimos 4 anos, com doenças que poderiam ser evitadas.
Il ministro della Giustizia ha fatto sapere di aver dato il via a un’indagine, considerati i “forti indizi” di genocidio e altri reati. La ministra Guajajara, annunciando l’istituzione di un comitato nazionale volto a garantire l’assistenza sanitaria nei territori indigeni, ha promesso che “il popolo Yanomami non sarà più abbandonato dallo stato brasiliano”.
Il Parlamento del Brasile approva la legge con il marco temporal, nonostante il veto di Lula e il parere contrario della Corte suprema. I popoli indigeni sono in pericolo.
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