Il disegno di legge è stato approvato in ultima lettura. Ora manca solo la firma del re che rappresenta un pro forma. Stessi diritti anche per le adozioni e l’eredità
Elezioni in Brasile, dopo l’exploit dell’ultra-destra si moltiplicano gli attacchi agli omosessuali
Dopo la vittoria al primo turno di Jair Bolsonaro, leader di estrema destra, le cronache dal Brasile riferiscono di numerosi attacchi alla comunità Lgbt.
Intimidazioni, insulti, aggressioni, perfino delitti. In Brasile, la vittoria al primo turno delle elezioni presidenziali di Jair Bolsonaro, candidato dell’estrema destra, sta comportando già le prime conseguenze. A farne le spese, la comunità omosessuale della nazione latino-americana. Una giornalista del quotidiano francese Le Monde ha riportato una lunga serie di segnali allarmanti: atti vili di persone che, evidentemente, si sentono in qualche modo protette dal fatto che il prossimo presidente sarà con ogni probabilità un omofobo.
Scritte nelle scuole, minacce, omicidi a danno della comunità Lgbt
Bolsonaro ha infatti chiuso il primo turno con il 46 per cento delle preferenze. E con una distanza abissale rispetto al secondo classificato, l’ex ministro dell’Educazione di Lula e di Dilma Rousseff, Fernando Haddad. È dunque molto difficile immaginare un ribaltamento dei rapporti di forza al ballottaggio.
Così, il giornale francese racconta che a Rio, nei bagni delle ragazze nelle scuole compaiono scritte di questo tenore: “Sapatas vao morrer. Kkkk”. Ovvero: “A morte le lesbiche. Ah ah ah”. A San Paolo, dopo l’annuncio dei risultati elettorali, alcune persone hanno percorso le strade della città gridando: “Schifose lesbiche, figlie di p… Ora vi faranno curare”. A Curitiba, un parrucchiere omosessuale è stato picchiato a morte. All’annuncio del decesso, il principale sospettato avrebbe gridato: “Viva Bolsonaro”.
Intimidations, insultes, agressions et même meurtres. Depuis le premier tour du scrutin présidentiel qui a fait de Bolsonaro, réputé pour son homophobie, le grand favori avec 46 % des voix, une vague de violences s’abat sur la communauté LGBT au #Brésil https://t.co/HWUhlBCauV
— Le Monde (@lemondefr) 11 ottobre 2018
Il presidente dell’organizzazione di difesa Lgbt di Bahia “Grupo Gay”, Marcelo Cerqueira, ha mostrato alla giornalista un video di adolescenti che scandiscono su una base musicale rap: “Bolsonaro arriva, ti mando un messaggio. Scappa, scappa, tu che sei fr…! Bolsonaro arriva, arriva l’onda. Scappa, scappa tu che sei lesbica!”. “È estremamente scioccante. Una sindrome di panico sta attraversando le persone omosessuali. C’è chi non osa più uscire di casa. Non avevamo mai vissuto una situazione simile”, ha spiegato Cerqueira.
Una paura dilagante, alimentata in modo diretto da Bolsonaro, che in un’intervista alla rivista Playboy, nel 2011, dichiarava: “Preferirei che mio figlio morisse in un incidente piuttosto che vederlo assieme ad uno che porta i baffi”. Il Brasile, d’altra parte, è teatro di un contesto già drammatico. Soltanto nel 2017, sono ben 445 gli omicidi commessi a danno della comunità Lgbt in Brasile.
Staccata la targa in memoria di Marielle Franco: “Ora c’è Bolsonaro”
Nello scorso mese di marzo, poi, è stata assassinata Marielle Franco, brasiliana di 38 anni. Militante del Partido Socialismo e Libertade (Psol), era consigliera municipale nella sua città. Da anni si batteva per i diritti delle donne nere e degli omosessuali. Nel corso di una manifestazione a Rio de Janeiro, un uomo che indossava una maglietta con il volto di Bolsonaro ha staccato la targa che la commemora gridando alla folla: “Abbiamo finito con tutta questa m… Ora c’è Bolsonaro!”.
“Il candidato presidente – ha commentato Ana Lucia Pastore Schritzmeyer, docente di antropologia all’università di San Paolo – si permette di avanzare idee omofobe e razziste senza che nessuno lo metta a tacere. Chiaro che i cittadini si sentano legittimati. È terribilmente inquietante, è il sintomo di una democrazia che zoppica”.
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