Dopo oltre tre giorni, gli incendi che hanno circondato la metropoli californiana non accennano ad arrestarsi. Almeno 10 i morti e quasi 200mila le persone evacuate.
Brasile, sparatoria in una scuola. Almeno otto i morti
Due adolescenti avrebbero fatto irruzione in una scuola nei pressi di San Paolo, in Brasile. Il bilancio provvisorio parla di otto morti.
Almeno otto persone sono state uccise da colpi d’arma da fuoco nella giornata di oggi, mercoledì 13 marzo, nella scuola Raul Brasil di Suzano, località nei pressi di San Paolo, in Brasile. Ad annunciarlo sono stati la polizia e i media brasiliani, secondo i quali il bilancio è per ora provvisorio.
Due adolescenti armati avrebbero fatto irruzione nel complesso scolastico, sparando all’impazzata. Al termine del gesto, si starebbero suicidati sul posto, secondo quanto indicato da fonti delle forze dell’ordine della nazione sudamericana.
Genitori di fronte alla scuola in attesa di notizie dei loro figli
Il governatore di San Paolo ha commentato in un tweet l’accaduto: “Ho appena saputo che dei bambini sono stati barbaramente assassinati”, aggiungendo che le informazioni giunte finora sono soltanto “preliminari”. I feriti provocati dall’attacco sono circa 17.
Acabo de receber a triste notícia de que crianças foram cruelmente assassinadas na escola estadual Professor Raul Brasil, em Suzano. Até o momento temos informações preliminares. Cancelei toda agenda e estamos a caminho de Suzano p/ acompanhar o resgate e atendimento aos feridos.
— João Doria (@jdoriajr) 13 marzo 2019
Un fatto del genere – non nuovo in altre nazioni, Stati Uniti su tutte – resta un fatto piuttosto raro per il Brasile. L’emittente brasiliana GloboNews ha diffuso delle immagini che ritraggono numerosi genitori riuniti di fronte alla scuola, in attesa di notizie dei loro figli.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nella cella di Cecilia Sala in Iran manca perfino il letto e le hanno sequestrato gli occhiali. La sua detenzione è legata all’arresto in Italia del ricercatore Mohammed Abedini.
Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.