Il massacro di Bucha rivela al mondo i crimini di guerra russi in Ucraina

Bucha è stata per settimane in mano ai russi. Una volta liberata sono emerse storie di esecuzioni arbitrarie di civili, torture e fosse comuni e si teme sia così in altre città dell’Ucraina.

  • Il primo aprile le forze ucraine hanno riconquistato Bucha, cittadina strategica lungo la rotta per la Bielorussia.
  • Quando le autorità ucraine e i giornalisti sono entrati in città hanno trovato strade ricoperte di cadaveri e fosse comuni stracolme.
  • La comunità internazionale ha denunciato i crimini di guerra e annunciato nuove sanzioni. La Russia grida al complottismo.

Da qualche giorno i fatti della città di Bucha hanno cannibalizzato, a ragione, l’informazione sull’Ucraina. Il piccolo centro a una manciata di chilometri da Kiev è stato liberato dall’occupazione russa e tanto i giornalisti accorsi sul posto quanto le autorità ucraine hanno potuto comprendere come siano andate queste settimane di convivenza con l’invasore per la popolazione locale.

La fossa comune rinvenuta nel centro di Bucha, in Ucraina
La fossa comune rinvenuta nel centro di Bucha, in Ucraina © SERGEI SUPINSKY/AFP via Getty Images

Stanze della tortura, decine di corpi di civili morti per strada, fosse comuni. Sempre più prove e testimonianze confermano che a Bucha i russi hanno compiuto un massacro che rientra appieno nel campo dei crimini di guerra. E sono stati scomodati paragoni di un certo peso, come quello bosniaco di Srebrenica.

Il massacro di Bucha

Bucha è un cittadina di 30mila abitanti situata nei sobborghi occidentali di Kiev. Come per Irpin, municipalità con cui confina, la posizione di Bucha è strategica, perché situata lungo la direttiva che va dalla capitale ucraina alla Bielorussia, uno dei paesi da cui Mosca ha lanciato la sua invasione. Per arrivare a Kiev bisogna insomma passare per Bucha e proprio questa cittadina è stata una delle prime a essere conquistata dall’esercito russo alla fine di febbraio, avamposto da cui proseguire l’avanzata nel paese.

La gran parte della popolazione locale è riuscita a scappare in tempo, ma in diverse migliaia sono rimasti e con le telecomunicazioni interrotte è stato praticamente impossibile per settimane avere notizie da lì. Poi alla fine di marzo è partita la controffensiva ucraina, che ha portato prima a ricontrollare in toto Irpin, poi a riprendere anche la stessa Bucha il primo aprile. L’arrivo delle autorità ucraine e quello dei giornalisti ha però svelato una realtà crudissima: a Bucha è stato commesso un massacro indiscriminato di civili. E si teme che lo stesso stia avvenendo nei territori ancora sotto il controllo russo.

Un video diffuso dal ministero della Difesa ucraino mostra i mezzi militari di Kiev che entrano nella città e fanno lo slalom tra numerosi corpi distesi senza vita per strada. Immagini simili sono state raccolte un po’ in tutta la città e mostrano persone in abiti civili morte e abbandonate per strada, in alcuni casi con le mani legate e la testa incappucciata. Secondo le rilevazioni, la gran parte di esse sarebbero state uccise da distanza ravvicinata, in quelle che appaiono come vere e proprie esecuzioni

Fuori da una chiesa ortodossa è stata rinvenuta una grande fossa comune visibile anche dalle immagini satellitari. Secondo le dichiarazioni del sindaco di Bucha e la testimonianza di diversi giornalisti all’interno ci sarebbero circa 280 corpi scoperti o avvolti in sacchetti, per la quasi totalità di civili. Il giornale americano New York Times ha parlato con un medico locale che racconta come nei primi giorni di occupazione russa abbia chiesto di creare la fossa comune perché l’obitorio non riusciva a ospitare tutti i corpi, anche per i problemi di refrigerazione legati all’interruzione dell’elettricità. Peraltro, dei 57 corpi seppelliti nel cimitero cittadino nei primi giorni di occupazione russa, solo tre erano di militari.

Un insegnante di arti marziali ha raccontato al giornale britannico Guardian di anziani uccisi dagli occupanti russi solo perché usciti di casa senza permesso, mentre l’esercito ucraino ha pubblicato le immagini di una stanza della tortura creata in un seminterrato, con all’interno una fila di corpi senza vita addossati al muro con le mani legate. Il giornale britannico Economist parla di cadaveri di civili con al fianco buste della spesa piene, evidentemente uccisi per la sola colpa di essere andati a cercare del cibo in una città senza gas né elettricità da settimane.

Le reazioni internazionali

La comunità internazionale e le organizzazioni non governative stanno seguendo da vicino la vicenda di Bucha. Come ha scritto Pierre Haski, “a volte, durante il corso di una guerra, c’è un massacro di troppo, quello che cambia il corso della storia”. Quanto avvenuto a Bucha potrebbe far parte di questo filone e portare a una reazione più dura contro Mosca.

Human Rights Watch ha diffuso un documento in cui si trovano le prove che la Russia abbia commesso crimini di guerra a Bucha (e non solo). In particolare, si fa riferimento a un episodio del 4 marzo in cui i soldati di Mosca hanno fatto inginocchiare incappucciati diversi civili, sparandogli poi alla nuca nel mezzo della strada. Amnesty International attraverso il portavoce italiano Riccardo Noury ha chiesto un’indagine indipendente, rievocando “le peggiori immagini della pulizia etnica in Bosnia nei primi anni ’90”. In queste ore in effetti si sta facendo con sempre più insistenza un parallelo con il genocidio di Srbrenica, quando nel 1995 migliaia di musulmani bosniaci vennero uccisi e gettati nelle fosse comuni dall’esercito di Ratko Mladić, il “macellaio dei Balcani”

La parola genocidio riguardo ai fatti di Bucha è stata usata senza mezzi termini dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha definito “assassini, torturatori e stupratori” i soldati russi. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto “profondamente scioccato” dalle immagini che stanno circolando, mentre il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha parlato di una brutalità contro i civili che non si vedeva da decenni in Europa. E dal presidente francese Emmanuel Macron al cancelliere tedesco Olaf Scholz, passando per il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sono state annunciate nuove imminenti sanzioni contro Mosca e indagini indipendenti sui crimini di guerra in corso. E si attende l’intervento della Corte penale internazionale, che potrebbero portare a un mandato d’arresto per Vladimir Putin.

Dal canto suo, la Russia ha bollato tutta l’indignazione internazionale per i fatti di Bucha come mera propaganda occidentale, negando la veridicità dei video e arrivando a sostenere che i soggetti inquadrati sono semplici attori.

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