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Il progetto Bugie! di Jaguar Land Rover Italia e LifeGate, parte del programma E-ducation 3.0, ha fatto tappa al Villaggio per la Terra di Villa Borghese.
Sfatare le bugie, le fake news che ancora frenano la transizione ecologica. Nel settore della mobilità, innanzitutto, senza dimenticare il mondo dell’energia, la crisi climatica e la tutela della biodiversità. A Villa Borghese a Roma – teatro del Villaggio per la Terra che anima ogni anno la Capitale nei giorni che precedono l’Earth Day del 22 aprile – è sbarcato il progetto E-ducation 3.0 di Jaguar Land Rover Italia, realizzato in collaborazione con LifeGate.
Ed è stato proprio “Bugie!” il titolo del talk durante il quale, davanti a una platea composta in gran parte da studenti delle scuole superiori della città, quattro relatori hanno commentato a turno un falso mito che rallenta la transizione verde. A moderare il dibattito Roberto Sposini, chief mobility editor di LifeGate.
Si è partiti con la mobilità e con l’idea che ci sia ancora tempo per svoltare con decisione verso l’elettrico, dato che il 2035 è lontano. “E invece ormai il dado è tratto ed è assodato che dobbiamo impegnarci tutti a fondo sin da ora per cambiare il nostro modello di mobilità”, ha spiegato Lidia Dainelli, direttrice Esg Strategies di Jaguar Land Rover: proprio il brand Jaguar produrrà solo vetture elettriche già dal 2025. Il mondo dell’automotive, ha continuato, “ha un forte impatto in termini di inquinamento e le aziende automobilistiche sono da anni al lavoro per ridurlo. Le auto elettriche rappresentano senza dubbio una soluzione e noi, come Jaguar Land Rover, puntiamo entro il 2039 a vetture a impronta di CO2 zero: ciò significherà annullare ogni emissione nell’intera filiera, compresa quella della produzione di materiali”.
E come replicare, invece, a chi sostiene che non tutta la comunità scientifica sostenga che l’uomo sia responsabile della crisi climatica? A rispondere alla seconda bugia è stata Simona Roveda, direttrice editoriale e comunicazione di LifeGate: “È vero esattamente il contrario, perché il 99 per cento del mondo scientifico è concorde circa il legame tra le attività antropiche e il riscaldamento globale”.
Ormai da nove anni LifeGate realizza l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, con l’obiettivo di misurare quanto la sostenibilità sia importante per gli italiani. “La buona notizia – ha spiegato Roveda – è che ormai il 79 per cento dei nostri connazionali è interessato a queste tematiche: parliamo di 39,5 milioni di persone, un dato in aumento del 36 per cento rispetto al 2015, prima edizione dell’Osservatorio”. Sono proprio i ragazzi tra i 18 e i 25 anni quelli più sensibili e ciò “è confortante perché, al di là dei progetti dei vari Stati, saranno sempre più le persone e le imprese a incidere con le proprie azioni e con le scelte quotidiane. Il cambiamento parte da noi stessi e la sostenibilità è una necessità della quale non possiamo più fare a meno”.
Ad Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for climate e responsabile clima ed energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, è toccato il compito di sfatare il terzo falso mito: quello che in Europa saranno sempre i combustibili fossili a generare la maggior parte dell’energia elettrica. “Se un tempo parlare di sviluppo sostenibile voleva dire pensare alle generazioni che sarebbero venute dopo di noi – ha evidenziato – ora la prospettiva è cambiata perché stiamo vivendo i cambiamenti climatici sulla nostra pelle”.
Prima dello scoppio della guerra in Ucraina la Russia era di gran lunga il primo fornitore di energia del nostro paese, “mentre ora non figura nemmeno nella top ten”. Insomma il quadro sta mutando e può cambiare anche in maniera rapida. E a chi sostiene che le rinnovabili siano ancora marginali perché a livello globale producono il 20 per cento dell’energia contro il 75 per cento delle fonti fossili (oltre al 5 per cento del nucleare), Barbabella ha risposto che “è sbagliato guardare la fotografia e non l’intero film: ormai, su 10 kW di impianti di generazione elettrica, 8 sono rinnovabili, mentre già da anni gli investimenti in rinnovabili hanno superato quelli nelle fonti fossili”.
A chiudere il talk è stato l’entomologo e scrittore Gianumberto Accinelli per replicare all’ultima bugia, quella secondo la quale gli ecosistemi italiani non siano in pericolo. “Spesso – ha spiegato – le fake news partono da qualcosa di vero: le foreste in Italia stanno aumentando e di conseguenza aumenta il numero degli animali che popolano i boschi, a partire dal lupo. Ma di contro siamo di fronte a una vera e propria estinzione di massa, in qualche modo paragonabile a quella dei dinosauri”.
Nel nostro paese si conta la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali presenti in Europa: ma ad oggi il 68 per cento degli ecosistemi è in pericolo, mentre il 30 per cento delle specie di vertebrati e il 25 per cento delle specie animali marine rischiano l’estinzione. Oltretutto, ha evidenziato Accinelli, “questa è la prima estinzione causata da un’unica specie, quella umana”. La transizione ecologica e l’educazione ambientale, d’altronde, si possono sostenere e supportare anche in questo modo: attraverso una corretta informazione che sia in grado di contrastare le bugie.
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