Accogliamo il 2023 ricordando 10 buone notizie dal mondo della biodiversità che si sono verificate negli ultimi 12 mesi: perché un futuro migliore si costruisce insieme.
Il 2022 è giunto al termine. Potremmo dire che la Cop15 – dove i governi sono riusciti a trovare un accordo per “fare la pace” con la natura e riparare gran parte dei danni che le abbiamo causato – ha chiuso quest’anno mettendo le basi per proteggere la biodiversità. Sarà abbastanza? Riusciremo a fare passi in avanti? La natura tornerà come prima? La speranza per un futuro migliore resta, anche se i dati sullo stato di salute degli animali, delle piante e in generale della biodiversità, sono stati terribili, con tassi di estinzione sempre più alti. Così, per guardare al 2023 con speranza, abbiamo deciso di ripercorrere le dieci buone notiziedal mondo della biodiversità che hanno caratterizzato gli ultimi dodici mesi.
Così come ha agito per distruggere gli ecosistemi, ora l’uomo può – e deve – agire per proteggere quanto è rimasto e ripristinare ciò che è andato perduto. Per fortuna la scienza, l’impresa e le associazioni non si sono tirate indietro. E dal mondo delle startup sono arrivate proposte coraggiose, creative e pragmatiche. Tra chi si impegna ad aiutare le api, chi invece protegge le foreste. Chi sfrutta le piante per purificare l’acqua, chi rigenera i fondali marini. Questi sono solo alcuni esempi, ma diverse startup si sono attivate per trovare soluzioni con il fine di proteggere e risanare la biodiversità.
In Africa, più precisamente nelle foreste equatoriali del parco nazionale di Loango, in Gabon, un gruppo di ricercatori dell’Ozouga chimpanzee project, osserva da anni il comportamento degli scimpanzé. Tra di loro, Alessandra Mascaro, una giovane ricercatrice italiana, ha fatto un’incredibile scoperta: gli scimpanzé utilizzano degli insetti per curare le ferite, non solo le proprie ma anche quelle dei loro compagni. Un comportamento altruistico molto raro in specie non umane.
Ci troviamo nelle praterie dei Siux, nel Dakota del Sud, Stati Uniti, e nel Kent, in Gran Bretagna. Qui due importanti progetti hanno permesso al bisonte (Bison bison, l’americano e Bison bonasus, l’europeo) di ritornare a pascolare nelle praterie. Entrambi i progetti di reintroduzione avevano come scopo principale di ristabilire l’equilibrio ecologico e ripristinare l’ecosistema naturale. Il bisonte, infatti, viene considerato come specie “chiave di volta” poiché le loro abitudini portano incredibili benefici a tutto l’ecosistema, ad esempio il loro rotolarsi nella polvere per rimuovere i parassiti crea degli spazi di terra nuda perfetti per le piante pioniere, oppure, la loro pelliccia e le loro feci disperdono i semi.
Il lupo è tornato. E lo ha fatto alla grande, con numeri rilevati che non lasciano spazio a dubbi. Nell’intero territorio nazionale, infatti, si stima una presenza di circa 3.300 esemplari, di cui circa 950 nelle regioni alpine e 2.400 distribuiti nel resto del nostro paese. È il quadro che emerge dal monitoraggio realizzato nel corso degli ultimi tre anni dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per conto dell’allora ministero della Transizione ecologica, ora ministero dell’Ambiente e della sicurezza enegetica.
Una splendida notizia è arrivata dagli Stati Uniti. Finalmente, una grande vittoria per la protezione e la conservazione della fauna selvatica: un giudice federale della California ha cancellato le modifiche che l’amministrazione guidata da Donald Trump aveva apportato nel 2019 all’Endangered species act (Esa), ripristinando le protezioni normative per tantissime specie a rischio. Più di 1.600 specie sono tornate ad essere protette. In passato, grazie all’Esa, animali come grizzly, aquile di mare testabianca, lamantini e megattere sono stati salvati: speriamo che questi risultati continuino.
Alle isole Galapagos, più precisamente sull’isola Fernandina, è stata ufficializzata la scoperta di una specie di testuggine che si pensava estinta da più di cento anni: la testuggine gigante di Fernandina (Chelonoidis phantasticus). Dal 1906 questa testuggine era stata dichiarata estinta, ma dopo aver confrontato il genoma della testuggine del 1906 con quella trovata nel 2019, i ricercatori hanno osservato che le due sequenze genomiche coincidevano e che erano geneticamente diverse da quelle delle altre 13 specie presenti sull’isola. È questo il caso delle cosiddette “specie lazzaro” quelle specie che riappaiono dopo la loro – forse presunta – scomparsa.
🆕 Publication Confirms Fernanda as Fernandina Giant Tortoise
DNA analysis in 2021 declared the same conclusion, but this new evaluation highlights Fernanda’s genetic uniqueness and examines her species’ relationship to other Galápagos tortoises.
Nello Zinave national park, in Mozambico, più di quarant’anni fa i rinoceronti erano stati dichiarati estinti. Finalmente, dopo tutto questo tempo, sono tornati a girovagare per la savana. All’inizio di luglio è partito un importante progetto di reintroduzione, con la liberazione dei primi 19 individui di rinoceronte bianco, con la speranza è che nel giro di qualche anno si riproducano in gran numero. Questi 19 rinoceronti bianchi sono stati prelevati dal Sudafrica e trasferiti per 1.600 km fino allo Zinave national park che, con i suoi 400mila ettari, è diventata la nuova casa di questi mammiferi. Il parco, oltretutto, non è nuovo a questi progetti di reintroduzione e salvaguardia delle specie. Infatti, si contano più di 2.300 animali reintrodotti.
Un viaggio lungo 13.560 chilometri, dall’Alaska fino alla Tasmania. Undici giorni – undici giorni e un’ora per l’esattezza – consecutivi senza mai fermarsi, sorvolando tutto l’oceano Pacifico. Sono le caratteristiche dell’incredibile volo che ha permesso ad un giovane di pittima minore di svernare, fuggendo dal freddo inverno dell’Alaska per passarlo al caldo, in Tasmania. Questo incredibile record è stato scoperto grazie a trasmettitori gps montati sugli uccelli, che hanno registrato tutto il viaggio.
Wonderful news on ultramarathon flying Bar-tailed Godwits. Satellite tracked bird has flown NONSTOP from Alaska to Tasmania for the first time! What a trip! Thanks @miranda_trust, Max Planck Institute and others for this work drawing our world together. Nature is wild! 1/2 pic.twitter.com/NnT0QtLCUx
In Nepal si è assistito ad una straordinaria opera di conservazione e ripopolamento delle tigri del Bengala (Panthera tigris tigris). Nel 2010 più governi insieme si sono impegnati a cercare almeno di raddoppiare la popolazione mondiale di tigri selvatiche e, in occasione del World tiger day, il primo ministro del Nepal ha presentato questi straordinari risultati: dal 2010, quando si contavano 121 tigri, si è arrivati al 2022 con 355 esemplari. La popolazione di tigri è quasi triplicata.
Lo sciacallo dorato, piccolo canide che assomiglia a una volpe e a un piccolo lupo, è sempre più presente nella nostra penisola. Questa è la sua carta d’identità.
La biodiversità sta subendo colpi devastanti per via del clima e della gestione degli habitat. Capiamo come sta in Italia con il commento degli esperti.