Mini fa un altro passo verso la transizione ecologica del marchio; come va e cosa offre la Aceman, elettrica compatta a metà fra Cooper e Countryman.
BYD, chi è il colosso cinese della mobilità elettrica
Il debutto in Italia con nuovi modelli elettrici, gli ambiziosi piani di lancio, l’approccio hi-tech per una “vita migliore”: chi è la multinazionale dell’hi-tech BYD.
Fondata nel febbraio 1995, BYD (acronimo di Build Your Dreams, costruisci i tuoi sogni), “è una multinazionale high-tech che si dedica alle innovazioni tecnologiche per una vita migliore”, come si legge nel profilo aziendale. Parliamo di un colosso cinese che in 27 anni di sviluppo è passato da 20 dipendenti ai 290mila di oggi, con oltre 30 siti industriali e oltre 40 filiali in tutto il mondo. Un gruppo che ha investito molto nella transizione elettrica della mobilità, auto ma anche trasporto ferroviario, nella produzione indipendente di batterie ad alta efficienza e motori elettrici e nell’hi-tech, con sistemi di produzione e stoccaggio energetico. Nel dettaglio parliamo di 1,86 milioni di auto elettriche e ibride vendute nel 2022 a livello globale.
Su cosa si concentra la strategia globale BYD
- Mobilità elettrica con la produzione di veicoli, batterie, motori e sistemi elettronici di controllo. Ad oggi la produzione si concentra su auto, veicoli commerciali e carrelli elevatori. A cui si sommano altri settori del trasporto, come veicoli passeggeri, taxi, autobus, pullman, logistica urbana, servizi igienici ed edilizia e mezzi dedicati alla logistica e alla movimentazione delle merci. BYD è presente in oltre 70 paesi e regioni del mondo, a cui si è appena aggiunta l’Italia.
- Elettronica di consumo con lo sviluppo di smartphone, computer portatili e componenti per auto.
- Energia, con la fornitura di ecosistemi energetici a emissioni zero, generazione e stoccaggio di energia.
- Trasporto ferroviario, dalla progettazione, alla produzione di carrozze, fino ai binari e ai sistemi di comunicazione e manutenzione.
Analizzando i punti sopra appare chiaro come il vantaggio strategico di BYD (aspetto che impensierisce molto i costruttori europei) stia soprattutto nel controllo dell’intera filiera, dalla progettazione e produzione dei veicoli ai componenti più strategici, come batterie (oggi il gruppo cinese è il più grande produttore al mondo di sistemi di accumulo al litio-ferro-fosfato), motori elettrici, e semiconduttori. Fra i riconoscimenti significativi, nel 2015 Fortune inserisce BYD nell’elenco delle “Top 51 Companies Changing the World”; nel 2022, l’impegno annunciato in occasione della Cop26, la conferenza sul clima di Glasgow, “a fornire soluzioni sicure che riducano l’inquinamento derivante dalle emissioni di anidride carbonica” e l’adesione all’iniziativa “Cool the Earth by 1ºC”
BYD, l’addio (prima di altri) ai combustibili fossili e il debutto italiano
Nel 2008, il lancio del primo veicolo ibrido plug-in al Salone dell’Auto di Ginevra, in grande anticipo rispetto ad altri costruttori. Nel 2022 l’annuncio della fine della produzione di veicoli a combustione interna, per concentrarsi sul mercato di veicoli elettrici e ibridi plug-in. Fino a oggi, quando BYD annuncia il suo debutto in Italia con il lancio di tre modelli elettrici, il più strategico dei quali sicuramente il suv compatto Atto 3, seguito dalla berlina Han, una gamma a “zero emissioni” destinata ad arricchirsi nei prossimi mesi da altri due modelli, la compatta Dolphin e la berlina Seal. Una gamma elettrica che copre i segmenti più strategici del mercato e che verrà proposta sul mercato italiano grazie agli accordi con i principali network di vendita multimarca e con l’apertura dei primi punti vendita nelle città di Milano, Brescia, Verona, Torino e Firenze, a cui si aggiungeranno nel corso dell’estate Como, Bergamo, Udine, Modena, Trento e Bolzano.
Punto di forza comune ai nuovi modelli, oltre a un listino accessibile, la batteria “Blade” che, secondo il costruttore, assicurerebbe “nuovi livelli di sicurezza, durata e prestazioni”. Nel dettaglio si tratta di una batteria al litio-ferro-fosfato (priva di cobalto) capace di offrire livelli più elevati in termini di sicurezza rispetto alle batterie agli ioni di litio tradizionali grazie a una maggiore stabilità termica, resistenza, autonomia e longevità. Fra le caratteristiche delle batterie che equipaggiano tutti i modelli BYD, anche la maggiore densità di potenza, la riduzione degli ingombri (a favore dell’abitabilità interna) e una ricarica più rapida. Tutti elementi che consentono a BYD di offrire sui suoi modelli una garanzia di 8 anni o 200mila chilometri km sulla batteria, di 8 anni e 150mila chilometri sul motore elettrico, 12 sulla carrozzeria e 6 anni di garanzia completa sul veicolo.
BYD Atto 3, come va e cosa offre il nuovo suv elettrico
Suv, compatto, esclusivamente elettrico. Si chiama Atto 3 e attualmente rappresenta il modello più strategico nell’offerta BYD in Italia. Dimensioni ragionevoli, estetica accattivante (e molto efficiente dal punto di vista aerodinamico), equipaggiamenti ricchi in relazione al prezzo e un’autonomia di 420 chilometri; ecco le principali ragioni d’acquisto di questo nuovo modello. Vediamo insieme cosa offre. Partendo dalle dimensioni: con una lunghezza di 4 metri e mezzo circa parliamo di un’auto abbastanza compatta, pratica, adatta alla famiglia (in 5 ci si sta senza restrizioni, anche per chi viaggia dietro) e al tempo libero (il bagagliaio è ampio, regolare e con un comodo portellone elettrico. Gli interni sono curati, per i rivestimenti BYD dichiara che sono realizzati in “pelle vegana”, termine a dire il vero un po’ vago; BYD non spiega infatti se si tratti di un materiale a base biologica o meno. Il prezzo di listino di Atto 3 parte da 41.990 euro.
Caratteristico il grande display ruotabile
Il tetto panoramico in vetro scorrevole rende l’abitacolo molto luminoso; una volta aperto, specie quando si viaggia a bassa velocità, amplifica il silenzio, uno degli aspetti più apprezzati su un’auto elettrica. Fra gli elementi che colpiscono subito, il grande schermo da 12,8 (o 15,16 sulle versioni più accessoriate) che alla pressione di un comando può ruotare per migliorare la visualizzazione di alcune funzioni, come la navigazione. Scontato (ma comodo) il riconoscimento vocale per accedere a funzioni e app, la compatibilità Android auto e Apple CarPlay e la ricarica wireless dello smartphone. Comoda la possibilità di ricaricare dispositivi elettrici esterni. Per una maggiore efficienza energetica, Atto 3 è equipaggiato con una pompa di calore dedicata alla climatizzazione, una scelta che, secondo una nota del costruttore, permette di aumentare l’efficienza termica fino al 20 per cento, grazie allo sfruttamento del calore residuo di componenti e abitacolo.
L’attenzione alla sicurezza e gli oltre 400 chilometri di autonomia elettrica
Come anticipato, anche il suv elettrico Atto 3 adotta la batteria Blade, con i vantaggi già esposti. La capacità da 60,48 kWh assicura un’autonomia dichiarata di 420 chilometri tempi di ricarica particolarmente contenuti: in corrente continua, ossia da colonnine fast charge, BYD dichiara 29 minuti per passare dal 30 all’80 per cento di autonomia. La batteria è abbinata a un motore elettrico da 150 kW di potenza (oltre 200 dei “vecchi” cavalli), che assicura prestazioni notevoli, sia in termini di accelerazione, sia di velocità massima (160 km/h). Alle consuete tre modalità di guida (Sport, Normale ed Eco), qui se ne aggiunge una quarta, Neve, che attenuando l’erogazione della coppia tipiche delle auto elettriche e agendo sui sistemi di controllo della trazione e della stabilità, rende più sicura la marcia su terreni a scarsa aderenza.
Bene anche sul fronte dei sistemi di assistenza alla guida, i cosiddetti Adas. In questo caso la dotazione di serie prevede, oltre all’avviso di collisione anteriore e posteriore (quest’ultimo molto utile in manovra), alla frenata autonoma di emergenza e al mantenimento di corsia (che agisce sul volante, a volte anche con troppa energia), il rilevamento dei punti ciechi, il riconoscimento dei segnali stradali (utilissimo per rispettare i limiti di velocità) e una telecamera che permette di vedere tutto attorno all’auto a 360 gradi, anche in questo caso un contributo importante anche alla sicurezza degli utenti vulnerabili della strada, ciclisti e pedoni soprattutto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mentre anche a ottobre le immatricolazioni auto calano, con l’elettrico fermo al 4%, l’offerta cresce, con modelli come Opel Grandland che offrono fino a 700 km di autonomia.
La Capri è la nuova elettrica Ford, con l’addio a modelli come Fiesta e Focus un tassello importante nella transizione ecologica del marchio. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Costruire auto elettriche a prezzi accessibili in Europa è possibile. Magari reinventando modelli iconici del passato e conservandone il fascino, come dimostra la Renault 5 elettrica.
Con 600 chilometri di autonomia e dimensioni europee, l’Explorer inaugura una nuova generazione di modelli elettrici Ford. Vi raccontiamo come va nella nostra prova.
Stellantis sull’auto elettrica si allea con la cinese Leapmotor e annuncia in tre anni un nuovo veicolo ogni anno, si parte con la T03, una urban car sotto i 18mila euro.
Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
La prima Alfa Romeo elettrica della storia punta tutto sul piacere di guida. Non è ancora l’addio ai fossili, ma per il marchio è una svolta epocale.
La Mini più grande della storia per la prima volta anche elettrica. La Countryman punta così a conquistarsi un ruolo di auto per la famiglia. Vediamo con che esito.