Si chiude ufficialmente la stagione della caccia alla balena in Norvegia, e i numeri sono i più alti degli ultimi cinque anni. Le quattordici navi che hanno solcato i mari dall’inizio di aprile alla fine di settembre, infatti, si sono portate via un macabro bottino di 575 animali catturati e uccisi. Lo dicono le statistiche ufficiali di Råfisklaget, l’organizzazione che riunisce i pescatori norvegesi.
I norvegesi non vogliono mangiare la carne di balena
A prima vista, questo dato fa immaginare che carne di balena sia un caposaldo della dieta norvegese, oltre che una fonte di reddito irrinunciabile per i pescatori. In realtà, i sondaggi dicono proprio il contrario.
Una coalizione di organizzazioni animaliste – Noah, Animal welfare institute e Whale and dolphin conservation – ha commissionato una ricerca su un campione di 1.037 cittadini norvegesi maggiorenni. Ebbene, soltanto il 2 per cento ha la consuetudine di mangiare carne di balena, una percentuale che risulta dimezzata rispetto al 2019 e si abbassa ancora di più, fino quasi ad azzerarsi, per donne e under 35. “Nonostante i milioni di corone spesi in programmi di marketing negli ultimi due decenni, finanziati in parte dal governo norvegese, i cittadini chiaramente non sono interessati al consumo di carne di balena”, puntualizza Susan Millward, direttrice del programma per gli animali marini dell’Animal welfare institute.
C’è di più, perché i norvegesi esprimono anche forti reticenze di carattere etico. Quasi due intervistati su tre ritengono inaccettabile che circa un cetaceo su cinque non perda immediatamente la vita quando viene colpito dall’arpione. Il 63 per cento invece non tollera che i due terzi delle balene uccise siano femmine, circa la metà delle quali sono incinte. Soprattutto i giovani premono affinché la caccia alla balena venga interdetta in alcune zone specifiche, sulla scia di quanto hanno deciso Groenlandia e Islanda.
Sono passati quasi quarant’anni dal 1982, quando la Commissione baleniera internazionale (Iwc) introdusse la moratoria sulla caccia alla balena. La Norvegia però si oppose formalmente per poi riprendere le operazioni undici anni dopo. Da allora le navi hanno catturato oltre 14mila cetacei, arrivando addirittura a un picco di 734in un solo anno, il 2014. Le 575 di quest’anno per giunta non si avvicinano nemmeno alla quota permessa dal governo, pari a 1.278 esemplari.
La caccia alla balena è ancora in vigore in Alaska, Canada, Corea, Russia, Groenlandia e Giappone. Proprio il governo di Tokyo è finito sotto i riflettori a fine 2018 per la sua clamorosa scelta di abbandonare l’Iwc e ricominciarla ufficialmente anche per fini commerciali, dopo averla giustificata per anni con motivazioni scientifiche. Nel 2021 il Giappone ha rilasciato concessioni per la cattura di 383 cetacei, nonostante il consumo di carne di balena si attesti ormai sulle 5mila tonnellate all’anno, briciole rispetto alle 230mila degli anni Sessanta.
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