Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Caccia alle balene, l’Australia multa società baleniera giapponese
Una società baleniera giapponese dovrà pagare una multa di un milione di dollari per aver violato il Santuario dei cetacei dell’Oceano Antartico.
Nonostante dal 1986 sia in vigore una moratoria sulla caccia commerciale alle balene emessa dalla Commissione balenierainternazionale (Iwc), il Giappone, in compagnia di Islanda, Norvegia e Isole Faroer, continua imperterrito ad uccidere questi enormi cetacei sfidando la comunità internazionale, ricorrendo al pretesto della caccia per scopi scientifici.
Il Giappone ha esagerato
Stavolta però il Giappone ha passato il segno, cacciando nel Santuario dei cetacei dell’Oceano Antartico. Un tribunale australiano, in seguito alla denuncia dell’organizzazione animalista Humane society international (Hsi), ha condannato la società baleniera Kyodo Senpaku Kaisha a pagare una multa di un milione di dollari.
La battaglia tra Australia e Giappone
La battaglia sulla caccia nel santuario, istituito nel 1994, prosegue da anni e i giapponesi hanno sempre contestato la legalità del santuario stesso, uccidendo regolarmente le balene al suo interno. Nel 2008 l’Australia ha denunciato il Giappone alla Corte internazionale di giustizia, intimandolo di cessare la caccia entro la zona economica esclusiva dell’Australia, che si estende per 200 miglia nautiche dal territorio antartico australiano.
Il Giappone viola la legge
Il paese nipponico ha ignorato la denuncia non riconoscendo la sovranità dell’Australia sulle acque contestate, l’anno scorso però Corte internazionale di giustizia ha stabilito che la caccia aveva finalità commerciali e non scientifiche. La compagnia tra il dicembre 2008 e il marzo 2014, ha ucciso numerose balene, “violando in maniera deliberata, sistematica e sostenuta la legge sulla Protezione ambientale e la conservazione della biodiversità australiana”, si legge nel verdetto emesso dal giudice della corte federale, Jayne Jagot.
Nonostante tutto la caccia continua
Nonostante la multa, i divieti e le condanne, il Giappone ha dichiarato che la “caccia scientifica” riprenderà e durerà fino al 2017, riducendo però la quota annuale a 333 balene.
Le cause del declino delle balene
La caccia non è l’unica minaccia per le balene, i cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’aumento del traffico marittimo e lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche stanno mettendo a serio rischio la sopravvivenza di numerose specie di balene. Viene da chiedersi come sia possibile che il Giappone, nonostante l’opposizione di tutto il mondo, posa continuare a macellare questi pacifici e intelligenti animali.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Hieracium australe è la pianta spontanea che si può trovare solo a Milano, sulle mura medievali del Castello sforzesco.
ll Volcán de Fuego in Guatemala è il più attivo dell’America centrale. Alle sue pendici gli abitanti di Trinidad cercano di vivere senza paura.
Abbiamo già tutto quello che serve per difendere il mare, dobbiamo solo impegnarci. Parola di Emilio Mancuso, biologo marino e presidente di Verdeacqua.
Siamo stati al seminario organizzato da Rewilding Apennines in Abruzzo per cercare di capire qual è lo stato del rewilding in Italia e quali sono le prospettive future. Ecco cosa è emerso.
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.