Cagliari sfiderà Valencia per il Green capital award, il premio che l’Unione europea assegna alle città che hanno adottato politiche per la sosteniblità.
Quest’anno una città italiana sarà tra le due finaliste che si contenderanno il premio dicapitale verde dell’Unione europea per il 2024. La Commissione europea ha infatti selezionato come finaliste Cagliari, capoluogo della Sardegna, e la spagnola Valencia. La vincitrice verrà annunciata il prossimo 27 ottobre a Grenoble, capitale verde di quest’anno.
Il Green capital award è un premio dedicato alle città con più di 100mila abitanti, ideato in Unione europea nel 2006 e divenuto un appuntamento annuale dal 2010. La prima vincitrice è stata Stoccolma, capitale della Svezia. L’obiettivo del riconoscimento è quello di innescare una competizione virtuosa tra le città europee, votata alla sostenibilità e al benessere dei cittadini. I centri che si candidano devono dimostrare di aver intrapreso politiche volte a renderle più verdi e sane, nel tentativo di coniugare le esigenze urbane con un modello di sviluppo più rispettoso dell’ambiente e di chi lo abita.
Uno sviluppo riassunto da 12 criteri: attenuazione e adattamento ai cambiamenti climatici, mobilità urbana sostenibile, gestione sostenibile del suolo, natura e biodiversità, qualità dell’aria, inquinamento acustico, gestione dei rifiuti, gestione delle acque, crescita verde e innovazione tecnologica sostenibile, prestazioni energetiche e governance. Quest’anno Valencia e Cagliari l’hanno spuntata su altre cinque città, di cui ben due italiane: insieme a Prato e Firenze erano state selezionate anche Kosice per la Slovacchia, Sofia per la Bulgaria, Cracovia per la Polonia e Murcia per la Spagna.
Negli anni Cagliari ha avviato numerosi progetti che guardano a un futuro verde. Molti di questi riguardano i tantissimi siti naturalistici presenti tanto nell’area del Comune quanto nella Città metropolitana. “Si pensa spesso a Cagliari come alla terra del sole, ma questa visione è davvero troppo riduttiva”, ha dichiarato a LifeGate il direttore dell’Orto botanico di Cagliari Gianluigi Bacchetta.
🌳 L’Orto Botanico di #Cagliari ospita alberi e piante provenienti da tutto il mondo e importanti testimonianze archeologiche. Tra i reperti del passato spicca la vasca a trifoglio (IV sec. a.C.- II sec. d.C.), un'antica cisterna che deve il nome alla sua caratteristica forma. pic.twitter.com/CYcfPxt4wc
Bacchetta aggiunge: “Cagliari deve essere considerata come un vero e proprio compendio naturale in cui la presenza di aree costiere, lagunari e collinari nel raggio di pochi chilometri ci offre una possibilità unica, ovvero quella di sviluppare una rete ecologica urbana e attorno alla città che possa consentire alla biodiversità di svilupparsi in maniera più armonica”. Bacchetta da anni dirige la banca del germoplasma della Sardegna, uno dei punti di forza dell’Orto botanico. Questo luogo funziona per prima cosa da deposito di semi, che qui vengono raccolti per essere conservati: “Si tratta in gran parte di specie vegetali autoctone, alcune delle quali sono oggi minacciate in Sardegna”.
Tra i progetti più recenti portati avanti c’è il recupero dello Stagno di Santa Gilla. In quest’area da tempo si erano formate discariche abusive che andavano espandendosi: “Oltre alla bonifica dai rifiuti, sono state portate avanti azioni importanti per difendere il verde endemico della Sardegna dal proliferare di vegetazione esotica infestante come il carpobrotus. Un’azione portata aventi anche nel Molentargius, uno dei luoghi turistici più apprezzati di Cagliari”, ha conclude Bacchetta.
Il progetto energetico regionale per la decarbonizzazione
Il capoluogo sardo è diventato un punto di interesse anche per la sperimentazione di forme innovative per la crescita verde. Il progetto Sardegna Verde per l’elettrificazione sostenibile della regione entro il 2030, che ben si è inserito nel contesto paesaggistico sardo, è stato premiato anche dalle Nazioni Unite.
Considerato un modello di transizione energetica globale, Sardegna Verde punta a creare un sistema energetico regionale basato su fonti rinnovabili che dovrebbe spingere la regione verso la completa decarbonizzazione in un’ottica di sostenibilità ambientale, risparmio ed efficienza energetica.
Mobilità, esperimenti sostenibili in un contesto frastagliato
Nel marzo 2020, quando l’Italia veniva sconvolta dalla pandemia di Covid-19, a Cagliari il progetto per la mobilità sostenibile Svolta stava per lanciare un’app sperimentale da inserire nel complesso contesto dei trasporti cittadino: “Per quanto riguarda la mobilità, il problema principale è una mancanza di una governance unica”, ha detto a LifeGate Italo Meloni, direttore scientifico del progetto e docente all’Università di Cagliari. In effetti, la questione dell’ambiguità amministrativa dei trasporti locali rappresenta uno degli scogli più difficili da sormontare per indirizzare il sistema verso alternative elettriche. I servizi oggi sono operati da due soggetti: Ctm Spa, che è un soggetto privato, e l’azienda regionale sarda per i trasporti. Ognuno di essi ha un proprio sistema di tariffazione e biglietti differenti.
Ne consegue un sistema frammentario che scoraggia gli utenti dallo scegliere il trasporto pubblico. Come ha spiegato a LifeGate anche Ahmed Naciri, presidente di Legambiente Cagliari, “attualmente 67 cagliaritani ogni 100 posseggono un’automobile. È un dato alto, il secondo in Italia dopo Catania. La ragione per la quale moltissime persone ancora preferiscono il mezzo privato è dato proprio dalla mancata integrazione di queste due realtà”.
È qui che l’app Svoltami ideata dal team di Meloni ha provato a innestarsi, grazie a una fase di sperimentazione iniziata lo scorso giugno dopo i rinvii dovuti alla Covid-19. I risultati, ci spiega il professor Meloni, sono per ora soddisfacenti: “I primi mesi di sperimentazione hanno riguardato i dipendenti di alcune aziende pubbliche locali e gli studenti dell’università. Una percentuale compresa tra il 15 e il 20 per cento delle persone contattate, dopo aver compilato il questionario da noi ideato sulle proprie abitudini di viaggio, ha scelto l’itinerario alternativo e più sostenibile che l’app gli ha proposto. È un dato importante su cui dobbiamo continuare a lavorare”, prosegue Meloni. I 122mila euro di buoni di mobilità previsti nel progetto, inoltre, hanno permesso di creare una “classifica” a punti accumulati a ogni chilometro risparmiato in auto a favore di mezzi più sostenibili.
Svolta ha scelto di sviluppare uno strumento partecipativo, basato sull’interazione degli utenti: “Un’app passiva ci avrebbe impedito di stimolare la riflessione e il contributo degli utenti sulle loro abitudini negli spostamenti. Le persone, invece, devono rendersi conto che fanno parte di un grande progetto, un cambiamento epocale che dobbiamo fare”, conclude Meloni, auspicando dal governo arrivi il lasciapassare per un’ulteriore fase di sperimentazione di Svoltami, magari con un pubblico più ampio: “Per dare un seguito alle esperienze di mobilità sostenibile che hanno reso Cagliari un esempio anche dal punto di vista internazionale serve promuovere un approccio alla mobilità che punti a sanare con una migliore gestione, magari attraverso strutture ad hoc, le lacune del sistema dei trasporti”.
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