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A Calais, in Francia, la costruzione del muro anti-migranti è terminata
La barriera costeggia la tangenziale di Calais, con l’obiettivo di impedire ai migranti di salire clandestinamente sui camion diretti nel Regno Unito.
La costruzione del muro “anti-intrusione” a Calais, nel nord della Francia, è terminata. Ad annunciarlo è stata la prefettura di Pas de Calais: la struttura, alta 4 metri e lunga un chilometro, rappresenta un prolungamento delle barriere che erano già state installate nei pressi del porto, e costeggia tutta la “rocade” (tangenziale) della città transalpina. Lo sbarramento – che è stato finanziato dal Regno Unito con uno stanziamento di 2,7 milioni di euro – è stato concepito dalle autorità di Parigi e Londra per evitare che i migranti presenti nell’area possano salire clandestinamente sui numerosi camion che aspettano, in coda, di poter attraversare la Manica.
Il comune di Calais aveva chiesto lo stop ai lavori
I lavori per edificare la barriera erano stati avviati lo scorso 20 settembre, quando il campo profughi noto con il nome di “Giungla di Calais” era ancora abitato da migliaia di migranti, prima dello smantellamento ordinato alla fine di ottobre. Secondo l’amministratore delegato del porto di Boulogne-Calais, si tratta un’infrastruttura “estremamente importante, che permette di rendere sicura l’autostrada”.
Nel corso del mese di novembre, il comune di Calais aveva chiesto invece al tribunale amministrativo di Lille di annullare i decreti che hanno autorizzato la costruzione della struttura: “Crediamo che il muro sia ormai totalmente inutile, visto che la ‘Giungla’ è stata smantellata”, aveva spiegato Paul-Guillaume Balay, avvocato che ha curato il ricorso del municipio. Lo stesso legale aveva parlato di una barriera che “ricorda lo spirito del muro di Berlino”.
Il tribunale ha dato ragione ai promotori
Al contrario, il prefetto Sylvain Gathoye ha difeso la barriera, spiegando che “lo smantellamento del campo profughi non modifica la situazione geografica della città rispetto all’Inghilterra”, destinazione privilegiata da parte dei migranti. Il 22 novembre, i giudici hanno dato ragione ai promotori dell’iniziativa.
“Il tribunale ha seguito il governo – aveva commentato il sindaco di Calais, Natacha Bouchart -. A me non resta che constatare che i sindaci non hanno più potere decisionale sui propri comuni, anche su scelte che vengono assunte senza l’accordo dei rappresentanti del territorio”. Il primo cittadino aveva sottolineato che il muro “snatura l’insieme del nostro litorale” e ribadito che esso “non ha più ragione di esistere”.
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