Sull’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare dipendente dal governo francese, per ora si contano 15 morti e centinaia di feriti. I servizi essenziali sono al collasso.
Due mesi a 50 gradi. Così potrebbe cambiare il clima in Francia
Un rapporto di Météo France spiega cosa potrebbe accadere a causa dei cambiamenti climatici in Francia, di qui alla fine del secolo.
Se qualcuno volesse sapere che cosa comporteranno, concretamente, i cambiamenti climatici in Europa, basta leggere l’ultimo rapporto pubblicato lunedì 1 febbraio da Météo France. Il documento si concentra sulla nazione europea, ma rappresenta ovviamente un campanello d’allarme per l’intero continente. Soprattutto per le nazioni meridionali, Italia inclusa.
Tre diversi scenari presi in considerazione dagli scienziati in Francia
Il report propone tre diversi scenari, noti agli scienziati con le sigle RCP2.6, RCP4.5 e RCP8.5 (Representative concentration pathways, utilizzati dall’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite). Il primo, il più ottimista, prevede il raggiungimento della carbon neutrality, l’azzeramento delle emissioni nette di CO2, entro il 2070. Il secondo prevede invece un picco di emissioni attorno al 2050 e quindi una discesa. Il terzo, il più negativo, immagina che si prosegua con il trend attuale.
Ebbene, in quest’ultimo caso le temperature in Francia aumenterebbero nell’ordine di 3,9 gradi centigradi in media. Ciò rispetto al periodo di riferimento considerato, ovvero il trentennio 1976-2005. Ma durante le estati lo scarto sarebbe ancora più accentuato: si potrebbero raggiungere in media, secondo le simulazioni dei ricercatori di Météo France, i +6 gradi centigradi.
D’estate, temperatura madia fino a +6 gradi rispetto al periodo 1976-2005
Concretamente, ciò significherebbe uno stravolgimento epocale per l’intero territorio, per l’economia, per gli ecosistemi, per le popolazioni, per la salute pubblica. Gli episodi che oggi vengono considerati canicolari si moltiplicheranno, saranno più lunghi e più intensi. Nello scenario più ottimistico, il numero di giorni di caldo estremo raddoppieranno. Si moltiplicheranno per tre o quattro volte nel caso dello scenario intermedio. E nell’ipotesi più negativa aumenteranno tra cinque e dieci volte.
In parole ancora più semplici, l’intero Sud della Francia che affaccia sul Mediterraneo potrebbe aspettarsi due mesi estivi con 50 gradi centigradi all’ombra di giorno. E le notti considerate “tropicali”, con più di 20 gradi, potrebbero essere 90 nel corso dell’anno, nella peggiore delle ipotesi.
Siccità e rischi per l’agricoltura
Per quanto riguarda le precipitazioni, nel corso delle estati potrebbero scendere del 22 per cento alla fine del secolo, mentre durante gli inverni crescerebbero di una quota compresa ta il 9 e il 20 per cento. Aumenterebbero inoltre anche gli episodi di piogge considerate di intensità “estrema”. “Il che – precisa il rapporto – lascia ipotizzare gravi episodi di siccità e difficoltà per l’agricoltura”. A rischiare, dunque, non sono soltanto le regioni polari, i ghiacciai alpini o gli atolli nell’oceano Pacifico che rischiano di scomparire sommersi dalla risalita del livello dei mari. Anche l’Europa è estremamente vulnerabile di fronte ai cambiamenti climatici. E se vogliamo evitare il peggio, dobbiamo agire immediatamente e in modo drastico.
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