A metà giugno l’Europa è alle prese con un’ondata di caldo record, lunga e insolitamente precoce.
In Francia sono stati toccati i 40 gradi già il 16 giugno. Da confermare il picco di 42,9 gradi a Biarritz.
La Spagna è alle prese con un vastissimo incendio, favorito anche dalle alte temperature e dalle raffiche di vento.
“Non posso credere che sia solo il 19 giugno”. Con queste parole l’affermato meteorologo Scott Duncanpresenta l’ennesima mappa del caldo record che imperversa a giugno 2022 in tutt’Europa, con picchi di 39 gradi centigradi a Husinec (Repubblica Ceca), 36,9 gradi a Gamprin (Liechtenstein), 36,9 a Beznau (Svizzera), 39,2 a Cottbus (Germania) e 38,3 a Słubice (Polonia). Temperature che non possono semplicemente essere liquidate come “estive”, perché assolutamente anomale prima del solstizio del 21 giugno.
In Francia non erano mai state toccate temperature simili così presto
L’ondata di caldo che ha travolto la Francia a partire da martedì 14 giugno potrebbe essere “su scala nazionale, la più precoce da quando i dati vengono misurati”, ha avvertito il meteorologo Frédéric Nathan.
A Saint-Jean-de-Minervois, piccolo comune dell’Occitania, la colonnina di mercurio ha toccato i 40 gradi già il 16 giugno: non era mai successo nella storia del paese che questo tetto venisse sfondato così presto. Il precedente record risaliva al 21 giugno della rovente estate del 2003, passata alla storia per il caldo record che ha imperversato per mesi in tutt’Europa, provocando migliaia di vittime (ben 15mila in Francia, e soltanto nei primi 20 giorni di agosto). Il 18 giugno sono stati registrati 42,9 gradi centigradi a Biarritz, sulla costa basca: se il dato venisse confermato, supererebbe di ben 2 gradi la temperatura più alta mai registrata prima nella città.
BREAKING 🌡️
Intense and dangerous levels of heat in France 🇫🇷 smashes the all-time record in Biarritz by over 2°C.
The level of heat for this early in summer is unprecedented nationally, but is now beating all-time records in places. pic.twitter.com/8FY4vq08F6
Il servizio meteorologico nazionale, Météo-France, dal 1947 in poi conteggia 43 ondate di caldo di durata superiore ai tre giorni. Soltanto nove si sono verificate prima del 1989: ciò significa che negli ultimi trent’anni sono state il triplo rispetto a quelle dei 42 anni precedenti. Il climatologo Françoise Vimeux sostiene che la temperatura media del paese sia aumentata di 2 gradi centigradi dall’inizio del Ventesimo secolo, contro la media globale di +1,1.
Le autorità provano quanto meno a limitare i rischi sanitari: nella regione di Bordeaux sono stati annullati gli eventi pubblici all’aperto in programma nel weekend del 18-19 giugno, ma anche quelli in location al chiuso prive di aria condizionata.
Oltre al caldo record, la Spagna è flagellata dagli incendi
Anche in Spagna si può parlare a pieno titolo di caldo record, perché dal 1981 in poi non si era mai assistito a un’ondata di caldo così precoce come quella di metà giugno 2022. Nella giornata di domenica 19 giugno un brusco abbassamento delle temperature ha messo la parola fine su otto giorni di temperature estreme, diurne e notturne, in vaste aree del paese.
Temperatura media estimada en el promedio de la Comunitat Valenciana. Tanto hoy como el miércoles son unos de los días más cálidos en un mes de junio desde al menos 1950, sólo superados por el 28 y 29 de junio de 2012. pic.twitter.com/ecMCt2NOEF
— AEMET_C. Valenciana (@AEMET_CValencia) June 17, 2022
Nella provincia di Valencia le temperature registrate mercoledì 15 giugno e venerdì 17 sono state tra le più alte degli ultimi settant’anni. Nell’aeroporto del capoluogo è stato registrato il record storico, pari a 39 gradi centigradi, battendo quello che risaliva al 2017. Ma tra le temperature più alte registrate in tutto il paese ci sono i 44,2 gradi centigradi di Andújar, in Aldalusia, venerdì 17 giugno.
Proprio il caldo torrido, alla pari delle forti raffiche di vento, ha fatto sì che l’incendio divampato mercoledì 15 giugno nei pressi di Zamora raggiungesse proporzioni drammatiche. La zona coinvolta è la sierra de la Culebra, una catena montuosa vicino al confine con il Portogallo. Il quotidiano El País parla di un perimetro di 67 chilometri, e di circa 25mila ettari interessati dalle fiamme. Circa cinquecento vigili del fuoco sono impegnati sul posto. Nella mattinata di domenica 19 giugno la situazione sembra essere tornata sotto controllo, e molte persone sfollate hanno potuto fare ritorno alle loro case. L’incendio però resta comunque attivo.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
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