Dal 17 al 23 giugno, Survival International mobilita l’opinione pubblica con una settimana dedicata ai diritti dei popoli incontattati.
I popoli indigeni del mondo attraverso i 12 mesi dell’anno
We, the people – noi, il popolo – è il calendario 2016 della ong Survival che dal 1969 si batte per la tutela dei popoli indigeni del mondo. Le foto che accompagnano i dodici mesi dell’anno sono le vincitrici della seconda edizione del concorso fotografico annuale di Survival, aperto sia a fotografi professionisti che amatoriali. Il
We, the people – noi, il popolo – è il calendario 2016 della ong Survival che dal 1969 si batte per la tutela dei popoli indigeni del mondo. Le foto che accompagnano i dodici mesi dell’anno sono le vincitrici della seconda edizione del concorso fotografico annuale di Survival, aperto sia a fotografi professionisti che amatoriali. Il primo premio è andato a Soh Yew Kiat per aver ritratto bambini del popolo indigeno dei Bajau Laut in Malesia, noti come gli ultimi nomadi del mare, la fotografia sulla copertina del calendario.
Per indigeni si intendono gli abitanti nativi di una regione, una nazione o un luogo. Si stima che siano 370 milioni le persone indigene al mondo, ovvero il 6 per cento della popolazione mondiale: cinquemila popoli che vivono in 70 paesi di cinque continenti. Ci sono tribù che contano solo tre persone, come i Piripkura del Brasile, fino ad arrivare ai Quechua di cui ce ne sono dieci milioni distribuiti in diversi paesi del Sudamerica.
Nel 1969 il giornalista Norman Lewis scrisse un articolo pubblicato sul Sunday Times britannico in cui denunciava il genocidio delle popolazioni indigene in Brasile. L’articolo accompagnato delle fotografie scattate da Don McCullin ispirò un gruppo di persone a fondare Survival International. Da allora l’organizzazione sostiene indigeni in tutto il mondo perché possano tutelarsi, mantenendo vive le loro culture e proteggendo le loro terre.
Posted by LifeGate on Tuesday, 1 December 2015
Attualmente l’organizzazione è impegnata su diversi fronti. Tra questi, la diga Gibe III nella bassa valle dell’Omo in Etiopia che minaccia la sopravvivenza di diciassette tribù a causa della deviazione delle acque che li sostengono. È anche coinvolta nella salvaguardia del popolo incontatto dei Kawahiva dell’Amazzonia brasiliana minacciati dall’invasione da parte di taglialegna. Benché molte popolazioni affrontino pericoli di questo genere le ricerche condotte dall’ong dimostrano che ci sono anche gruppi che crescono e prosperano.
Il calendario 2016 di Survival è acquistabile sul sito e i proventi vanno a sostenere le attività dell’organizzazione che non riceve fondi dai governi in modo da mantenere la propria indipendenza. Anche perché, tristemente, sono spesso i governi stessi a schiacciare le popolazioni indigene sotto il peso di progetti economici e sociali giustificati in nome di una modernizzazione iniqua.
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