Gli spaventosi incendi che stanno colpendo da settimane la California hanno ormai distrutto 800mila ettari di foresta. Ovvero ottomila chilometri quadrati: oltre sei volte la superficie della città di Roma. Si tratta del dato peggiore mai registrato da più di 30 anni. E, soprattutto, si tratta ancora di un bilancio provvisorio, dal momento che i roghi non sono stati ancora domati.
The #ValleyFire currently has eight air tankers assigned to the incident. When the retardant is dumped it can be a spectacular sight. Video taken 9/6/20 at 5:14 p.m. near Alpine pic.twitter.com/rwyXFpEEbD
— CAL FIRE/SAN DIEGO COUNTY FIRE (@CALFIRESANDIEGO) September 7, 2020
Dopo il nord della California, i roghi colpiscono i dintorni di Los Angeles
Dopo aver colpito il nord dello stato federale americano, in particolare la regione di Fresno, gli incendi sono divampati anche nella porzione meridionale della California, nei pressi di Los Angeles. Agevolati dalle temperature eccezionalmente calde: nella zona si sono sfiorati i 45 gradi centigradi.
Nel tentativo di circoscrivere le fiamme sono stati impiegati migliaia di pompieri, che lavorano con il supporto dell’esercito, che ha messo a disposizione elicotteri Chinook e Black Hawk per evacuare gli abitanti.
Le autorità hanno anche lanciato numerosi appelli alla popolazione affinché mantenga la massima prudenza, sia in riferimento agli incendi già in atto, sia per evitare di appiccarne accidentalmente di nuovi. Ciò nonostante, non mancano i comportamenti sconsiderati, come quello di una famiglia nei pressi di Los Angeles che ha fatto divampare un nuovo rogo lanciando un fuoco d’artificio.
Netto aumento delle emissioni di CO2 in Siberia a causa degli incendi
Gli incendi rappresentano non soltanto una conseguenza dei cambiamenti climatici, dal momento che vengono alimentari dalle ondate di caldo e dalla siccità. Ma anche una causa: la deforestazione che ne consegue limita la capacità delle aree boschive di assorbire la CO2. Inoltre, la stessa combustione della legna emette enormi quantità di biossido di carbonio.
Basti pensare che gli incendi che hanno devastato la Siberia, in Russia, durante l’estate hanno provocato un aumento delle emissioni nel Circolo polare artico pari ad oltre un terzo, rispetto al 2019. Dal 1 gennaio al 31 agosto 2020, infatti, le stime degli scienziati del servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus hanno parlato di 244 milioni di tonnellate, rispetto ai 181 milioni dello scorso anno.
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