L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
California, senza acqua i giganti muoiono di sete
Secondo un nuovo studio la siccità che affligge il paese minaccia la sopravvivenza di quasi 60 milioni di alberi monumentali.
Nel cuore delle montagne della California vivono alcune delle creature più grandi, antiche e magnifiche della Terra, le sequoie giganti (Sequoiadendron giganteum). Questi timidi colossi di legno e foglie abitano le terre californiane da millenni, ma oggi sono in serio pericolo.
Il paese statunitense è da mesi vittima di una grave siccità, la peggiore della sua storia, che sta mettendo in ginocchio la sua popolazione e anche i suoi alberi monumentali. Il manto nevoso della Sierra Nevada, la catena montuosa della California, ha raggiunto lo scorso aprile il livello più basso mai registrato. Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Carnegie Institution di Washington fino a 58 milioni di alberi di grandi dimensioni hanno subito una grave perdita di acqua tra il 2011 e oggi, mettendone a rischio la sopravvivenza.
“L’impatto della siccità sulle foreste millenarie è ancora sconosciuto”, scrivono i ricercatori nello studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Secondo un rapporto dell’Us Forest Service, rilasciato all’inizio del 2015, oltre dodici milioni di alberi sarebbero stati uccisi dalla siccità in California. Il team di ricercatori, utilizzando la spettroscopia in combinazione con altri dati satellitari, ha cercato di stabilire l’impatto della siccità sulle foreste della California.
È emerso che circa 10,6 milioni di ettari di foresta, contenenti fino a 888 milioni di alberi monumentali, hanno perso una notevole quantità di acqua dalle chiome. La disidratazione maggiore, del 30 per cento o più, ha colpito fino a 58 milioni di alberi di grandi dimensioni. Numerose sequoie che crescono sulla costa, a Big Sur, hanno iniziato a perdere le foglie e quelle rimaste sono caratterizzate dal colore marrone.
Monitorando e mappando il contenuto d’acqua presente nelle chiome degli alberi gli scienziati possono identificare quali alberi sono sotto stress idrico e, quindi, più vulnerabili agli incendi boschivi e a maggior rischio di morte.
“La California si basa sui suoi boschi per l’approvvigionamento idrico e lo stoccaggio del carbonio, così come per i prodotti del legno e il turismo, quindi sono estremamente importanti dal punto di vista ecologico, economico e culturale”, ha dichiarato Greg Asner, ricercatore alla guida del team, in un comunicato.
Il monitoraggio aereo delle foreste consentirà di mitigare gli effetti negativi causati dalla siccità, occorre però un’inversione di rotta per salvare le antiche foreste californiane.
“Ci sono voluti più di tremila anni per far crescere alcuni degli alberi dell’Ovest, lungo tutti i meravigliosi secoli che si sono succeduti dai tempi di Cristo, ed anche assai prima, Dio si è preso cura di questi alberi, salvandoli dalla siccità, dalle malattie, dalle valanghe e da migliaia di tremende tempeste ed inondazioni. Ma Dio non può salvare gli alberi dagli stupidi”, ha scritto in tempi non sospetti il naturalista John Muir, il principale cantore della Sierra Nevada e delle sequoie.
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