Camposaz ridà a San Ginesio una piazza centrale dopo la distruzione del sisma

Il borgo di San Ginesio in provincia di Macerata, colpito fortemente dal sisma dell’agosto 2016, è stato protagonista di un intervento di riqualificazione realizzato da Camposaz, workshop di architettura a scopo sociale che riunisce architetti, designer e carpentieri da tutto il mondo e che ormai è arrivato alla decima edizione grazie all’apprezzamento dei suoi partecipanti.

Il borgo di San Ginesio in provincia di Macerata, colpito fortemente dal sisma dell’agosto 2016, è stato protagonista di un intervento di riqualificazione realizzato da Camposaz, workshop di architettura a scopo sociale che riunisce architetti, designer e carpentieri da tutto il mondo e che ormai è arrivato alla decima edizione grazie all’apprezzamento dei suoi partecipanti.

Cos’è Camposaz

Camposaz, fondato nel 2013 grazie a due associazioni della valle del Primiero e di Trento, è nato quasi per caso, con lo scopo originale di organizzare un workshop di autocostruzione in legno in scala 1:1. Attraverso un bando internazionale sono stati selezionati progettisti tra i 18 e i 35 anni che hanno formato una comunità temporanea che per dieci giorni è vissuta a stretto contatto in tende, lavorando alla progettazione e alla costruzione di installazioni in legno per la riqualificazione e valorizzazione di spazi pubblici.

Camposaz rappresenta la possibilità di sovvertire per una settimana le regole ferree del mondo professionale, puntando sulla cooperazione, la condivisione di idee e l’improvvisazione progettuale invece che sulla competitività e sulla ricerca ossessiva di soluzioni definitive. Al suo interno non ci sono gerarchie e viene privilegiata la condivisione dei saperi abbracciando in pieno l’idea di “open source”. Inoltre è un modo per i giovani professionisti di mettersi in gioco e andare oltre alle esperienze di laboratorio con cui ci si forma all’università, come spiega Alessandro Busana, ingegnere e co-fondatore di Camposaz.

Camposaz
Grazie all’intervento di Camposaz ora il borgo di San Ginesio ha uno spazio dove riprendere il programma di attività culturali © Valentina Baldelli / Simone Giacomoni, collettivo Re-public

Infatti l’obiettivo dell’iniziativa è quello di far procedere parallelamente la fase progettuale con quella di realizzazione, condensandole in un’unica opera. Altro elemento chiave è il coinvolgimento della popolazione della zona in cui si opera, immergendosi nella comunità locale. Se all’inizio prevale soprattutto la diffidenza, alla fine del progetto gli abitanti si sono sempre dichiarati soddisfatti dei risultati ottenuti, dal forte carattere simbolico, per di più in un lasso di tempo così breve.

L’intervento a San Ginesio

L’ultimo intervento di Camposaz si è svolto a luglio di quest’anno a San Ginesio, paese che a causa del terremoto ha perso il suo luogo di aggregazione più importante, la piazza principale su cui si affaccia il teatro storico. In dieci giorni la squadra di Camposaz ha progettato e costruito arredi urbani in legno messo a disposizione da tre aziende della valle trasformando il parco del paese che diventerà ora il fulcro della vita sociale nei prossimi anni: un luogo in cui assistere a concerti e attività culturali.

“Si percepiva molto una certa tristezza per la condizione del paese perché come accade in tante realtà di provincia italiane, che sono quelle che frequentiamo con queste attività, esiste un forte orgoglio per il proprio paese – commenta Busana –. Molti edifici almeno da fuori sembrano integri per quanto fasciati da elementi di consolidamento e molti si trovano nella zona rossa, area in cui si temono ulteriori crolli, e di fatto si vede che è una realtà mutilata rispetto a quello che sarebbe normalmente”.

Gli altri interventi di Camposaz

Il progetto Camposaz è nato con la volontà di lasciare un segno tangibile nella valle del Primiero dove da anni si svolge il festival di musica SotAlaZopa – definizione in dialetto locale della parola underground (“sottoterra”), traducibile anche come “sotto alla zolla di terra” – che però  i esauriva nel corso di un fine settimana. L’idea era quella di lasciare degli oggetti e un’esperienza che potessero rimanere impressa trasversalmente anche in quella parte di popolazione che è meno sensibile al tema della musica.

Da lì grazie al successo e al passaparola sono aumentati gli interventi in tutta Italia e in Europa. Ad esempio a Serrucce, borgo sugli Appennini in provincia di Bologna, abitanti e progettisti hanno lavorato insieme cercando di cambiare il volto del paese che negli anni Sessanta era un luogo di villeggiatura facilmente raggiungibile grazie all’Autosole, l’autostrada simbolo del miracolo economico, ma che ora è in stato di abbandono a causa del nuovo modello di turismo low cost che si è dirottato verso mete estere, e soprattutto a causa della costruzione della Variante di Valico, il cui tracciato passa sotto il paese con un tunnel. I lavori hanno creato problemi di dissesto idrogeologico e molti edifici sono stati messi in sicurezza.

camposaz
La prima edizione di Camposaz si è svolta in Trentino per lasciare un segno tangibile in seguito al festival musicale SotAlaZopa. In foto intervento a Tonadico in Trentino

Camposaz ha riqualificato gli spazi inutilizzati del borgo, molti dei quali adiacenti a edifici in vendita o in postazioni scomode, creando piccole installazioni in legno. A Roccamonfina in provincia di Caserta, Camposaz ha collaborato con un’associazione antimafia al fine di riattivare alcune aree dismesse e riqualificare il centro della cittadina realizzando due strutture in legno: un infopoint e una struttura per bambini nel parco giochi centrale. I prossimi appuntamenti per il 2017 sono sulle Dolomiti e infine a Lisbona per continuare a portare avanti la volontà di riqualificare il paesaggio insieme, in uno scambio continuo con le comunità locali.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
La visione dell’architettura del futuro secondo Arturo Vittori, ideatore di Warka Water

L’innovazione e la sostenibilità sono i cardini della filosofia dello studio Architecture and vision di Arturo Vittori. Classe 1971, Vittori è architetto, designer e artista, amministratore delegato della non profit Warka Water e fondatore del marchio etico di moda Culture à porter. Viene da esperienze internazionali con architetti come Santiago Calatrava, Jean Nouvel, lo studio Future Systems. Tra i suoi