La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Cani da guardiania e da gregge, un lavoro che va rispettato e tutelato
I cani da guardiania e da protezione sono da secoli i più attenti difensori delle greggi. Per difendere il loro lavoro è importante conoscerli e rispettarli
- I cani da guardiania e da protezione delle greggi sono da secoli i più fedeli alleati del lavoro dell’uomo.
- Purtroppo spesso il turismo di massa costituisce un deterrente al loro lavoro e alla loro opera.
- Per proteggere il lavoro di questi cani, biologi e associazioni sul territorio stanno promuovendo una campagna informativa.
I cani da guardiania sono da secoli i più attenti difensori di greggi e armenti. Ma, in epoca di turismo di massa, con i percorsi montani sempre più affollati da gitanti e vacanzieri, il lavoro di questi indefessi guardiani è diventato sempre di più un bene da proteggere e difendere dagli attacchi. E non si parla di lupi o di altri predatori, m del ben più pericoloso uomo. Questi cani proteggono il bestiame in modo autonomo e istintivo, giorno e notte e con ogni tempo. Costituiscono parte integrante del gregge, aumentano la loro attenzione all’imbrunire e durante gli spostamenti e sono stati allevati in maniera accurata per svolgere il compito di difensori. Il loro lavoro è un mezzo potente e insostituibile per il pastore e l’allevatore, un apporto irrinunciabile che si protrae nei secoli con regole specifiche ormai inserite nel Dna di questi animali.
Una notizia allarmante
Pochi mesi fa, purtroppo, sulla pagina di un noto quotidiano nazionale della Valle d’Aosta è comparsa la notizia che un allevatore è stato multato per 240 € per non aver adeguatamente custodito il proprio pastore maremmano impiegato nella protezione del suo gregge di pecore in alpeggio nella valle del Gran San Bernardo. La sanzione è scattata su denuncia da parte di una escursionista che sarebbe stata morsa in prossimità dell’alpeggio dopo aver superato il gregge al pascolo. Un comportamento incauto, quello della turista, che non ha tenuto conto del lavoro svolto dal maremmano e ha invaso senza apparente scrupolo il territorio difeso dal cane. Eppure l’invasione di campo è stata stigmatizzata come lecita e, a farne le spese, è stato il pastore che ha dovuto sborsare dei soldi per giustificare l’attacco del cane. Il tutto sembra giustificare l’invasione del turismo di massa che, senza tener conto del territorio e degli animali che vi abitano, pretende di muoversi a proprio piacimento senza alcun rispetto per l’habitat che lo circonda.
Cani da guardiania, un bene prezioso da secoli
Gli animali al pascolo sono affiancati da sempre da cani da pastore il cui compito è quello di proteggere il gregge o la mandria dalle minacce esterne. Si tratta di quattrozampe coraggiosi e in grado di sorvegliare il bestiame in autonomia che sono un valido supporto per il pastore. Per istinto naturale identificano in pecore e capre la propria famiglia, quindi è prioritario per loro difenderli e chi, anche inconsapevolmente, li spaventa potrebbe essere considerato un intruso pericoloso. Attenzione, dunque, quando ci si avvicina agli animali al pascolo e ai cani che li accompagnano. Etologi ed esperti consigliano sempre di evitare movimenti bruschi e repentini che potrebbero impaurire le greggi e di conseguenza far reagire i cani in loro difesa.
A questo proposito spiega Mauro Belardi, biologo, esperto di sostenibilità ambientale e presidente della cooperativa Eliante: “Insieme a DifesAttiva e Io non ho paura del lupo APS stiamo promuovendo la diffusione su tutto il territorio nazionale di un cartello unico per segnalare la presenza di questi cani da lavoro (tipicamente pastori abruzzesi, ma non solo), laddove si trovino allevamenti che li utilizzano per proteggere greggi e mandrie da predatori come il lupo. Questi importanti dispositivi di comunicazione aiutano i fruitori della montagna a mantenere i comportamenti corretti ed evitare incidenti. Se si rispetta il territorio dove vivono e lavorano questi cani, si favorisce non solo il mantenimento di una pratica millenaria e il suo impatto sul paesaggio, ma si fornisce anche un concreto aiuto agli allevatori e ai pastori nella convivenza con i grandi predatori.
Chi sono i cani da guardiania
L’abitudine all’uso dei cani da guardiania e da protezione delle greggi è ormai una consuetudine nei territori italiani del centro-sud. I cani che vengono impiegati a questo scopo sono solitamente pastori maremmani abruzzesi, una delle razze più versatili per queste attività. Si tratta di soggetti di grande mole, attenti difensori della proprietà sia essa costituita da case, persone o greggi. A poco a poco, l’uso dei cani da protezione del gregge si esteso anche al nord ed è arrivato fino ai territori delle Alpi. Si usano, ormai, non solo pastori maremmani, ma anche razze diverse, come il pastore della sila e quello dei pirenei.
Ci sono però altri tipi di cani derivanti da incroci presenti sul territorio ugualmente validi per il lavoro di guardiania. Le razze più grosse, quelle provenienti dall’Asia, al contrario, sono tendenzialmente troppo aggressive per i nostri contesti. E’ importante capire, comunque, che questi cani devono provenire da linee da lavoro, ossia da genitori/nonni impiegati nella protezione delle greggi. Il solo appartenere a una razza non basta. La consulenza di esperti può essere molto utile per inserire i cuccioli nel gregge e non va mai dimenticata. Allo scopo, infatti, stanno nascendo organizzazioni di allevatori che portano avanti, pian piano, linee di sangue specifiche e adatte alla guardiania e alla protezione.
Le regole da non dimenticare
Che si deve fare se ci si trova durante un’escursione in prossimità di un gregge difeso e sorvegliato da uno o da più cani da guardiania? Ecco le regole importanti da non dimenticare:
- è bene rimanere a distanza da greggi e armenti, e mai agitare bastoni o lanciare sassi verso gli animali che pascolano;
- se il cane guardiano viene nella nostra direzione, stiamo fermi e non guardiamolo negli occhi, cosa che lui prenderebbe come gesto di sfida;
- ci si deve allontanare in silenzio e lentamente fino a quando avrà smesso di abbaiare o ringhiare, segno che non ci ritiene più un pericolo;
- nel caso in cui ci si trovi in sella alla bici è bene scendere e spostarsi con cautela conducendo il veicolo a mano, aggirando il pascolo presidiato e gli animali che pascolano;
- è sempre meglio evitare di portare con sé il proprio cane in aree dove sono presenti animali al pascolo protetti dai cani da guardiania, ma se accade è necessario tenerlo al guinzaglio e allontanarsi da loro con lentezza.
In questi ultimi mesi, in molte zone di transito di turisti ed escursionisti, sono comparsi i cartelli indicatori, voluti dalle associazioni che salvaguardano il territorio, con le istruzioni per il passaggio nei sentieri dove stazionano cani da guardiania. In alcuni è anche indicato il cellulare del pastore o dell’allevatore da chiamare in caso di bisogno. Rispettare il lavoro di questi cani è importantissimo per la sicurezza di chi transita nel luogo dove prestano la loro opera, per gli animali che vengono da loro custoditi, e non da ultimo per il lavoro dei pastori e degli allevatori. Ricordiamo sempre che è l’uomo l’ospite di valli e montagne e il rispetto è la prima regola per una felice convivenza.
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