La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Aggressività nei cani, un aspetto che può essere risolto
I cani difficili sono un problema per le famiglie che li ospitano e per i canili. Per correggerne i difetti è bene ricorrere sempre all’educatore cinofilo
- I cani difficili e tendenzialmente aggressivi sono un problema per le famiglie che li ospitano.
- Il loro destino è spesso l’abbandono e la reclusione in canili/rifugio.
- Un professionista specificatamente formato può aiutare a risolvere la problematica alla base.
Sono spesso abbandonati in canile perché ritenuti pericolosi per il nucleo famigliare che li ospita. E sono soggetti maltrattati e aggressivi che non trovano la loro collocazione nell’ambito sociale e vengono etichettati come animali pericolosi. Lo spettro dei comportamenti dei cosiddetti cani difficili è ampio e variegato. E la diagnosi comportamentale non è spesso facile né agevole da parte dell’esperto. Forse è per questa ragione che si stanno diffondendo sempre di più i corsi dedicati alla formazione degli educatori specializzati nel campo. E che la rieducazione comportamentale di questi quattrozampe stia suscitando sempre di più l’interesse di cinofili e veterinari.
I cani difficili hanno bisogno di educatori professionisti
La fondazione Cave Canem si è interessata spesso dei cani difficili e aggressivi e agisce da tempo nel settore, formando addestratori cinofili specializzati e promuovendo corsi specifici a supporto delle famiglie che hanno accolto soggetti problematici provenienti dai canili. Ne abbiamo parlato con Mirko Zuccari, dog trainer manager, che ci ha delucidato sugli aspetti più importanti e specifici del problema.
Cosa si intende per cane difficile?
Si tratta di un soggetto che ha difficoltà nell’interazione con l’essere umano, ma anche con gli altri animali. Il loro comportamento si evidenzia quando le risposte che forniscono alle sollecitazioni sono spinte al limite: o estrema passività o aggressività, per esempio. E il percorso di recupero deve passare attraverso la causa dei traumi che il cane ha subito. Sono animali problematici a livello ambientale, a livello di relazioni con l’essere umano, a livello di gestione: ogni tipo di sollecitazione provoca forte stress. E ciò li rende difficile da educare e inserire nell’ambito famigliare.
Quali sono i comportamenti che fanno sospettare che il cane abbia problemi comportamentali?
I comportamenti che possono far sospettare che il cane possa avere problematiche di questo genere sono diversi: dal rimanere in cuccia a evitare lo sguardo; dal restare immobile e dal rispondere con aggressività a qualsiasi tipo di interazione. Segnali che si manifestano anche quando la richiesta di relazione con la persona è molto semplice. E anche solo l’entrare all’interno del box genera una reazione negativa marcata.
Sono cani recuperabili?
Qualsiasi soggetto affetto da problematiche comportamentali che siano aggressive o fobiche è assolutamente recuperabili. Bisogna procedere per gradi e nel modo giusto. Ovviamente bisogna capire la difficoltà e il trauma che scatena quelle risposte. Non si lavora mai sulla reazione finale, ovvero l’aggressività o la passività, ma su quello che genera quella risposta, andando a ricercare le cause, cosa che si può fare interpretando i segnali, cercando di ricostruire la storia del cane, in modo da aiutarlo a superare il trauma. Si procede poi con un percorso di recupero adatto: ogni cane ha il suo specifico percorso, ma è sempre assolutamente recuperabile.
Ci sono razze che in particolare presentano tali problematiche?
No, non ci sono razze che hanno maggiore predisposizione. Ci quelle che hanno una difficoltà di gestione più alta, ma dipende dalle caratteristiche e dai bisogni del cane e questo genera frustrazione nel soggetto stesso, che ha bisogno di scaricare questa tensione. Se, per esempio, non trova un riferimento adeguato, il rischio è che sviluppi aggressività o fobie. Negli ultimi anni è aumentata molto la percentuale di soggetti di questo tipo e le razze coinvolte sono diverse: dai cani di piccola taglia al pastore del caucaso, passando per il maremmano, il lupo cecoslovacco, il pitbull. E, qualche volta, anche i cani da caccia sono portati ad avere tratti fobici quando non hanno un buono sviluppo comportamentale. In sintesi, comunque, tutte le razze sono soggette a sviluppare problematiche più o meno serie sotto questo punto di vista.
Un’esperienza personale
Ci sono molti cinofili che si sono specializzati, per motivi personali o professionali, per quel che riguarda la gestione e la rieducazione dei cani difficili e aggressivi. Fra le tante testimonianze arrivate in redazione, abbiamo scelto quella di Stefania Galvani che, oltre a essersi formata in questo senso, gestisce anche un allevamento di cani lupi cecoslovacchi e una pensione. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Ho iniziato a occuparmi di cani difficili e problematici circa 13 anni fa per una serie di sfortunati eventi che hanno coinvolto il mio primo e amatissimo lupo cecoslovacco. Mi sono trovata, all’epoca, a dover affrontare un’ordinanza nella quale il cane era obbligato a seguire una terapia farmacologica e un determinato percorso riabilitativo in quanto considerato “pericoloso” nonostante non avesse fatto realmente nessun evidente danno. Il lupetto era sicuramente dotato di un bel caratterino e io dovevo occuparmi di lui in modo diverso, ma non imbottendolo di farmaci e privilegiando, al contrario, un percorso differente. In seguito a questo evento mi sono rivolta a un centro specializzato nella riabilitazione di cani considerati pericolosi con focus sulle razze ibride, e ho iniziato a interessarmi delle problematiche di questo tipo.
Sentiamo sempre dire che i cani pericolosi non esistono, ma diventano tali a causa dell’uomo. Sono sicuramente d’accordo che siamo proprio noi la causa scatenante, ma non tutti i soggetti sono uguali ed esistono razze potenzialmente più pericolose di altre per le quali servono più attenzioni soprattutto durante la crescita. La potenziale pericolosità di un guardiano non può essere paragonata a quella di un golden retriever come non è sensato dire che tutti i pittbull sono aggressivi. È invece importante sottolineare che determinate razze richiedono una responsabilità e attenzione maggiore di altre nell’interazione con altri cani e persone e deve sempre essere valutato il contesto, senza sottovalutare la situazione perché il “tanto è buono” ha mietuto parecchie vittime, come la famosissima libertà di espressione del cane.
Nella mia esperienza la maggior parte dei cani che hanno manifestato comportamenti aggressivi sono stati causati da mancanza di conoscenza all’origine. Chi adotta un cane non viene preparato a dovere su come accogliere e crescere un quattrozampe proveniente da un canile perché un volontario difficilmente ha le competenze per farlo. Gli allevatori pur di vendere i loro cuccioli raccontano favolette, tralasciando le reali difficoltà di gestione della loro razza, e negandosi alle successive difficoltà dei proprietari. Al contrario dovrebbero assumersi la responsabilità dei loro soggetti e garantire un idoneo sviluppo in allevamento a seguito di una corretta selezione.
A mio avviso la sottovalutazione della responsabilità rimane fra le cause dello sviluppo caratteriale dei cani aggressivi. Ho recuperato cani pericolosi per diversi anni, ed è una grossa responsabilità, un alto rischio con una percentuale di successo parziale. Il cane si può stabilizzare, ma le ombre del passato rimangono e saranno sempre soggetti a cui bisogna prestare attenzione. Tutto ciò richiede molto tempo, lavoro, pazienza e una struttura adeguata. Per questo motivo esistono pochissimi centri di recupero dei cani difficili e i costi sono elevati per ovvi motivi.
Io ho smesso di occuparmi di certi gradi di aggressività perché ho una famiglia, un allevamento e un campo di addestramento che assorbono tutto il mio tempo, e sono d’accordo sul fatto che i prezzi in questo settore siano elevati e, spesso, non alla portata di tutti. Ciò determina l’alta percentuale di abbandono e la triste situazione nei canili/rifugio. Sono situazioni limite dove spesso si trova a pagare un’associazione perché il reale responsabile se ne lava le mani, ma è un lavoro complesso e che va retribuito, per questi motivi non viene svolto purtroppo per lunghi periodi. E, il tutto va a scapito di questi poveri cani che sono considerati ingestibili per colpa dell’uomo e delle sue scarse conoscenze in ambito cinofilo”.
Una conclusione, a questo punto, è d’obbligo. I cani aggressivi e difficili sono il prodotto dell’uomo e della sua educazione (o “non” educazione). Correggere i loro difetti comportamentali è possibile. Ma ci vuole pazienza, tenacia, professionalità e, non da ultimo, una somma congrua da destinare allo scopo. Non sarebbe più semplice, verrebbe da dire, agire fin dall’inizio con cognizione di causa e considerare il cane un soggetto pensante da rispettare e amare? E’ una domanda semplice, che da tempo non trova però una risposta.
Il prossimo corso di Cave Canem per gli educatori cinofili specializzati inizierà il 18 novembre 2023.
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