Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Franco Roberti: legalizzare la cannabis per lottare contro l’Isis
Per il procuratore antimafia la legalizzazione della cannabis libererebbe risorse per lottare contro il terrorismo. Che intanto si allea con la criminalità.
“Legalizzare la vendita di cannabis consentirebbe di assestare un duro colpo ai combattenti dello Stato Islamico così come alla criminalità organizzata italiana”. Ad esserne convinto è Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, che in un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters ha spiegato: “La principale strada percorsa dalle partite di cannabis passa per Casablanca, in Marocco, raggiunge l’Algeria, la Tunisia e quindi arriva fino a Tobruk, nella Libia orientale”.
Mafia e Isis alleati
È su tale percorso che si trova Sirte, città che rappresenta uno sbocco sul Mediterraneo in mano ai miliziani dell’Isis. “Questi ultimi controllano certamente la via libica”, ha precisato il magistrato, aggiungendo che le indagini hanno portato alla luce prove di legami instaurati tra i combattenti islamici e i narcotrafficanti italiani. Un sodalizio, quello tra la mafia e lo Stato Islamico, che consente a quest’ultimo di sfruttare una quota dell’immenso e florido traffico di droga della criminalità organizzata, che vale – secondo le stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine – oltre 32 miliardi di euro all’anno.
#EastForum2016#Speakers – Franco Roberti ISIS and Italy’s mafia working together to smuggle cannabis into Europe” https://t.co/20bwqhjiRV
— EastOnline (@EastOnline) 5 maggio 2016
L’Isis, insomma, ha interessi finanziari non indifferenti nel nostro paese. D’altra parte, nel suo libro “Il contrario della paura”, Roberti ha sottolineato proprio le similitudini esistenti tra i gruppi mafiosi e quelli di integralisti islamici: “Il terrorismo internazionale si finanzia grazie ad attività criminali che sono tipiche della criminalità organizzata. Oltre al traffico di droga, sono sfruttati la contraffazione, la vendita illegale di petrolio, di reperti archeologici e artistici. E ancora i rapimenti, le estorsioni”.
“Cannabis, troppe energie sprecate”
In questo contesto, secondo il procuratore nazionale antimafia le forze dell’ordine e gli inquirenti in questi anni hanno sprecato troppo tempo e troppe energie nel combattere gli spacciatori di cannabis, “senza neppure essere riusciti a diminuire il traffico, che al contrario risulta in intensificazione”. Roberti ha specificato però che l’ipotesi di legalizzazione non dovrebbe essere estesa ad altre droghe, come quelle sintetiche, che risultano maggiormente pericolose.
#stampa Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti: “L’Isis spinge i terroristi in… https://t.co/9AGof79fZp via @HuffPostItalia
— Rassegna Stampa (@StampaRss) 13 maggio 2016
Il magistrato ha infine spiegato come a suo avviso una legalizzazione della cannabis dovrebbe essere presa in considerazione non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa, proprio nell’ottica di liberare risorse preziose per la lotta alla criminalità e alla minaccia terroristica.
Immagine di apertura: ©Justin Sullivan/Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.
Presente al corteo l’attivista svedese ha detto: “Non puoi dire di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli emarginati”.
Tutti i premi che sono stati assegnati, giorno per giorno, nel campo della medicina, fisica, chimica, letteratura, pace ed economia.