Molti voli cancellati stanno creando disagi a molte persone, ma il cambiamento in atto nel trasporto aereo potrebbe migliorare le condizioni di lavoro e aiutare il clima.
Gli aeroporti d’Europa affrontano un periodo difficile dovuto all’assenza di personale e all’aumento del prezzo del carburante.
Milioni di passeggeri sono rimasti a terra, mentre le compagnie low-cost sono le più colpite dalla crisi.
Ambientalisti ed esperti climatici spiegano come dal caos dei voli aerei può nascere qualcosa di nuovo per il clima.
L’estate in cui i viaggi aerei avrebbero dovuto tornare alla normalità dopo la pandemia rischia di essere ricordata come la stagione del caos negli aeroporti. La carenza di manodopera e gli scioperi hanno già causato disagi in molti scali europei come Londra, Amsterdam, Parigi, Roma e Francoforte dove si registrano numerosi voli cancellati e lunghe file d’attesa, nonché frequenti ritardi nella consegna dei bagagli. Le compagnie aeree low-cost stanno cancellando centinaia di voli estivi, mentre si stanno preparando nuovi scioperi in Belgio, Spagna, Francia e Scandinavia. Il modello di vacanza con viaggio aereo a basso costo sembra in crisi, ma questo piò essere un’opportunità. Meno emissioni di gas serra e un’implementazione di trasporti alternativi, come i meno inquinanti treni ad alta velocità, sono due risvolti positivi di cui tenere conto.
I motivi del caos negli aeroporti
L’industria dell’aviazione ha perso 2,3 milioni di posti di lavoro a livello globale durante la pandemia, secondo un report citato dall’agenzia di stampa Reuters, con i settori dell’assistenza a terra e della sicurezza fra i più colpiti. Nonostante un iniziale ritorno alla normalità, molti lavoratori hanno deciso di non riprendere il loro impiego negli aeroporti, attirati dalla gig economy (lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, e non sulle prestazioni lavorative stabili e continuative) oppure optando per il pensionamento anticipato. Si tratta di uno dei fattori alla base della confusione legata ai voli aerei, mentre i dipendenti rimasti lamentano di essere oberati di lavoro.
Condizioni di lavoro pesanti epaghe inadeguate affliggono anche il personale di bordo e i piloti: “Il morale è basso”, ha detto una hostess a Reuters. L’Europa ha avuto più del doppio delle cancellazioni dei voli rispetto agli Stati Uniti tra aprile e giugno 2022. Le compagnie aeree si sono lamentate di non essere state in grado di prepararsi adeguatamente per il ritorno in massa dei turisti a causa di una politica confusa sulle restrizioni anti-Covid e per l’aumento del prezzo dei carburanti. A farne le spese sono i viaggiatori: Codacons afferma che le tariffe dei voli internazionali sono più che raddoppiate, segnando il record del +124,1 per cento. Gli analisti affermano che l’assenza di personale potrebbe aumentare i costi dei voli anche oltre l’estate.
Meno voli, meglio per il clima
Sembra la premessa per una modifica radicale all’industria del turismo aereo di massa: il settore deve fare un passo indietro rispetto al modello pre-pandemia e ripensarsi. “È necessario rafforzare ulteriormente il programma di volo di quest’estate cancellando in modo proattivo un certo numero di voli, fornendo ai clienti opzioni di preavviso e ri-prenotazione”, ha detto Johan Lundgren di Easyjet. L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, sostiene che la stagione dei voli low-cost sia finita perché le tariffe tradizionali non sono più profittevoli.
Le attuali emissioni di CO2 dell’aviazione sono pari a 38,2 milioni di tonnellate. La cifra è l’equivalente delle emissioni di elettricità per quasi 54 milioni di famiglie. Eppure, le compagnie aeree hanno raggiunto un accordo per diminuire le emissioni nocive solo del 5,75 per cento entro il 2030, una prospettiva minuscola secondo il quotidiano inglese The Independent. La diminuzione forzata del numero di voli dell’estate 2022, compreso il calo dei numerosi viaggi con veicoli vuoti che le aziende fanno per mantenere gli slot negli aeroporti, farà diminuire le emissioni nell’immediato futuro e allevierà l’impatto dell’industria sui cambiamenti climatici.
Ma ci sono anche altre strade maggiormente percorribili e sostenibili. Un’alternativa encomiabile è quella scelta dalla Francia, che ha vietato i voli a corto raggio per le rotte nazionali che possono essere percorse in treno. Nell’ambito del green deal europeo, c’è una spinta a rendere i treni ad alta velocità la forma di trasporto dominante tra le maggiori città europee perché meno inquinanti e in grado di aiutare il turismo locale.
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