Sovraffollamento e suicidi nelle carceri italiane. Il nuovo rapporto di Antigone

La situazione nelle carceri italiane è drammatica. Ma il governo continua a introdurre nuovi reati e inasprire le pene.

  • Oggi nelle carceri italiane ci sono 61.480 persone a fronte di circa 47mila posti disponibili effettivi.
  • Nel 2024 ci sono già stati 58 suicidi e in prospettiva si rischia di stabilire un nuovo, drammatico record.
  • Per l’associazione Antigone l’emergenza carceri in Italia è frutto di deliberate politiche governative.

C’è una doppia emergenza nelle carceri italiane, quella del sovraffollamento e quella dei suicidi. È quanto denuncia il nuovo rapporto dell’associazione Antigone, intitolato Il carcere scoppia.

Oggi nelle carceri italiane ci sono 61.480 detenuti a fronte di circa 47mila posti disponibili effettivi. Un tasso di sovraffollamento nazionale di oltre il 130 per cento, che in alcuni istituti supera perfino il 190 per cento. Numeri in aumento, che mostrano come il sistema penitenziario italiano, più volte condannato dalla giustizia internazionale, stia facendo passi indietro invece che avanti. E questo lo si vede anche nel numero di suicidi. Finora nel 2024 si sono tolti la vita 58 detenuti, una cifra record rispetto agli anni scorsi. E il governo Meloni non sembra intenzionato a cambiare strada.

Carceri sempre più sovraffollate

L’associazione Antigone ha presentato il suo rapporto di metà anno sul sistema penitenziario italiano, intitolato Il carcere scoppia. Nel report si evidenzia che nelle celle italiane sono presenti 61.480 detenuti in 51.234 posti detentivi regolamentari, a cui ne vanno sottratti oltre 4mila per inagibilità e lavori in corso. Il tasso di affollamento reale è dunque superiore al 130 per cento.

Sono 56 gli istituti in cui il tasso di affollamento è superiore al 150 per cento mentre in otto, tra cui il carcere milanese di San Vittore, il dato supera il 190 per cento. Numeri problematici, che sono peraltro in costante peggioramento. Come sottolinea Antigone, negli ultimi 12 mesi le presenze sono cresciute di 3.955 unità, cioè del 6,9 per cento. L’incremento ha riguardato tutti indistintamente: gli istituti maschili, femminili e minorili. Qui i giovani detenuti erano 406 un anno fa, oggi il numero è salito a 555 per 514 posti ufficiali.

Record di suicidi

Come sottolinea Antigone, nel 27,3 per cento degli istituti visitati c’erano celle in cui non erano garantiti tre metri quadri a testa di spazio calpestabile, come vorrebbe la legge italiana. In diversi istituti mancano servizi di base come l’acqua corrente, ci sono infestazioni come quelle di cimici e il caldo risulta insopportabile durante l’estate, senza che siano previsti rimedi.

Il sovraffollamento e il degrado del sistema penitenziario italiano, accompagnati dalle limitate attività previste per i detenuti a causa dell’assenza di personale, peggiorano un ambiente già di per sé molto fragile. L’8,4 per cento dei detenuti ha diagnosi psichiatriche gravi, mentre il 17,7 per cento assume regolarmente stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi. Il 39,2 per cento assume sedativi o ipnotici. Quest’emergenza sanitaria si traduce nel fatto che ogni cento detenuti, 17,4 commettono atti di autolesionismo. E il numero di suicidi è a livelli record.

Nel 2024 sono già 58 i detenuti che si sono tolti la vita. Questo significa che in proiezione il 2024 sarà il peggior anno degli ultimi decenni, con oltre cento morti. Il precedente record era del 2022, con 85. E che il malessere stia crescendo lo dimostrano anche le proteste e le rivolte che stanno agitando sempre più istituti, come quello di Trieste, dove la morte del detenuto Zdenko Ferjancic per probabile overdose di metadone ha riportato alla mente la strage di marzo 2020 nelle carceri di Modena, Bologna e Rieti.

L’immobilità del governo

“Il sovraffollamento non è dovuto a cause naturali ma è il frutto di politiche governative”, ha sottolineato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

Dal “decreto rave” al “decreto Cutro”, passando al “decreto Caivano” e al nuovo pacchetto sicurezza in discussione, il governo Meloni ha introdotto nuove fattispecie di reato che hanno contribuito a riempire le carceri, invece di svuotarle. L’unica risposta al sovraffollamento è stata la promessa di costruire nuove carceri, progetti a lungo termine che non servono a risolvere l’emergenza attuale e che si scontrano con il tasso di recidiva del 68,7 per cento, segno che il sistema-carcere italiano non funziona e va cambiato, piuttosto che rafforzato. Mentre la proposta di legge Giachetti, volta a innalzare lo sconto di pena da 45 a 60 giorni per ogni semestre ai fini della liberazione anticipata dei detenuti, sta causando uno scontro nel governo tra Forza Italia, favorevole, e Lega e Fratelli d’Italia, contrari.

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