Obiettivo 3. Salute e benessere
“Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”: una sfida che svetta in tutta la sua importanza, dopo il trauma della pandemia. Quest’ultima influisce non solo per il suo gravissimo bilancio (il 15 gennaio 2021 sono stati superati i 2 milioni di morti nel mondo) ma anche perché, ricorda l’Onu, “per impossibilità o per paura, le persone non si sono potute recare alle strutture sanitarie per accedere a controlli, vaccini o anche prestazioni urgenti”. Una situazione che rischia di “invertire i progressi in campo sanitario conquistati negli ultimi decenni”.
Tra questi ultimi si annovera il crollo del tasso di mortalità materna, passato dai 342 morti su 100mila parti nel 2000 ai 211 nel 2017 (ma l’Agenda 2030 prevede di scendere al di sotto di 70); o della mortalità al di sotto dei cinque anni di vita, arrivata nel 2018 a 39 bambini su 1000. Il terzo Obiettivo di sviluppo sostenibile prevede di porre fine entro il 2030 all’epidemia di malaria, Aids e tubercolosi, ma l’Onu già avverte che sarà molto difficile riuscirci.
In Europa ci sono profonde discrepanze tra i paesi all’avanguardia (Svezia, Paesi Bassi e Malta) e paesi come Lituania, Lettonia ed Estonia, penalizzati da un’aspettativa di vita più bassa e da un difficile accesso alle cure mediche.