La convention del partito democratico
La convention del partito democratico degli Stati Uniti è entrata nel vivo. Si tratta di uno degli appuntamenti più importanti che precedono le elezioni presidenziali, che quest’anno si terranno il 4 novembre.
Per quattro giorni, a partire da lunedì 17 agosto, una serie di personalità pubbliche e politiche del panorama statunitense si sono rivolte alla nazione per convincere i cittadini ad andare a votare e soprattutto a farlo in modo calibrato.
Data la situazione straordinaria scaturita dall’emergenza coronavirus – che sta colpendo gli Usa in modo particolarmente grave, con quasi 5 milioni e mezzo di contagi e più di 170mila decessi –, quest’anno la convention è stata organizzata in formato virtuale, per la prima volta nella storia.
Indubbiamente, l’atmosfera di festa e il clima gioioso che sono soliti animare questo genere di eventi sono rimasti un po’ penalizzati, se così si vuol dire. Niente stadi pieni, palloncini, cori o musica. Niente balli, festoni o coriandoli. Niente applausi a scandire gli interventi.
Tuttavia, questa ritrovata serietà, intorno a un momento che influenza profondamente il futuro degli Stati Uniti (e di riflesso anche quello del resto del mondo), sottolinea ancora una volta il momento difficile che il paese sta attraversando, costantemente lacerato da profonde disuguaglianze sociali, economiche e sanitarie guidato da un presidente che, fino ad oggi, si è sempre rifiutato di andare incontro alle richieste dei propri cittadini.