Il #21luglio ricorre l'anniversario delle brutali violenze alla scuola Diaz durante il G8 di Genova. Dopo 21 anni da quelle gravissime violazioni dei diritti umani, l’Italia è rimasta uno dei pochi stati dell'Ue senza una legge sui codici identificativi per le forze di polizia pic.twitter.com/YGAvblflbk
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) July 21, 2022
Le bodycam a tutela solo delle forze dell’ordine
Arrivano le bodycam sulle divise delle forze dell’ordine, ma solo in maniera facoltativa. Tra gli articoli approvati più significativi, c’è quello che consente alle Forze di polizia di utilizzare dispositivi di videosorveglianza indossabili, le cosiddette bodycam, nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonché in ambito ferroviario e a bordo treno e nelle carceri, luogo negli ultimi mesi di numerose proteste da parte dei detenuti per le condizioni di vita spesso poco dignitose.
L’utilizzo delle bodycam sarebbe caldeggiato anche dalle associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti, ma il fatto che sarà facoltativo fa una differenza sostanziale: di fatto, essendo le forze dell’ordine a decidere se e quando indossarle, potranno offrire trasparenza su eventuali violenze subito dagli agenti, ma ovviamente non su quelle commesse. Per scongiurare questi ultimi casi, esistenti seppur residuali, Amnesty International da anni porta avanti una campagna per introdurre piuttosto i codici identificativi sulle divise degli agenti, ma di questo non si parla ancora.