Rinviare un'altra volta la #plastictax vuol dire darla vinta alle lobby a scapito delle persone e del Pianeta! Com'è possibile che il governo scelga di anteporre gli interessi dell'industria della #plastica a quelli dei cittadini? @MiTE_IT questa la chiami #transizioneecologica? pic.twitter.com/dY9aXeN6Kd
— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) October 20, 2021
Uno dei modi pensati dal governo per rientrare in parte della spesa per il taglio del cuneo fiscale è l’ennesimo rinvio di due imposte: la plastic tax, ovvero la tassa sulla produzione e il consumo di imballaggi in plastica monouso, e la sugar tax che avrebbe colpito le bibite zuccherate. Prevista entrambe dalla legge di bilancio 2020, sarebbero dovute entrare in vigore a luglio di quell’anno, poi erano slittate prima a luglio 2021 e poi al 2022 a causa dell’emergenza coronavirus.
La plastic tax, che per la precisione è una imposta sul consumo dei prodotti in plastica con singolo impiego, dunque non riciclabile, accompagnata da incentivi per le aziende produttrici di manufatti in plastica biodegradabile e compostabile, costerà infatti 45 centesimi per ogni chilo di plastica prodotto, compreso il tetra pak.